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La Russia affoga, ma una manina cinese può aiutarla

L’economia dell’ex Urss è in fase di disintegrazione, tra paralisi industriale, banca centrale insolvente e fuga di capitali. Ora arriva anche l’uno-due di Fitch e Moody’s. Ma dai bond emessi da Pechino e comprati da Mosca può arrivare un salvagente…

Più che una zattera, un salvagente per Mosca, a cui rimanere aggrappata nel disperato tentativo di non annegare nel mare delle sanzioni imposte dall’Occidente, in seguito alla guerra scatenata contro l’Ucraina. Potrebbe arrivare dalla Cina, quello stesso Paese che, come raccontato da Formiche.net, proprio pochi giorni fa ha voltato le spalle all’ex Urss, congelando i finanziamenti di due grandi banche statali alla Russia per l’acquisto di materie prime.

MOSCA VERSO L’ABISSO

Per Mosca si tratta certamente di una buona notizia, se si considera la disintegrazione dell’economia russa, schiacciata dalla paralisi di interi comparti industriali, dalla fuga delle grandi aziende, dall’impossibilità della banca centrale di pagare anche un solo bond, dall’estromissione di sette banche dal circuito dei pagamenti Swift e da un costo del denaro passato in pochi minuti dal 9,5 al 20%. Senza considerare che a fine 2022 il Pil russo passerà – le stime sono di Goldman Sachs – da un previsto +2% a un -7%.

MANINA CINESE

Eppure, una manina potrebbe arrivare dalla Cina, finora ambigua verso la Russia e le sue catastrofiche decisioni. Ad oggi nelle banche dell’ex Unione Sovietica si annidano non meno di 140 miliardi di dollari di obbligazioni sottoscritte per finanziare l’economia cinese. Ora, Mosca e per la precisione la banca centrale potrebbe chiedere la liquidazione dei titoli, ovvero il pagamento delle cedole, al fine di ottenere quella cassa con cui aggirare, o almeno provarci, le sanzioni occidentali.

“Le quote in obbligazioni cinesi detenute dalla Russia”, ha scritto Bloomberg, potrebbero essere le principali attività a cui la Russia può accedere. “In questo senso ci aspettiamo che il governo russo chieda a Pechino il pagamento dei bond sottoscritti”. In questo modo Mosca potrebbe utilizzare gli asset cinesi in pancia per contrastare l’impatto delle sanzioni occidentali.

MAZZATA SUL RATING

La domanda è, l’aiutino del Dragone basterà? Forse no, visto il precipitare della situazione. In queste ore, dopo il downgrade di Standard&Poor’s anche le agenzie Fitch e Moody’s hanno declassato la Russia nella categoria dei Paesi che rischiano di non poter rimborsare il debito, aprendo la strada all’insolvenza.

Moody’s in particolare ha abbassato il proprio giudizio sul debito a lungo termine da Baa3 a B3, mantenendolo sotto osservazione dopo le sanzioni imposte dall’Occidente a Mosca. Fitch ha abbassato il rating da BBB a B, con outlook negativo. Questi rating pongono di fatto il debito della Russia al livello speculativo, dunque non affidabile.

LO SCENARIO DI OXFORD ECONOMICS

Non è finita. Gli analisti della società di consulenza Oxford Economics hanno fatto una previsione, non certo banale o da sottovalutare. E cioè, la pressione sui mercati finanziari russi danneggerebbe il Pil in modo significativo, fino al 6%. E le ripercussioni economiche per l’Ucraina, che sta subendo ingenti danni alle infrastrutture e interruzioni a causa dei bombardamenti russi, dovrebbero essere ancora peggiori, con un crollo del Pil del 60%.

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