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La Corte costituzionale e il doppio cognome. Le risposte di Celotto (Amendola?)

Il professore e i dubbi sulla sentenza: il cognome della madre andrà prima o dopo quello del padre? Cambierà la regola solo per i prossimi nascituri o anche per tutti noi? I figli che nasceranno da genitori con due cognomi ne avranno sempre due oppure quattro? Potremo avere fratelli con cognomi diversi? E cosa accade con il codice fiscale? Lo cambieremo a tutti?

Questo articolo lo firmo come Alfonso Celotto o Alfonso Celotto Amendola, aggiungendo anche il cognome di mia madre?
Sono 3 giorni che ho questo dilemma, da quando la Corte costituzionale ha messo in dubbio uno dei punti cardine della nostra identità anagrafica: avremo anche noi il doppio cognome, aggiungendo quello materno al paterno.
Come funziona? Andiamo con ordine.

Tradizionalmente in Italia, da secoli, al figlio si trasmette il cognome del padre. O se non è riconosciuto da alcun padre, il cognome della a madre, come confermato anche nel codice civile (art. 262).
La legge consente di cambiare cognome, ma soltanto in via eccezionale. Come prevedono gli artt. 89 ss. del DPR 396 del 2000 si può fare una richiesta al Prefetto per cambiare il cognome o il nome quando si tratti di un cognome “ridicolo o vergognoso” o che “rivela origine naturale” oppure per aggiungerne un altro. Però si tratta di una procedura comunque piena di complessità burocratiche.

Da una decina di anni si è iniziato a discutere dell’opportunità di trasmettere al figlio anche il cognome materno, come accade nei paesi di origine ispanica.
Dopo una serie di vertenze e di progetti di legge mai approvati, la questione è arrivata alla Corte costituzionale che nel 2016 ha consentito la attribuzione alla nascita del cognome dei due genitori, ma solo quando i coniugi siano entrambi d’accordo (sent. n. 286 del 2016).

Questa decisione è stata applicata in casi ancora abbastanza rari e negli ultimi anni si è intensificato il dibattito per cambiare definitivamente la regola. Così si è arrivati a una nuova causa alla Corte costituzionale e al comunicato stampa del 27 aprile secondo cui “la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”.

Si tratta di una decisione storica, ma sappiamo ancora con certezza quale sarà la sua portata.
Il cognome della madre andrà prima o dopo quello del padre? Cambierà la regola del cognome solo per i prossimi nascituri o anche per tutti noi? I figli che nasceranno da genitori con due cognomi ne avranno sempre due oppure quattro? Potremo avere fratelli con cognomi diversi? E cosa accade con il codice fiscale? Lo cambieremo a tutti?

Sono domande che da giorni sentiamo ripetere a tanti, ma la risposta non la abbiamo ancora. Innanzitutto, perché la Corte costituzionale ha depositato soltanto un comunicato stampa, in cui ha affermato il nuovo principio, ma dobbiamo aspettare di leggere le motivazioni della sentenza per capirne tutte le applicazioni. Poi perché sarà molto probabilmente necessaria una legge per chiarire tutti gli aspetti applicativi.
Insomma, si tratta di una svolta storica, ma ancora non possiamo saperne tutti i dettagli. Da quanto penso, la regola varrà soltanto per chi nascerà dopo maggio 2022 e dovrebbe trasmettere il cognome di entrambi i genitori, un po come accade in Spagna.

Non si applicherà automaticamente a tutti noi che un cognome lo abbiamo già (cioè non sarà una decisione retroattiva), anche perché sarebbe una operazione burocraticamente complicatissima cambiare 60 milioni di identità (di documenti, codici fiscali, etc.). Ma forse si renderà anche più facile la procedura per chi voglia aggiungere il cognome della madre al proprio. E si troverà una regola stabile per non creare troppa confusione all’interno della stessa famiglia.
Comunque, per oggi io continuo a firmare Alfonso Celotto. Pur restando comunque molto legato al cognome di mia madre.

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