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Tim e Cdp accelerano verso la rete unica. Aspettando Kkr

Il fondo americano non sembra aver chiuso la porta al progetto per la fusione degli asset dell’ex Telecom con quelli di Open Fiber. E potrebbe anche arrivare un’Opa. Ma nel mentre il gruppo telefonico e Cdp accelerano

 

La rete unica è ormai in vista, anche se le miglia da percorrere sono ancora molte. Da una parte ci sono Tim e uno dei suoi azionisti, Cassa depositi e prestiti (socio al 9,8%) abbastanza compatti verso un’infrastruttura unica per la banda larga. Anche e non solo sull’onda del piano messo a punto dal ceo Pietro Labriola, che spiana la strada alla fusione degli asset di rete dell’ex Telecom con quelli di Open Fiber, affidandone il controllo allo Stato.

Dall’altra il fondo statunitense Kkr, la cui Opa (50 centesimi ad azione) per il momento è rimasta in una specie di limbo, non ancora messa sulla carta, nero su bianco, a differenza della manifestazione di interesse dello scorso novembre. Eppure, sembra proprio che il fondo non abbia del tutto accantonato il progetto per la rete unica. A un primo momento di diffidenza verso la convergenza con gli asset di Open Fiber, è seguita una maggiore disponibilità verso la messa a sistema delle due infrastrutture.

Come emerso dal contenuto di una lettera inviata nei giorni scorsi dallo stesso Kkr ai vertici dell’ex Telecom, a detta del fondo il progetto di rete unica va valutato attentamente e bisogna capire se crea valore per tutti nel rispetto delle norme Antitrust. Insomma, per Kkr la porta non è chiusa. E forse non lo è nemmeno per il mercato visto che all’indomani della missiva il titolo Tim in Borsa è arrivato a guadagnare il 9% a 0,33 euro per azione.

Insomma, il riassetto ci sarà e forse potrebbe anche materializzarsi un’Opa visto che Kkr, sempre nella risposta inviata a Tim, si dice anche pronto a discutere della possibile integrazione della rete fissa del gruppo tlc (il fondo è in ogni caso già azionista di FiberCop con il 37,5%) con Open Fiber. E che la realizzazione della rete unica sia uno degli obiettivi del governo come ribadito, nel corso Bloomberg Italy Capital Markets Forum 2022 di Milano di mercoledì, da Francesco Giavazzi, consigliere economico della presidenza del consiglio e da Dario Scannapieco, ad di Cassa Depositi e Prestiti che detiene il 60% di Open Fiber oltre al 9,8% di Tim.

Che la priorità sia la rete unica, lo dimostra anche un altro fatto. Come scritto da Repubblica, Tim e Open Fiber la prossima settimana saranno impegnate a rivaleggiare nella gara per portare la banda ultralarga nelle aree grigie, oggetto dei bandi del Pnrr, ma all’inizio di aprile dovrebbero firmare il primo accordo per apparecchiare il tavolo delle trattative sulla rete unica, quella che nascerebbe dalla fusione tra le loro due infrastrutture rivali.

Formalmente le offerte dei bandi europei da 3,6 miliardi scadranno giovedì 31 marzo, venerdì è prevista l’apertura delle buste e quindi partirà l’iter delle verifiche dei piani di sviluppo dei singoli concorrenti per aggiudicare le gare al miglior offerente. A quel punto la gara entrerà nel vivo, e Tim e Open Fiber da rivali potrebbero sedersi a un tavolo per studiare come mettere insieme le forze.

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