Il premier russo Medevedev attacca la Polonia con la stessa retorica usata con l’Ucraina. Mosca contro Varsavia perché tra i più attivi contro la guerra di Putin
Un drone russo ha sorvolato la Polonia prima di entrare nello spazio aereo ucraino, dove è stato abbattuto, ha dichiarato l’esercito ucraino. Il comando delle forze aeree di Kiev ha aggiunto in una dichiarazione di due giorni fa che il drone ha volato nello spazio aereo della Nato, accusando Mosca di una “provocazione”.
Secondo la valutazione ucraina, il velivolo senza pilota russo ha prima sorvolato il sito di Yavoriv, Ucraina occidentale, che è stato colpito da una salva di missili da crociera, in un apparente tentativo di valutare il risultato. Poi si è addentrato in Polonia. Yaroviv è la sede dell’International Center for Peacekeeping and Security del Joint Multinational Training Group-Ukraine (JMTG-U): è una base simbolica della cooperazione Nato-Kiev.
Il coinvolgimento polacco nella guerra di Putin, almeno a livello retorico, è inevitabile. Al momento collegabile anche all’arrivo nel Paese del presidente Joe Biden, che venerdì sarà a Varsavia dopo un incontro (giovedì) con i vertici della Nato a Bruxelles. La Polonia è un Paese centrale perché è da lì che gli aiuti militari occidentali arrivano a Kiev. I polacchi avevano anche messo a disposizione una flotta di Mig29 che avrebbero dovuto rinfoltire l’aviazione ucraina. L’accordo prevedeva la vendita alla Polonia di caccia F16 da parte degli Stati Uniti, ma per ora non si è concluso per ragioni tecniche — gli americani ritengono rischioso il trasferimento perché gli aerei potrebbero essere attaccati dai russi.
Il primo ministro russo, Dmitri Medevedev, ha confermato questo momento di attenzione sulla Polonia. Con una lettera aperta pubblicata sui media russi, il premier fantoccio di Putin ha usato temi mixati tra la mitologia sovietica e pan-slava con beffe, critiche terribili e velate minacce contro Varsavia. Qualcosa di molto simile al “trattato” di Putin sull’Ucraina: un messaggio che dice sostanzialmente “sarete i prossimi”. “Dovremmo prenderlo sul serio e ricordiamoci come una volta pensavamo che Medvedev, ora il cane da attacco di Putin, fosse un riformatore liberale occidentale”, ha scritto su Twitter Alina Polyakova del Cepa.
Per Medevedev, il viaggio a Kiev dei primi ministri polacco, sloveno e ceco è stato “come il viaggio di Lenin su un treno blindato finanziato dalla Germania”, hanno promesso l’amicizia a Volodymyr Zelensky, ma “hanno mentito, ovviamente”. La Polonia, dice, soffre di “russofobia patologica a lungo termine” e quelli che definisce “una comunità di idioti politici” (ossia chi la amministra) non si preoccupano del costo di tutto questo.
La Polonia dimentica che l’esercito sovietico “l’ha liberata” dall’occupazione nazista – aggiunge il primo ministro evidentemente scordandosi però che l’occupazione sovietica è equiparata al nazismo dai polacchi. Tuttavia, ricorda Medevedev, “durante le mie visite in Polonia, mi sono convinto che Russia e Polonia non hanno ostacoli al miglioramento delle relazioni […], ma le élite polacche, guidate da [Jarosław] Kaczynski, controllate dai maestri americani, hanno fatto di tutto per bloccare il percorso verso la normalizzazione”.
Questo della fratellanza con i popoli vicini è uno dei temi della narrazione strategica putiniana, quella con cui il Cremlino ha portato le forze armate russe a invadere l’Ucraina con l’obiettivo propagandistico di liberare gli ucraini (fratelli russi) dai “nazisti” della “giunta di Kiev”. Gli interessi dei cittadini polacchi sono stati sacrificati a causa della russofobia dei “politici mediocri” e dei loro “burattinai d’oltreoceano”, scrive Medevedev, secondo cui “la decisione [della Polonia] di abbandonare l’acquisto di gas, petrolio e carbone russi e l’opposizione al Nord Stream 2 hanno già causato gravi danni all’economia di questo paese. Ora andrà solo peggio”.
Per il capo del governo russo, le élite polacche hanno “giurato fedeltà” come “vassalli” ai loro padroni (intende gli Stati Uniti ) e sotto questo interesse non intendono “aiutare i propri cittadini, quindi attireranno costantemente il fuoco dell’odio per il nemico”, ossia la Russia. Per questo, dice Medevedev, “molto probabilmente, i polacchi faranno la scelta giusta di cooperare con la Russia da soli, senza sollecitazioni e pressioni da parte delle élite straniere che soffrono di demenza”. Ossia, prospetta una rivoluzione.
Si tratta di un mix di revisioni storiche, propaganda putiniana, falsità e minacce, che trovano nel contesto un ambiente preoccupante. La Polonia nei giorni scorsi è arrivata a proporre l’invio in Ucraina di una missione di peacekeeping della Nato. “Una missione simile non può essere disarmata, deve cercare di fornire aiuti umanitari e pacifici a Kiev”, ha detto il vicepremier Kaczynski al ritorno dalla capitale ucraina.
Il Pentagono ha fatto sapere che gli Stati Uniti sono in una fase di “discussioni in corso” con altre nazioni per fornire all’Ucraina “il tipo di capacità di difesa che includa sistemi anti-aerei a lungo raggio, che sappiamo che sono a loro agio nell’usare”: si tratta di armi di fabbricazione russa o sovietica, è possibile che queste consultazioni comprendano la Slovacchia sui sistemi anti-aerei S-300 (forse anche con la Bulgaria).
Queste armi, che potrebbero mettere maggiormente in difficoltà gli attacchi dell’aviazione russa, potrebbero essere spedite tramite la Polonia con il ministero degli Esteri russo che ha già definito bersagli legittimi ogni rinforzo a Kiev. Aggiungere a questo contesto la retorica agguerrita di Mosca.