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Dopo Kiev, Taipei? Una possibilità reale per Richard Hooker (Atlantic Council)

L’occidente è concentrato sull’invasione russa dell’Ucraina, ma non deve distogliere l’attenzione dal quadrante Indo-Pacifico, dove Pechino potrebbe seguire i passi di Mosca tentando un’invasione di Taiwan. Ad Airpress, l’analisi di Richard D. Hooker, senior fellow dell’Atlantic council e ospite della conferenza della Nato Defense college foundation, Game Changers 2022

Mentre l’Europa è assorbita dal conflitto in Ucraina e dalla rinnovata aggressività russa, rimangono gli allarmi sull’assertività internazionale della Cina, specialmente nella regione dell’Indo-Pacifico. Entrambe le potenze sono intenzionate a mettere in discussione l’attuale ordine internazionale. Ne ha parlato ad Airpress Richard D. Hooker, senior fellow dell’Atlantic Council e già assistente speciale per il presidente degli Stati Uniti e direttore senior per l’Europa e la Russia alla Casa bianca. Hooker, inoltre, è ospite della conferenza “Game Changers 2022” promossa dalla Nato Defense college foundation (Ndcf) in collaborazione con la Nato Public diplomacy division e il Nato Defense college. La conferenza riunisce specialisti, decisori politici ed esperti per discutere sul futuro della sicurezza internazionale.

Mr. Hooker, che scenari si aprono nell’Indo-Pacifico dopo l’aggressione di Mosca a Kiev? Ci sarà da parte degli Usa meno attenzione per questo quadrante, essendo impegnati sul fronte europeo?

Sebbene l’aggressione russa in Ucraina debba, per forza di cose, assorbire l’attenzione di Washington, gli Stati Uniti mantengono comunque la loro capacità, e le risorse necessarie, per sorvegliare e gestire entrambe le regioni, europea e indo-pacifica. Il National security council, il dipartimento di Stato e il Pentagono possiedono tutti staff grandi a sufficienza per rimanere concentrati sulla regione dell’Indo-Pacifico, così come la comunità dell’Intelligence e lo Us Indo-Pacific command.

L’invasione dell’Ucraina potrebbe fornire l’ispirazione a Pechino per tentare un colpo di mano anche su Taiwan?

Purtroppo questa è una possibilità reale, che deve essere presa in considerazione con estrema attenzione. Tutti i principali attori coinvolti nella sicurezza della regione – e non solo – dovrebbero sorvegliare con attenzione questa possibilità e dovrebbero essere preparati ad affrontarla.

La regione dell’Indo-Pacifico è attraversata da crisi anche più sotterranee, che potrebbero essere sfruttate dalle grandi potenze per destabilizzare la regione. In che modo gli Stati Uniti e i loro partner regionali possono intervenire a stabilizzare un’area così vasta?

Innanzitutto gli Stati Uniti dovrebbero fare affidamento principalmente sugli alleati e i diversi partner regionali, sia attraverso le diverse organizzazioni internazionali attive nell’Indo-Pacifico, sia facendo leva sul “soft power” di Washington oltre che ai classici poteri economico e militare.

Il conflitto ucraino, con la reazione compatta del mondo occidentale, potrebbe sancire definitivamente l’alleanza tra Mosca e Pechino? Nonostante siano molti i punti che dividono in realtà le due potenze.

Secondo la mia opinione, la “partnership strategica” tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese è più un matrimonio di convenienza, che non credo durerà a lungo. L’astensione di Pechino al recente voto al Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite alla risoluzione di condanna per l’aggressione russa all’Ucraina è un primo esempio delle divergenze che separano i due Paesi.



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