Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Amazon sfida SpaceX nella corsa dell’internet via satellite

L’azienda numero uno dell’e-commerce ha siglato tre accordi storici con Arianespace, Blue Origin e United Launch Alliance  per lanciare oltre 3 mila satelliti in orbita per la banda larga. Partita la sfida a Starlink di Elon Musk

Con la firma sul contratto con Arianespace, Blue Origin e United Launch Alliance (Ula), Amazon si è iscritta ufficialmente alla corsa allo spazio e lancia il guanto di sfida a SpaceX per l’Internet satellitare. “Siamo onorati di avere un ruolo significativo nel Project Kuiper di Amazon, che mira a connettere decine di milioni di persone a Internet”, fanno sapere da Arianespace (azienda europea) con l’entusiasmo di chi ha siglato il più grande accordo della sua storia. L’annuncio è arrivato nel bel mezzo dell’International Space Symposium a Colorado Springs, negli Stati Uniti. La collaborazione “si baserà sullo spirito innovativo europeo, sulla potenza industriale e su anni di esperienza dei partner di Ariane”, continuano dall’azienda.

L’intesa con questi tre colossi – Blue Origin è stata fondata da Jeff Bezos ed è stata premiata dalla Nasa, mentre la Ulaè una joint venture che ha tra i suoi clienti anche la Difesa degli Stati Uniti – prevede 83 lanci spaziali nel giro di un quinquennio posizionando così una costellazione di 3.236 satelliti nell’orbita bassa, per garantire il servizio di connessione a banda larga. Questa è infatti la missione del Project Kuiper, che vuole distribuire internet a “comunità non servite o poco servite in tutto il mondo”. L’approvazione della Federal Communications Commission (FCC) era arrivata nel 2020 e prevedeva la distribuzione entro nove anni. Almeno la metà doveva essere spedita in orbita da lì a sei anni (2026), pena l’impossibilità di inviare alcuni satelliti. Il primo lancio dei due prototipi, KuiperSat-1 e KuiperSat-2, dovrebbe arrivare entro la fine di quest’anno.

C’è pertanto un ritardo sulla tabella di marcia e gli addetti ai lavori non hanno motivato le cause, ma fanno sapere che stanno recuperando e “sono sulla buona strada per rispettare le scadenze stabilite nella licenza della FCC”. Come scrive il Wall Street Journal, Blue Origin dovrà occuparsi di almeno 12 lanci (con il razzo New Glenn) con un’opzione per ulteriori 15, la Ula di 38 più i 9 già annunciati da Amazon lo scorso anno (i primi con razzo Vulcan Centaur, i secondi con Atlas V) e, infine, la francese Arianespace di 18 (Ariane 6).

“Questi accordi riflettono il nostro incredibile impegno e fiducia nel progetto Kuiper e siamo orgogliosi di lavorare con una formazione così impressionante di partner per portare a termine la nostra missione”, ha affermato David Limp vice presidente senior per i servizi e i dispositivi di Amazon. Per l’azienda del Ceo Andy Jassy non è una sfida totalmente nuova visto che ha già avuto a che fare in passato con simili accordi. Con Verizon Communication, ad esempio, ha concordato un piano che, tramite satelliti, potesse distribuire la connessione nelle aree rurali e con poco campo negli Stati Uniti.

Certo, la concorrenza non è banale. OneWeb è un’altra attrice di questa storia ma la vera protagonista è SpaceX già ben oliata e un bel passo avanti rispetto alle altre. Ha lanciato oltre 1.900 satelliti e possiede circa 250 mila abbonati alla sua rete satellitare, Starlink. Questo ha fatto la sua comparsa anche nel conflitto in Ucraina, prima per garantire ai cittadini di mantenere il proprio accesso ad Internet e poi per aiutare Kyiv a difendersi dal nemico. I droni che distruggono obiettivi militari russi sarebbero telecomandati grazie al servizio di Musk.

Anche il presidente Volodymyr Zelensky lo ha ringraziato pubblicamente perché non si limita alle parole di solidarietà. Allo stesso modo, un mese prima, Musk si era messo al lavoro per cercare di ripristinare la rete a Tonga dopo l’eruzione del vulcano che ha isolato l’arcipelago del Pacifico.

Sfidarla dunque non sarà facile ma una marcia in più arriverà dalla passione per lo spazio del fondatore di Amazon. Da ragazzo, Bezos aveva intenzione di colonizzare lo spazio per salvare l’habitat naturale della Terra. Nel 2021, invece, è stato il primo turista al mondo a visitare lo spazio proprio grazie alla Blue Origin. Una pietra miliare non paragonabile all’intera operazione di Project Kuiper, il cui costo non è ufficiale ma dovrebbe aggirarsi intorno ai dieci miliardi di dollari.

Tanto è disposto a mettere Amazon sul piatto per riuscire competere con Starlink di SpaceX, attualmente padrona indiscussa nel campo. Ma nella sfida della banda larga satellitare, ha ricordato il vice presidente Limp, c’è posto per più protagonisti: non per la vastità dello spazio, ma purtroppo per la grande quantità di persone che sul nostro pianeta vive senza connessione a Internet.

×

Iscriviti alla newsletter