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Accordo sul gas, cosa si aspettano gli algerini

Gli analisti algerini spiegano a Decode39 quali sono i vantaggi che Algeri si aspetta di ottenere dall’accordo con Roma sull’aumento delle forniture di gas

Il premier, Mario Draghi, ha concluso la sua visita ad Algeri con un accordo che vedrà aumentare le forniture di gas algerino al nostro Paese. Ma qual é il vantaggio che gli algerini avranno da questo accordo, considerato che il loro governo è il maggiore alleato della Russia in Nord Africa? Lo hanno spiegato a Decode39 alcuni tra i maggiori analisti economici e politici algerini.

Draghi è arrivato alle 14:20 ora italiana in Algeria, nell’ambito di una visita ufficiale nel Paese, su invito del Presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune. Prima di incontrare il capo di Stato algerino ha tenuto un incontro all’aeroporto internazionale Houari Boumediene con il primo ministro, Ayman Ben Abdel Rahman. Ad accompagnarlo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e il ministro dell’Energia, Roberto Cingolani.

Secondo l’analista algerino, Anwar Malik, l’importanza della visita di Draghi in Algeria è rilevante per entrambe le parti, in quanto l’Italia è ormai alla ricerca della diversificazione delle fonti energetiche, alla luce dell’aggressione russa contro l’Ucraina. Parlando a Decode39, l’ex ufficiale dell’esercito algerino ha spiegato che anche l’Algeria ha bisogno dell’Italia, “in quanto soffre di una sorta di isolamento diplomatico. Penso che queste relazioni si siano intensificate tra le due parti, soprattutto dopo la visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ora le relazioni si stanno consolidando nel quadro delle fonti energetiche”.

Sulla possibilità che l’Algeria aiuti l’Italia a liberarsi dalla dipendenza dal gas russo, Malek ha affermato che il Paese è il secondo fornitore di gas all’Italia e pompa mediante il gasdotto Transmed, che attraversa il Mediterraneo, gas alle coste italiane dal 1983. La capacità giornaliera di gasdotto supera i 110 milioni di metri cubi, ma attualmente trasporta circa 60 milioni di metri cubi. “L’assistenza che l’Algeria può fornire all’Italia consiste nell’aumentare la quantità di gas che verrà pompata attraverso questo gasdotto. Penso che le relazioni italo-algerine si siano consolidate molto e abbiano raggiunto un livello forte, il che rende molto probabile che ci sarà un accordo e l’Algeria esaudirà le richieste”.

Rispetto alla quantità di gas che arriverà dall’Algeria all’Italia, ha spiegato che “non sono disponibili informazioni, ma è molto probabile che l’aumento partirà a breve. Ci sono però dei calcoli che stanno facendo ad Algeri perché l’Algeria non vuole perdere i rapporti con gli altri Paesi europei e la partnership privilegiata con la Russia con cui ha rapporti militari profondi”.

Al momento per l’analista “c’è una forte cooperazione in molti settori tra Italia e Algeria, compreso quello energetico, ma quello che l’Algeria vuole in questa fase è il sostegno italiano nella questione del Sahara occidentale. L’Algeria vede ora che c’è una tendenza europea a sostenere il Marocco. Prima gli spagnoli hanno riconosciuto il piano di autonomia regionale del Paese e dopo è iniziato un discorso positivo in questo senso di Francia e Germania. L’Algeria teme altri orientamenti europei nei paesi dell’UE e cerca alleanze con partiti che trovino un equilibrio in una certa misura”.

Invece l’analista economico algerino, Isaac Kharchi, ritiene che la visita, per la parte italiana, rientri nel quadro di quelle che l’Italia compie normalmente nei Paesi fornitori di gas, come quella in Qatar, per cercare alternative al gas russo.

Kharshi ha detto a Decode 39, che la visita ha molto valore per la parte italiana, perché “l’Italia sta ora cercando una via d’uscita dalla dipendenza dalla Russia nel campo dell’importazione di gas”. Per quanto riguarda l’Algeria, Kharchi ha affermato che la visita “è importante per Sonatrach per vendere maggiori quantità di gas, il che rappresenta un aumento degli utili”.

Il gasdotto Enrico Mattei pompa circa 21 miliardi di metri cubi all’anno dall’Algeria all’Italia. Non è completamente sfruttato, e la quantità di gas che può passare è di 30 miliardi di metri cubi, mentre l’Algeria può fornire 10 miliardi di metri cubi all’anno all’Italia entro la fine del 2022, il che aumenterà il contributo dell’Algeria dal 29% al 40% per diventare il primo fornitore dell’Italia.

Per Kharchi “l’Italia può offrire in cambio un ritorno non economico, probabilmente attraverso il consenso su questioni politiche a dimensione regionale e internazionale”. Ha inoltre espresso l’auspicio che ci sia un partenariato sui prodotti alimentari, dove l’Algeria possa beneficiare dell’Italia nel passaggio dall’economia informale a quella formale.

Tawfiq Boukaida, professore di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università Statale di Algeri, ha spiegato infine che l’importanza della visita è legata alla situazione temporale e alla situazione della guerra russo-ucraina e alle sue ripercussioni a livello mondiale. Boukaida ha affermato che l’Algeria è il secondo fornitore di gas all’Italia dopo la Russia, rilevando che è atteso un aumento nel breve termine.

Per il professore di economia all’università di Algeri, Ahmed Tartar, infine, Roma ed Algeri hanno grosse aspettative anche dallo sfruttamento dei nuovi giacimenti gasiferi scoperti in Algeria, sui quali lavoreranno insieme Sonatrach e Eni. Alcuni di questi giacimenti possono essere sfruttati già dal prossimo mese di giugno. “Dal canto suo l’Italia dovrà aiutare l’Algeria a sviluppare i suoi progetti di energia sostenibile in particolare aprendo impianti solari nel Sahara tramite l’Eni”, ha concluso.

In questo quadro va ricordato che nei primi undici mesi del 2021, il valore dell’interscambio Italia-Algeria è stato pari a 7,63 miliardi di euro, in aumento del 50,27 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020.  È quanto emerge dai dati più aggiornati messi a disposizione dall’ufficio Ice di Algeri.

Spicca, in particolare, il balzo del 92,5 per cento nell’importazione in Italia dei prodotti delle miniere e delle cave algerine (da 2,62 miliardi di euro a 5,05 miliardi di euro) e del 42,9 per cento coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio algerino (da 470 milioni a 672 milioni di euro). L’Italia, da parte sua, esporta in Algeria prodotti per 1,76 miliardi di euro (-9,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020).

Le merci italiane principalmente esportate sono macchinari e apparecchiature (614,5 milioni di euro), prodotti chimici (139 milioni di euro), coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (129 milioni di euro), apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (126 milioni di euro), prodotti della metallurgia (118 milioni di euro, in calo del 38,9 per cento), Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (100 milioni di euro, in calo del 22,8 per cento) prodotti alimentari (93 milioni di euro, in aumento del 73,3 per cento). Il saldo è stato a favore dell’Algeria per 4,108 miliardi di euro.

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