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Avio Aero nell’EuroDrone. Una buona notizia per l’Italia (e l’Europa)

La scelta del motore italiano per equipaggiare l’EuroDrone è una bellissima notizia, per gli attori coinvolti e per l’Italia. Anche per l’Europa, rappresenta un esempio virtuoso di come si possano garantire alla Difesa comune i prodotti e gli strumenti migliori, al di là degli interessi dei singoli Paesi a vantaggio delle necessità comuni

Al termine di una durissima competizione il motore Catalyst di Avio Aero è stato scelto per equipaggiare i velivoli europei a pilotaggio remoto Eurodrone. È una bellissima notizia per tutti gli attori coinvolti.

Innanzi tutto per Avio Aero, l’impresa italiana che ha raccolto la lunga tradizione italiana nel campo della propulsione aeronautica iniziata nel lontano 1908 e che da nove anni è entrata nel gruppo multinazionale General Electric. Avio Aero ha collaborato in ambito europeo ai motori dei velivoli Tornado e Eurofighter, alla realizzazione delle turbine navali di derivazione aeronautiche installate sulle unità della Marina e su molte altre unità militari e civili, allo sviluppo e produzione di alcune parti fondamentali dei grandi motori civili utilizzati da Boeing e da Airbus. È un’impresa ad elevatissimo contenuto tecnologico, anche grazie al costante impegno nell’innovazione, fra cui l’additive manufacturing che consente un radicale miglioramento dei processi produttivi.

Avio Aero ha sviluppato il primo propulsore europeo destinato a velivoli della classe dell’Eurodrone, coinvolgendo altre imprese europee del gruppo GE. Ed è emblematico che il Catalyst sia anche un propulsore ITAR-free ovvero che non utilizza componenti americane sottoposte a limitazioni di esportazione, garantendo quindi l’auspicata sovranità tecnologica europea sia nell’avere a disposizione un motore europeo, sia nell’averlo senza limitazioni americane. Complessivamente sono al momento previsti 120 motori con relativo supporto logistico e un giro d’affari che si avvicina ai 500 milioni di euro. L’entrata in servizio dell’Eurodrone è prevista fra sette anni.

È una bellissima notizia per l’Italia perché conferma la validità della strategia seguita nell’ultimo decennio nel campo della propulsione aeronautica e marina. Avio Aero è un gioiello della tecnologia italiana e un assett strategico nazionale e proprio per questo è stata seguita con attenzione e supportata dal nostro sistema-Paese. Va anche ricordato che la normativa sulla Golden Power è nata proprio in occasione del cambio proprietario di questa impresa. I risultati stanno dimostrando come la sua applicazione abbia consentito di mantenere, anzi di sviluppare, le capacità tecnologiche e industriali in questo settore strategico. L’identità di un’impresa è legata al territorio dove opera e dove vengono prese le decisioni ed è la sorveglianza del governo a garantire la tutela degli interessi nazionali (e anche europei).

Avio Aero è da sempre stabilmente radicata in Italia e in Europa ed è parte di quell’European defence technological and industrial base che deve essere rafforzata anche alla luce della crisi ucraina come indicato dal recente Vertice dei Capi di Stato e di Governo di Versailles che ha sollecitato Commissione Europea ed Eda ad operare in questo senso. Impegno che è stato subito dopo ripreso dallo Strategic compass approvato dal Consiglio europeo.

È, infine, una bellissima notizia anche per l’Europa perché dimostra che, se si vuole, si possono premiare le logiche dell’efficacia, efficienza e competitività e non quelle della nazionalità o degli interessi industriali. Il programma europeo Eurodrone è guidato da Airbus, il grande gruppo aerospaziale e della difesa franco-tedesco-spagnolo. La sua scelta di un propulsore realizzato in Italia ed altri paesi è un esempio virtuoso di come si possono garantire alle Forze Armate europee i prodotti migliori al minore costo e con la garanzia che saranno supportati efficacemente.

Dobbiamo essere tutti consapevoli che fra le tante cose che dovranno cambiare dopo l’invasione russa dell’Ucraina vi è anche la necessità di mettere al primo posto le esigenze di difesa e sicurezza e questo richiede una base industriale in grado di offrire equipaggiamenti comuni moderni e competitivi.

 

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