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Cinema e fiction, tutti i ritardi dell’Italia sulle disabilità

È giunto il momento di porre finalmente anche per quanto riguarda tutto il settore del video la dovuta attenzione ai disabili non vedenti e non udenti, contribuendo a far fare alle classi politiche e al Paese finalmente quei passi avanti verso una seria tutela delle disabilità che si attendono da tempo ma che scontano grandi ritardi

Com’è noto, in Italia a differenza, ad esempio, che in altri Paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia, l’attenzione alle disabilità è ancora alquanto scarsa. Anche per quanto riguarda il cinema e la televisione il rispetto dei diritti dei non vedenti o udenti, pur sancito dall’articolo 30 della Convenzione dell’Onu, sconta ancora molti ritardi. È vero che per alcune produzioni della Rai è prevista la sottolineatura video per i non udenti e l’audio descrizione per i non vedenti, ma questo avviene per una parte limitata dei programmi ed una parte limitata delle fiction.

Con la legge 220 del 2016 sembrava che si fossero fatti passi avanti nel cinema, in quanto tra l’altro per le produzioni cinematografiche ammesse al beneficio della direzione generale del cinema del ministero della cultura è prevista la scrittura video per i non udenti e l’audio descrizione per i non vedenti. Quello che avviene però normalmente è che si procede a questo per la copia che viene depositata e per poche altre copie ma le effettive copie dei film in circolazione non contengono nulla di tutto ciò.

Passi avanti in più ha fatto Netflix che produce abbastanza copie di film con sottotitoli o con audio descrizione. Fra l’altro sui sottotitoli non c’è problema e per quanto riguarda l’audio descrizione essa non si sovrappone alle scene e all’audio originale del film ma comporta un racconto degli elementi scenici e scenografici che favorisce per i non vedenti una sufficiente rappresentazione del prodotto audiovisivo.

Mi sembra giunto il momento però che il legislatore ponga mano a questo genere di carenze. L’insieme dei non vedenti e non udenti in Italia ammonta a qualche milione di unità ed è assurdo che, nonostante l’articolo 3 della Costituzione preveda l’uguaglianza di tutti i cittadini e il superamento di differenze che riguardano la condizione degli individui in larga parte non vedenti e non udenti siano esclusi di fatto dal poter partecipare alla visione del cinema e delle fiction. Occorrerebbe quindi por mano alla legge del 2016, stabilendo che per tutte le opere in circolazione siano previsti sia i sottotitoli che la rappresentazione per i non vedenti.

Tanto più per persone che soffrono di questo genere di disabilità, essere sostanzialmente escluse dal circuito del cinema e delle fiction è un problema serio che tocca una parte significativa della loro vita. Recentemente l’unione Italiana ciechi di Roma ha presentato anche una petizione alle autorità istituzionali in tal senso, per indurre alla massima diffusione possibile dell’audio descrizione per i prodotti video, ma questa petizione è caduta come vox clamens in deserto ed ha avuto ben poco seguito. Eppure, con le nuove tecnologie provvedere alla sottotitolazione o all’audio descrizione che viene fatta normalmente con il contributo di uno sceneggiatore e di una voce che racconta, non è difficile e comporta costi ben più limitati rispetto a quanto avveniva in anni passati.

È giunto quindi il momento di porre finalmente anche per quanto riguarda tutto il settore del video la dovuta attenzione ai disabili non vedenti e non udenti, contribuendo a far fare alle classi politiche e al Paese finalmente quei passi avanti verso una seria tutela delle disabilità che si attendono da tempo ma che scontano grandi ritardi. Un Paese civile, che vanta una Costituzione col vigore dell’articolo 3, che non solo fissa il principio di uguaglianza ma che invita anche a rimuovere i fattori che incidono sull’uguaglianza tra i cittadini, deve finalmente dimostrare una seria e documentata attenzione, anche con dati normativi appropriati, a questa grave questione sociale.

Per un governo come quello Draghi che annovera finalmente tra i suoi ministri la figura di un ministro per la disabilità si tratta di un’occasione particolarmente importante e significativa.


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