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Giornata mondiale della Terra, tra green generation e green economy

Voluto fortemente dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson e indetto dal 1970, l’Earth Day coinvolge ogni anno oltre un miliardo di persone in ben 192 Paesi nel mondo: tutti insieme per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. Ecco le iniziative in Italia

“Invest in our planet”. È questo il titolo della 52° edizione della Giornata della Terra, istituita dalle Nazioni Unite il 22 aprile 1970, la manifestazione più significativa e partecipata a livello mondiale per ricordare l’importanza della tutela e della conservazione delle risorse naturali e la sopravvivenza del pianeta. Voluto fortemente dal senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson, coinvolge ogni anno oltre un miliardo di persone in ben 192 Paesi nel mondo: tutti insieme per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia.

È l’affermazione di quella che ormai tutti chiamano “green generation”, che guarda ad un futuro libero dall’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, ad un consumo responsabile e sostenibile, allo sviluppo di una green economy e ad un cambio di paradigma economico da lineare a circolare. “Ricordatevi che voi siete il presente e non il futuro dell’umanità – avvertiva papa Francesco alla vigilia di COP Giovani 26 – quindi fate chiasso per scuotere le coscienze di chi oggi governa il mondo”.

“C’è un solo Pianeta, ribadisce la Commissione Europea, eppure entro il 2050 il mondo consumerà come se ce ne fossero tre. Si prevede che il consumo globale di materiali raddoppierà nei prossimi quarant’anni, mentre la produzione di rifiuti aumenterà del 70% entro il 2050”. La metà delle emissioni totali di gas serra e oltre il 90% della perdita della biodiversità provengono dall’estrazione e dal trattamento delle risorse. Per questo il Green Deal europeo ha lanciato una strategia per un’economia climaticamente neutra, competitiva ed efficiente sotto il profilo delle risorse. “L’aumento dell’economia circolare darà un contributo decisivo al raggiungimento della neutralità climatica al 2050 e al disaccoppiamento della crescita economica dall’uso delle risorse”.

La stessa Unione Europea ricorda che “quasi 2 milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono ogni anno a causa di fattori ambientali come l’inquinamento. Una persona su tre non ha accesso ad acqua potabile sicura. La temperatura sulla Terra aumenterà di oltre 2°C in questo secolo, anche se raggiungiamo gli obiettivi climatici al 2030, con ripercussioni sull’approvvigionamento alimentare, sulla vita e sui mezzi di sussistenza”. E quest’anno, in occasione di questa giornata, è stata organizzata una campagna globale di sensibilizzazione “creando un battito cardiaco virtuale del nostro Pianeta Terra. Il futuro dipende dalle nostre azioni, grandi o piccole, tutte le azioni contano”.

Impossibile dar conto delle tante manifestazioni che anche nel nostro Paese vengono organizzate per questa giornata. Il messaggio di tutti è sempre lo stesso: abbiamo un solo pianeta e dobbiamo fare di tutto per salvarlo.

Earth Day Italy, come ogni anno, organizza una maratona multimediale “OnePeopleOnePlanet” attraverso la quale si vuole lanciare al mondo un “messaggio di speranza di una sola famiglia umana nell’unica casa comune per promuovere la solidarietà universale”. Al centro della maratona, il Festival dell’Educazione alla Sostenibilità per diffondere i temi dell’Agenda 2030 sulla sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e favorire l’incontro con tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalle università ai centri di ricerca, agli operatori dell’informazione e della cultura.

Legambiente rivolge un appello a governo e cittadini per fare la loro parte con azioni concrete che hanno al centro alcune parole chiave: per il governo, più rinnovabili, più mobilità sostenibile, più economia circolare, politiche climatiche più ambiziose, maggiore coinvolgimento dei territori. Per i cittadini: una spesa intelligente che eviti sprechi, uno stile di vita sostenibile, più attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, sviluppo degli orti urbani per il consumo familiare.

La risposta del governo è contenuta nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con il quale “intende sviluppare una leadership tecnologica e industriale nelle principali filiere della transizione (sistemi fotovoltaici, turbine, idrolizza tori, batterie) che siano competitive a livello internazionale e consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie e creare occupazione e crescita”.

L’ultimo aggiornamento del Pnrr, alla Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica” sono assegnati circa 70 miliardi  “per l’agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti; programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili; investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni per l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato; e iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, per salvaguardare e promuovere la biodiversità del territorio, e per garantire l’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche”.

Lo scorso 2 marzo, a Nairobi, Kenya, l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente si è interrogata su come “rafforzare le azioni per la natura per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile”. L’Agenda 2030 dell’Onu sullo sviluppo sostenibile, adottata da tutti i Paesi membri, “mira a porre fine alla povertà e ai conflitti, costruire società giuste e inclusive e garantire la protezione duratura del pianeta e delle risorse naturali”. Esistono le conoscenze, la tecnologia e le risorse per effettuare la transizione verso un futuro positivo per la natura, la nostra salute, le nostre economie, il nostro futuro. “Ora è il momento di agire, l’appello lanciato a Nairobi, contro lo sfruttamento eccessivo, lo sviluppo incontrollato e il cambiamento climatico”.



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