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Il lungo inverno delle Spac. Ecco il flop delle società veicolo

Dopo i fuochi d’artificio degli ultimi tre anni, con un gran numero di Ipo rese possibili dalle special purpose acquisition company, il grosso delle aziende che hanno fatto ricorso a questo particolare veicolo sembra aver fallito gli obiettivi di crescita. E in Italia…

 

Le società di acquisizione che traghettano in Borsa piccole ma innovative realtà, dopo tre anni di crescita ed espansione, sembrano abbiano improvvisamente finito il carburante. Non è più tempo di raccogliere centinaia di miliardi di dollari, come accaduto nel biennio 2020-2021, il vento è cambiato. E soffia contro.

Al punto che, come raccontato dal Financial Times, le azioni delle stesse Spac sono scambiate al di sotto dei 10 dollari per azione. Vale per tutti il caso di Virgin Galactic, la società dello spazio del magnate inglese Richard Branson, il cui valore, dopo essere stata praticamente costituita tramite una Spac, si aggira sui 7 dollari ad azione. Oppure la società di office-sharing WeWork, oggi vale 5 dollari ad azione.

Insomma, sembra proprio che laddove abbiano messo mano le Spac i risultati non siano stati all’altezza delle aspettative. Una ricerca di Dealogic, citata dallo stesso quotidiano britannico, mostra che diversi produttori di veicoli elettrici che si sono quotati tramite Spac hanno rivisto al ribasso le loro proiezioni di crescita. La start-up EV Nikola, per esempio, è una di queste, così come il produttore di batterie EV Romeo Power o la collega EV Lucid, che ha tagliato la sua produzione 2022 da 20 mila unità a 12 mila-14.000.

Non è finita, c’è anche il caso del rivenditore di auto elettriche Rivian. Dalla quotazione alla fine del 2021, a mezzo Spac Rivian ha pianificato di spedire 1.015 veicoli entro la fine del 2021, ma ne ha effettivamente immessi sul mercato solo 920. Anche per questo ha registrato una perdita netta di 2,46 miliardi di dollari su 54 milioni di entrate nel quarto trimestre.

E in Italia? In Italia le Spac hanno attecchito, ma no così come si pensava. A fine gennaio si è molto parlato di una nuova Spac, quella promossa da Carlo Calabria (fondatore di Cmc Capital ed ex capo dell’m&a di Credit Suisse, ex vicechairman investment banking BofA Merrill Lynch), Franco Bernabè (ex amministratore delegato di Eni e già presidente Telecom) e Manfredi Lefebvre (presidente di Heritage Group ed ex proprietario del gruppo di crociere di lusso Silversea). Il veicolo è stato battezzato Sustainable Ventures e dovrebbe avere un focus su soluzioni tecnologiche dedicate alla transizione ambientale, puntando a una raccolta di 200 milioni di euro e alla quotazione il prossimo marzo.

Quotazione tuttavia sfumata e rimandata a data da destinarsi. Anche se resta la mission, verso tutte le soluzioni che portino a ridurre le emissioni di Co2, lungo tre direttrici: mobilità sostenibile, economia circolare ed elettrificazione del sistema, a partire ovviamente dalle rinnovabili. Visto e considerato che il conflitto in Ucraina ha messo a nudo la necessità di accelerare sui progetti che sgancino l’Italia e l’Europa dalla dipendenza dal gas e dal petrolio, trovando modi alternativi di produrre energia.

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