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Sace spinge ancora sull’export, nel 2021 mobilitati 42 miliardi

Per la società di servizi assicurativi legati all’export utile 2021 a 105 milioni e risorse per le imprese che vogliono internazionalizzare ancora più ingenti. Da inizio pandemia, mobilitati 90 miliardi

Sace c’è e per l’export è una bella notizia. Nel corso del 2021, la società in Mef (dopo il passaggio da Cassa depositi e prestiti) ha portato avanti la sua missione a sostegno delle imprese e del sistema Paese, centrando anche gli obiettivi di sostenibilità economico-finanziaria del modello di business. Più nel dettaglio, il gruppo ha realizzato un risultato lordo positivo di 138,5 milioni di euro, in aumento del 30% rispetto all’esercizio precedente, ed un utile netto pari a 105,6 milioni di euro (79,7 milioni nel 2020). Ma, soprattutto, il gruppo ha mobilitato complessivamente 42 miliardi di euro a sostegno delle imprese italiane fra attività a supporto di export e internazionalizzazione.

Risultati, ha spiegato la stessa Sace, che sono il frutto del contributo di tutte le società del gruppo, che hanno realizzato performance record, grazie al progressivo sviluppo di sinergie di gruppo e a un’offerta di strumenti assicurativo-finanziari sempre più digitale e integrata. “Sono molto orgoglioso di questi risultati straordinari, frutto di un grande lavoro di squadra che ha visto tutto il gruppo Sace impegnarsi con grande senso di responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi e della nostra, sempre più ampia, missione di sostegno alle imprese e al sistema Paese, in un contesto così complesso”, ha dichiarato Pierfrancesco Latini, amministratore delegato di Sace. “Negli ultimi due anni abbiamo promosso una collaborazione intensa e proficua con tutti gli attori del Sistema Paese: imprese, sistema bancario e assicurativo, istituzioni – attivando importanti sinergie, fondamentali per rafforzare la competitività delle aziende e dell’economia italiana”.

L’approccio prudente nella gestione delle garanzie pubbliche è confermato dalla forte solidità patrimoniale di Sace con Solvency Ratio al 444%, che consente di mantenere intatto il ruolo di supporto all’economia italiana nonostante le nuove incertezze e la volatilità generata dal recente conflitto tra Russia e Ucraina, il cui impatto verrebbe comunque assorbito, anche nello scenario più avverso, dalle riserve tecniche e patrimoniali. Tornando ai numeri, il patrimonio netto è pari a 4,9 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto al 2020, mentre le riserve tecniche ammontano a circa 5,2 miliardi di euro (+5%).

Ancora, l’operatività di Sace ha generato il 47% delle risorse mobilitate a sostegno delle attività di export e internazionalizzazione delle imprese italiane pari a 12,8 miliardi di euro che, sommate ai risultati conseguiti con Garanzia Italia e Garanzie Green, raggiungono un totale di circa 28 miliardi di euro di risorse. Le aree verso le quali si sono registrati i maggiori flussi di risorse mobilitate sono state le Americhe, in particolare verso Stati Uniti e Perù, e i paesi dell’Europa Emergente. I settori che maggiormente hanno beneficiato del supporto di Sace a sostegno delle loro esportazioni sono il manifatturiero, la meccanica strumentale e le infrastrutture e costruzioni, oltre naturalmente le grandi filiere del Made in Italy come la cantieristica navale, l’energia e il petrolchimico.

“Queste risorse hanno supportato l’intero tessuto imprenditoriale italiano”, ha sottolineato ancora Latini, “con una maggiore penetrazione del segmento pmi e mid corporate, un’attenzione crescente alla sostenibilità, un’ampia diversificazione dei settori e una netta riduzione del peso dei settori concentranti, tra cui il crocieristico. Un supporto che, paragonato al periodo pre-pandemico, è complessivamente raddoppiato”.


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