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Perché puntare su export della Difesa e G2G. L’audizione del gen. Portolano

Gli accordi G2G vanno oltre la semplice fornitura di materiale d’armamento, ma creano una rete di relazioni tra Stati consentendo di consolidare partnership strategiche e vantaggio tecnologico. Questo il punto centrale dell’audizione del segretariato generale della Difesa, generale Luciano Portolano, in audizione alla commissione Difesa del Senato

Un settore vitale, strategico e in crescita. È l’immagine del comparto italiano dell’aerospazio, difesa e sicurezza (AD&S) restituita dal segretario generale della Difesa e direttore nazionale armamenti, generale Luciano Portolano, ascoltato in audizione dalla commissione Difesa del Senato. Un settore che ha generato nel 2019, ultimo anno per il quale esiste un rilevamento consolidato, un fatturato pari a 16 miliardi di euro, che si traducono in cinque miliardi di valore aggiunto diretto. E “gli indicatori disponibili ci dicono che l’andamento si mantiene positivo anche per gli anni successivi”, ha aggiunto il generale. La filiera produttiva della Difesa italiana, dunque, ha contribuito a generare 15 miliardi di euro di valore aggiunto nell’economia nazionale, pari allo 0.9% del Pil “con un moltiplicatore pari a tre”. Vale a dire che per ogni euro investito in Difesa se ne sono “guadagnati” tre.

Uno strumento strategico

Il settore, inoltre, è fondamentale anche dal punto di vista geostrategico: “Di fronte al protagonismo di Paesi apertamente in competizione con l’Occidente, appare opportuno evidenziare che il tema dell’export, a cui si aggiunge quello della ricerca tecnologica, trovano in ambito Difesa un comune denominatore, rappresentato dall’esigenza di mantenere il vantaggio tecnologico” ha evidenziato Portolano alla commissione. Questo significa permettere alle capacità di progettazione e produzione di sistemi all’avanguardia di crescere e potenziarsi. È su queste capacità, infatti, che si fonda “la nostra supremazia tecnologica nei confronti dei Paesi competitors strategici sullo scacchiere internazionale”.

Le esportazioni della Difesa

Per quanto riguarda le esportazioni, il nostro Paese si colloca al sesto posto nel mondo, dietro Usa, Russia, Francia, Cina e Germania, ma davanti a Regno Unito, Corea del Sud, Spagna e Israele. “In questo contesto – ha sottolineato Portolano – assumono particolare rilievo le iniziative e gli strumenti che i maggiori Paesi esportatori riescono a mettere in campo per sostenere le rispettive industrie nazionali della Difesa”. Tra questi, sicuramente centrale è lo strumento degli accordi “government to government”, i cosiddetti G2G: “Sempre più richiesti da parte dei Paesi potenziali acquirenti, per l’implicita garanzia politica in termini di stabilità di relazione, semplificazione gestionale e assenza di intermediari commerciali”, ha riferito Portolano. Secondo il generale, questo tipo di accordi va oltre la semplice fornitura di sistemi, ma crea una rete di relazioni tra Stati con un’importante “valenza politica nelle relazioni internazionali, consentendo di consolidare partnership e cooperazioni strategiche”.

Gli accordi government to government

Il generale Portolano è poi passato a fare una breve disamina degli accordi G2G attualmente in atto e su quelli potenziali che potrebbero essere stretti in futuro. Il primo di questi accordi è stato finalizzato a gennaio con l’Austria per l’acquisizione di 18 elicotteri AW169, con uno stanziamento di circa 350 milioni di euro. A marzo, invece, è stato firmato il contratto con la Slovenia per l’acquisto di un C-27J, compreso il supporto addestrativo, i servizi logistici/manutentivi e per la continuità dell’aeronavigabilità, dal valore totale di 58 milioni di euro.

Prospettive future

Per quanto riguarda le prospettive future, SegreDifesa ha già avviato ulteriori attività con vari Paesi. Con Vienna sono in fase di studio accordi tra cui l’ammodernamento degli Eurofighter austriaci e l’adesione del Paese all’International flight training school (Ifts) con l’acquisto dell’addestratore M-345 di Leonardo. La Slovenia, dopo il C-27J, potrebbe essere interessata agli elicotteri AW-169. Altri tavoli di negoziato sono stati aperti con la Romania, la Bulgaria, la Slovacchia (per l’adesione del alla Ifts), il Brasile e l’Argentina.

Non solo G2G

Naturalmente non ci sono solo gli accordi G2G. Tra le altre opportunità di interesse per l’industria nazionale, sicuramente importante è la partecipazione al programma per la progettazione del velivolo di sesta generazione Tempest, insieme al Regno Unito e alla Svezia. Sempre nel settore aereo, il generale Portolano ha ricordato l’adesione di Svizzera e Norvegia al programma Joint Strike Fighter, con 24 dei 36 F-35 elvetici che verranno assemblati presso la Faco di Cameri, in Piemonte, dove anche Oslo ha deciso di basare le attività di manutenzione dei propri Lightning II. Dal punto di vista navale, proseguono le collaborazioni con il Qatar, il Pakistan e l’Indonesia, con quest’ultima che acquisterà sei fregate Fremm e due di classe Maestrale.

Il legame con gli Stati Uniti

Secondo quanto riportato dal generale Portolano, gli Stati Uniti rimangono uno dei principali partner strategici dell’Italia “sia per quanto riguarda lo sviluppo di programmi di cooperazione sia quale mercato per l’export dell’industria nazionale”. Del resto, le aziende del nostro Paese sono ampiamente presenti sul territorio statunitense sia attraverso proprie succursali, sia con società controllate. Particolarmente significativa la collaborazione tra Roma e Washington in tema di elicotteri, con le recenti acquisizione dei velivoli d’addestramento AW119 per la Us Navy e degli elicotteri multiruolo AW139 per la Us Air force, in sostituzione degli UH-1. In questo settore, il generale Portolano ha anche ricordato le “future opportunità di cooperazione per lo sviluppo delle capacità Next generation nel campo dell’ala rotante”. Nel settore navale, poi, l’Italia è coinvolta nei progetti per il veicolo da combattimento anfibio (Acv) e le Littoral combat ship (Lcs) americane.

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