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Il soft power non basta, l’Europa deve difendersi. L’analisi di Alex Karp (Palantir)

“È tempo che l’Europa comprenda che la sua difesa dipende da una fonte indigena di forza”. A scriverlo è Alex Karp, ad di Palantir, che in una lettera aperta ammonisce il Vecchio continente (e non solo) sulla necessità di fare i conti con concetti antichi, come l’uso della forza quale continuazione della politica “con altri mezzi”

“È ormai chiaro che la fantasia di una pace duratura e perpetua in Europa era quantomeno prematura. La semplice convinzione, per quanto convinta, che le nazioni dovrebbero risolvere i loro disaccordi attraverso il dialogo, fa poco per limitare l’uso della violenza da parte di un Paese per promuovere i propri obiettivi politici”. A scriverlo è Alex Karp, amministratore delegato di Palantir Technologies (società di software americana specializzata in analisi di Big data per le agenzie federali e la comunità di intelligence degli Stati Uniti) in una lettera aperta con cui il ceo analizza le questioni di sicurezza nel Vecchio continente alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.

Analizzare il mondo per come è

Secondo Karp, in qualche modo l’attuale guerra in Europa orientale sarebbe derivata anche da una “sospensione dell’incredulità collettiva”, per cui la fiducia cieca in determinati ideali non ha permesso di distinguere, da parte di coloro al potere, tra come il racconto del mondo “dovrebbe essere” e come invece “è”. “Siamo stati così sicuri per così tanto tempo che le questioni morali più significative del mondo fossero essenzialmente risolte, che continuiamo ad affrontare la scoperta della storia con un certo grado di shock”. Questa mancanza di attenzione rispetto ai mutamenti nelle capacità e nelle ambizioni nazionali, scrive ancora Karp, “può essere fatale per chi preferisce imporre la propria visione della storia, invece che indagarne le complessità”.

Il soft power non basta

“La fantasia di un mondo naturalmente pacifico può essere confortante, ma di nuovo sta sparendo”, scrive ancora l’ad di Palantir, e l’Europa si trova ora a fare i conti di nuovo con quello che è il potere ordinario di uno Stato: la minaccia credibile della violenza per perseguire obiettivi politici “con altri mezzi”. Come ricorda Karp, infatti: “la difesa del monopolio legittimo della violenza non è solo ciò che definisce lo Stato, come ha chiarito Max Weber, ma è ciò che ne rende possibile la continua esistenza”. Per troppo tempo, dunque, Europa e Stati Uniti hanno sperato che il solo “soft power” potesse bastare a rendere “obsoleti i militari”. Di fronte alle aspirazioni di un governo autocratico, questo ideale ha fallito “in modo spettacolare”.

Una fonte indigena di forza

Ora, per Karp, è tempo che l’Europa comprenda che la sua difesa, e quella dei suoi alleati, richiede lo sviluppo di una “fonte indigena di forza” capace di difendersi da sola nel più breve tempo possibile. Ma per fare ciò l’Europa avrà bisogno di qualcosa di più di un finanziamento aggiuntivo e di una “pausa momentanea dalle familiari dispute politiche di un continente che sta ancora negoziando i termini di una sua identità”. L’Europa, infatti, deve diventare leader nelle tecnologie dirompenti per la Difesa.

Una rivoluzione digitale europea

Negli ultimi due decenni l’Europa è rimasta ai margini della rivoluzione digitale – scrive ancora l’ad di Palantir – i cui principali partecipanti sono essenzialmente basati negli Stati Uniti”. L’intersezione tra talento tecnico-ingegneristico, la protezione garantita all’accademia, e l’aggressiva ricerca da parte del governo di tecnologie veramente dirompenti per assicurare la propria Difesa, sono gli elementi che hanno permesso l’ascesa del modello americano. Ora, la sinergia tra tecnologia, governo e aziende è ciò che sarà necessario per l’Europa “per rimanere forti abbastanza da riuscire sconfiggere la minaccia di occupazione estranea”. Karp è netto nelle sue conclusioni: “Il centro reggerà; ma abbiamo bisogno di un’industria tecnologica alleata in Europa che si faccia avanti e combatta la battaglia al nostro fianco per poter vincere”.



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