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Biden lancia KleptoCapture, la task force contro gli oligarchi russi

Putin “pensava di poter entrare in Ucraina e che il mondo si sarebbe voltato dall’altra parte”, ha detto il presidente americano. Così non è stato. Washington mette in campo una squadra speciale per indagare e perseguire le violazioni delle sanzioni

Annunciata dal presidente Joe Biden durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione di martedì sera, è arrivata oggi la task force ribattezzata KleptoCapture con cui il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti è deciso a perseguire i crimini degli oligarchi russi.

Il presidente russo Vladimir Putin “pensava di poter entrare in Ucraina e il mondo si sarebbe voltato dall’altra parte”, ha detto Biden. “Invece ha incontrato un muro di resistenza che non avrebbe mai immaginato. Ha incontrato il popolo ucraino”, ha aggiunto. A questo si aggiungono gli sforzi economici, a suon di sanzioni, ma anche militari con gli aiuti a Kiev da parte di Stati Uniti, Unione europea, Regno Unito e degli alleati anche nell’Indo-Pacifico, a partire da Australia e Giappone.

La task force sarà responsabile di indagare e perseguire le violazioni delle sanzioni. Userà le leggi civili e penali sulla confisca dei beni per sequestrare quelli ottenuti tramite condotte illegali. Sarà composta da Fbi, Marshals Service (la polizia federale della Giustizia), Irs (l’agenzia dei tributi), Postal Inspection, Homeland Security Investigations (immigrazione) e Secret Service.

“Il Dipartimento di Giustizia userà tutti i suoi poteri per sequestrare i beni di individui ed entità che violano queste sanzioni”, ha scritto il procuratore generale Merrick Garland in una dichiarazione che annuncia la nuova unità. “Non lasceremo nulla di intentato nei nostri sforzi per indagare, arrestare e perseguire coloro i cui atti criminali permettono al governo russo di continuare questa guerra ingiusta” in Ucraina, ha aggiunto.

“A coloro che sostengono il regime russo attraverso la corruzione e l’evasione delle sanzioni: vi priveremo del rifugio sicuro e vi chiameremo a risponderne”, ha detto il vice procuratore generale Lisa Monaco, il cui ufficio sarà responsabile della task force inter-agenzia. “Gli oligarchi sono avvisati: useremo ogni strumento per congelare e sequestrare i vostri proventi criminali”.

Per mettere pressione sul regime di Putin, Biden ha scelto di ricorrere a uno strumento centrale della sua agenda politica. Basti pensare che poche settimane fa, per la prima volta nella loro storia, gli Stati Uniti si sono dotati di una strategia anticorruzione. Come raccontato su Formiche.net, Il documento, pubblicato dalla Casa Bianca alla vigilia del Summit per la democrazia tenutosi il 9 e il 10 dicembre scorsi, traduce in cinque pilastri – che vanno dalla necessità di modernizzare il governo all’impegno diplomatico per promuovere iniziative multilaterali – la promessa fatta dal presidente Joe Biden a pochi giorni dal G7 di giugno di elevare la lotta alla corruzione a interesse fondamentale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Kathleen Doherty, già ambasciatrice a Cipro e numero due a Roma, oggi chief strategy and retreats officer della Annenberg Foundation Trust at Sunnylands e consulente dell’Albright Stonebridge Group, aveva rilasciato un’intervista a Formiche.net che oggi suona profetica. La promessa del presidente Biden al G7 è stata “una scelta giusta alla luce della crisi delle democrazie e dell’ascesa dei regimi autoritari”. La diplomatica aveva individuato due ragioni dietro la scelta della Casa Bianca. La prima: “Seguire i flussi di denaro illecito è un modo per rafforzare l’accountability di autocrati e cleptocrati che si appropriano del denaro dei loro cittadini”, diceva con riferimento proprio alla Russia di Putin in particolare. La seconda: la lotta alla corruzione è cruciale per “evitare di diventare anche noi dipendenti dal denaro sporco alimentando un pericoloso circolo vizioso”.

Profetiche anche le parole di Janet Yellen, prima donna a guidare prima la Federal Reserve poi il dipartimento del Tesoro, in occasione di un dibattito proprio su questo tema all’interno del Summit per la democrazia. “Il sistema finanziario statunitense è la spina dorsale dell’economia mondiale”, aveva dichiarato. Per questo, gli Stati Uniti devono “giocare un ruolo di primo piano” a livello globale.

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