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La donna perno dell’Umanesimo di Francesco

All’incontro promosso dal Centro femminile italiano con Bergoglio, il discorso del papa ai partecipanti ancora una volta coglie il senso delle verità fondamentali dell’essere umano, in una fase storica in cui i diritti di tante persone vengono calpestati e distrutti dalla guerra in Ucraina

L’importanza del Magistero del Papa è quello di ricordarci delle verità fondamentali.

Una di queste Francesco l’ha espressa nel Discorso tenuto ai partecipanti all’incontro promosso dal Centro femminile italiano giovedì scorso.

L’appuntamento è stato, infatti, l’occasione per parlare ancora una volta dell’essere umano, in una fase storica in cui i diritti di tante persone vengono calpestati e distrutti dalla guerra in Ucraina.

Al centro dell’essere umano sta la donna.

L’essenza dell’uomo è la donna. Quando le donne sono umiliate, disprezzate, violentate o subdolamente soltanto sottomesse o sottovalutate, l’umanesimo, cristiano o non cristiano che sia, muore. E con esso muore anche ogni elemento maschile.

Custodire il femminile tuona oggi ancora come un monito morale e una finalità politica. Il fondamento della dignità di ogni persona è sorretta, costituita, fondata sulla natura umana, fatta di uomini e donne. Non l’uno senza l’altra. Non una contro l’altro.

Non esiste un genere umano fatto di uomini soli o di uomini “con anche” le donne.

Richiamandosi a Pio XII, nonché alla dottrina permanente della Chiesa Cattolica, Bergoglio ha riconosciuto la centralità non dell’individuo e del suo capriccio, la quale finisce sempre, alla fine, per strumentalizzare l’altro, ma della comunità umana nel suo insieme, fatta di persone incarnate nel proprio essere spiritualmente e materiale, singolare e unico, nel quale la dignità è, innanzitutto, l’essere oggettivo e soggettivo del maschile e del femminile.

Papa Francesco ha rimarcato così, con la semplicità autentica che lo contraddistingue, non soltanto il sentimento di riconoscimento verso il femminile, ma la quintessenza vera dell’umanesimo cristiano che ha al centro la donna bambina, figlia, madre, nonna, lavoratrice, senza la quale non esiste il genere umano.

Il nemico oggi è la guerra, e a pagarlo sono più di tutti proprio donne, bambini, persone fragili e vulnerabili. Ma per Francesco il male vero, più profondo e tragico, è il potere, la volontà di soggiogare, di dominare, che si esprime nell’ordinario di tutti i giorni, anche prima e al di fuori della guerra, come ostilità maschile verso le donne, talvolta con atti di deprecabile e meschina viltà.

La cura al potere dispotico, violento, è la verità sostanziale dell’umanesimo, e le donne sono l’antidoto più consistente, consueto e bello che esista in natura ad ogni deriva disumanizzante e ad ogni squallore.

D’altronde, amare, amarsi reciprocamente, restare uniti nella differenza, è il pilastro della famiglia e della comunità. E tutto ciò che di positivo può nascere nel mondo si genera con il semplice riconoscimento che si deve al più grande mistero dell’universo: le donne, e quello che ogni giorno le donne esprimono nella vita e nella società. Questa consapevolezza profonda e archetipa, a ben vedere, costituisce l’unica prospettiva valida su cui si possa ragionare concretamente di felicità personale e collettiva nel futuro dell’umanità.

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