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La Nato smentisce la no fly zone, ma la tensione è altissima

La tensione è tale che fonti dell’Alleanza riportate dall’Ansa hanno smentito che aerei Nato saranno nello spazio dell’Ucraina, oltre a non mandare forze di terra. La posizione resta quella precisata dal segretario generale, Jens Stoltenberg, la sera del 1° marzo

Mentre riappare la foglia di fico dei colloqui tra Russia e Ucraina, nel giro di poche ore la tensione si è ulteriormente alzata con l’ipotesi di una no fly zone che sarebbe tra le valutazioni della Nato mentre il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha chiaramente detto che “una Terza guerra mondiale, se dovesse scoppiare, sarebbe nucleare e devastante”. Oltre a essere una minaccia, quelle parole confermano che Vladimir Putin non ha intenzione di fermarsi. La tensione è tale che fonti dell’Alleanza riportate dall’Ansa hanno smentito che aerei Nato saranno nello spazio dell’Ucraina, oltre a non mandare forze di terra. La posizione dunque resta quella precisata dal segretario generale, Jens Stoltenberg, la sera del 1° marzo.

L’ipotesi di una no fly zone sull’Ucraina, negata dai leader più importanti a cominciare da Joe Biden e Boris Johnson, era stata rilanciata dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, secondo il quale sarebbe allo studio dell’Alleanza atlantica. Un’ipotesi che i russi prendono sul serio visto che il viceministro degli Esteri, Alexander Grushko, ha detto che non si possono escludere scontri con la Nato.

Una no fly zone significherebbe che aerei dei Paesi della Nato pattuglierebbero i cieli ucraini anche solo per proteggere i convogli delle forze armate di Kiev o la consegna delle armi di numerosi governi europei, consegna che avverrà al di qua dei confini, per esempio in Polonia. Per quanto finora l’Aeronautica russa sia stata impiegata in minima parte da Putin, se un caccia Nato individuasse anche un semplice elicottero che violasse la no fly zone lo scontro sarebbe obbligato e a quel punto, di fatto, la Nato sarebbe in guerra.

Dopo essersi fidato delle informazioni sbagliate del suo Servizio interno sulla reale situazione in Ucraina, Putin da giorni è costretto a confrontarsi con alcune inadeguatezze delle sue Forze armate: l’avanzata su Kiev è lentissima perché non ci sarebbe comunicazione con l’Aviazione e adeguata intelligence mentre, al contrario, gli ucraini riescono a muoversi agilmente e a colpire elicotteri o aerei con i missili proprio grazie alle informazioni occidentali. La relativa inesperienza dei piloti russi è sottolineata in uno studio del think tank Rusi: ognuno non avrebbe sulle spalle più di 100-120 ore di volo l’anno mentre i piloti inglesi e americani variano tra le 180 e le 240 ore, oltre a disporre delle più moderne tecnologie.

Ormai sembra chiaro che Putin non ragiona in termini razionali e che i problemi operativi potrebbero convincerlo a incrementare gli attacchi. Documenti segreti recuperati dalle forze armate ucraine in uno degli scontri vinti con i russi, e resi noti su Facebook, dimostrerebbero che la guerra era stata decisa il 18 gennaio e che per conquistare l’Ucraina sarebbero state necessarie due settimane, dal 20 febbraio al 6 marzo. La smentita della Nato sulla no fly zone non cambia la postura dei governi occidentali che aumentano la deterrenza ai confini e gli aiuti al governo di Kiev e continuano a monitorare la situazione con i droni Global Hawk.

 

 

 

 

 

 

 

 



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