Il presidente Usa atteso al summit Nato e al Consiglio europeo, le cui conclusioni parlano di “nuovo contesto globale” con riferimento al prossimo incontro con Xi. L’obiettivo dei 27 è minacciare conseguenze in caso di sostegno alla guerra di Putin contro l’Ucraina. Ma…
Come già evidenziato su Formiche.net la scorsa settimana, il viaggio del presidente statunitense Joe Biden in Europa ha come obiettivo la necessità di serrare i ranghi dell’Occidente davanti all’invasione russa dell’Ucraina, ma anche al possibile sostegno della Cina di Xi Jinping a Vladimir Putin. Il viaggio prevede due tappe: a Bruxelles per il vertice straordinario della Nato e il Consiglio europeo; a Varsavia per incontrare i leader polacchi. Presentandolo, Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha spiegato che Biden sarà in Europa “per assicurarsi che restiamo uniti, per cementare la nostra determinazione collettiva, per inviare un potente messaggio che siamo preparati e impegnati in questo per tutto il tempo necessario”. Poi l’avvertimento: “Ci aspettano giorni difficili in Ucraina. Questa guerra non finirà facilmente o rapidamente”.
Washington vuole spingere gli alleati oltre Atlantico a minacciare “conseguenze” nel caso in cui Pechino desse sostegno a Mosca, sia militare sia economico (con strumenti per aggirare le sanzioni occidentali, per esempio).
Il primo aprile, una settimana dopo il Consiglio europeo, si terrà un vertice bilaterale tra l’Unione europea e la Cina. Come spesso accade, l’Unione europea è divisa. C’è chi – come la Lituania, i cui rapporti con la Cina si sono recentemente deteriorati sulla questione Taiwan – guida un fronte per imporre sanzioni dirette a Pechino in caso di sostegno all’invasione di Mosca, ben sapendo che l’Unione europea non dispone di strumenti per restrizioni secondarie. E c’è chi – a partire da Francia e Germania – predica prudenza temendo una reazione cinese, che Pechino ha già minacciato tramite uno dei suoi organi di propaganda, il giornale in lingua inglese Global Times.
Qualcosa, però, sembra cambiato a Bruxelles. Nelle bozze delle conclusioni del Consiglio europeo su cui gli ambasciatori stanno lavorando alla vigilia dell’appuntamento si citano scambi di opinioni “sulle relazioni con la Cina nel nuovo contesto globale, in particolare sull’aggressione militare russa contro l’Ucraina”.
È cambiato il contesto globale, dicono i leader europei. E ciò non può che avere ripercussioni nelle relazioni con la Cina, specie in caso di uno scontro tra modelli, democrazie contro autocrazie. Difficilmente Ursula von der Leyen e Charles Michel, presidenti rispettivamente della Commissione europea e del Consiglio europeo, sceglieranno la linea dura durante l’incontro con Xi. Ma cercheranno di spingere la Cina a un ruolo responsabile nella crisi nonostante quella amicizia “senza limiti” che l’ha recentemente legata alla Russia.
L’Ucraina si somma alle sanzioni contro il Parlamento europeo, alla rappresaglia contro la Lituania e al congelamento dell’accordo sugli investimenti firmato alla fine del 2020. Sono ormai tanti i contenziosi aperti tra Unione europea e Cina. Ecco allora che spunta un interrogativo: “È la Cina a volere il disaccoppiamento dall’Occidente?”, come ha detto un diplomatico europeo al Foglio.
(Foto: Twitter @POTUS)