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False flag a Belgorod? Kiev nega l’attacco sul suolo russo

Kiev dichiara di non aver colpito il deposito di carburante sul territorio russo. Un false flag russo? Cortina fumogena ucraina?

Il massimo funzionario della sicurezza ucraina ha respinto l’accusa di Mosca a Kiev per un attacco a Belgorod, uno dei principali centri logistici in Russia per spingere la guerra nel nord-est, dove la notte scorsa due elicotteri da combattimento hanno colpito un deposito per lo stoccaggio di carburante.

Da Kiev esce l’ipotesi di un false flag russo, progettato per far saltare i negoziati e/o per incattivire ulteriormente gli attacchi? Ma non sarebbe troppo costoso?

“Per qualche ragione dicono che siamo stati noi, ma secondo le nostre informazioni questo non corrisponde alla realtà”, ha detto il segretario del Consiglio di Sicurezza Oleksiy Danilov alla televisione nazionale ucraina.

In precedenza, il portavoce del ministero della difesa ucraino ha detto che non avrebbe confermato né negato un ruolo ucraino: “L’Ucraina sta attualmente conducendo un’operazione difensiva contro l’aggressione russa sul territorio dell’Ucraina, e questo non significa che l’Ucraina sia responsabile di ogni catastrofe sul territorio della Russia”, ha detto.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che il presidente Vladimir Putin è stato informato dell’accaduto. Peskov ha aggiunto che l’attacco potrebbe mettere in pericolo i negoziati di pace di Mosca con Kiev: è questa la posizione tenuta dal Cremlino appena diffusa l’informazione del bombardamento.

La società petrolifera russa Rosneft, proprietaria del deposito di carburante, ha detto in una dichiarazione separata che nessuno è rimasto ferito nell’attacco e nel grande ‘incendio che ne è scaturito. Il ministero della Difesa russo ha detto che la struttura era esclusivamente per uso civile, ma è del tutto plausibile che il carburante avrebbe potuto essere usato anche per rifornire i mezzi militari.

L’intelligence militare britannica ha detto che la distruzione dei serbatoio probabilmente aggiungerà uno sforzo a breve termine alle già tese catene logistiche della Russia. “Le forniture alle forze russe che circondano Kharkhiv (60 km da Belgorod) possono essere particolarmente colpite”, ha detto il ministero della Difesa di Londra nei suoi bollettini informativi quotidiani su Twitter.

Un deposito di munizioni vicino a Belgorod ha preso fuoco mercoledì, causando una serie di esplosioni. Le autorità stanno ufficialmente aspettando di stabilire la causa dell’accaduto, e ci sono ipotesi che si sia trattato di un’incursione delle forze speciali ucraine. C’è anche la versione che a colpirlo sia stato uno o più missili Tochka.

Si parlerà ancora di quanto accaduto a Belgorod, perché potrebbe essere importante per una nuova fase della guerra. Se si è trattato di in false flag le ipotesi sono quelle sopra riportate sopra, con l’interrogativo sul calcolo: distruggere quei depositi logisticamente molto importanti significherebbe pagare un prezzo alto.

Poi va anche aggiunto che Kiev potrebbe giocare col negare coinvolgimenti — sia per evitare di essere accusata da Mosca di far saltare le trattative (pretesa ironica dei russi, che stanno invadendo l’Ucraina), sia per innervosire la Russia con l’ambiguità, e sia per evitare reazioni dure da Mosca. Gli ucraini d’altronde dicono da sempre di essere pronti a dialogo e cessate il fuoco.

Infine l’ipotesi più affascinante: una sorta di ammutinamento. Riconoscere l’attacco ucraino può essere interpretato come un’ammissione di scarsa capacità e debolezza da parte di alcuni angoli della Difesa russa, che percepiscono la necessità di fermare una guerra che ha avuto un esito pessimo per Mosca. In quest’ottica si potrebbe essere addirittura arrivati all’attacco auto-inflitto per dimostrare la sostanziale impotenza a procedere con la campagna di invasione?

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