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La Wagner e Putin nell’analisi di Matteo Bressan

La Wagner è un asset centrale nelle dinamiche belliche di Putin. L’analisi di Bressan nel libro “Da Clausewitz a Putin: la guerra nel XXI secolo

“La Wagner, forte dei successi in Ucraina e Siria, è oggi considerata la più importante PMC russa e si è diffusa nei paesi africani (Libia, Mali, Sudan, Repubblica Centraficana, Madagascar, Mozambico) tra il 2017 ed il 2020 e in America latina (Venezuela) dal 2017”, scrive nella sua analisi sul gruppo di contractor russi Matteo Bressan, docente di Relazioni internazionali alla Lumsa, e curatore del libro “Da Clausewitz a Putin: la guerra nel XXI secolo”. Testo sulla guerra moderna a firma di vari autori e co-curato da Giorgio Cuzzelli, generale dell’Esercito in congedo e oggi docente alle università L’Orientale, Lumsa e Unint.

“Secondo Samuel Ramani, del Royal United Services Institute (RUSI), la Russia — continua la spiegazione — starebbe consolidando ed esportando in Africa un modello di contro-insurrezione sperimentato in Siria in cui la stabilità autoritaria viene presentata come la soluzione più efficace a contrastare l’estremismo”.

La Wagner è stata attivata per rimpolpare le linee russe sul fronte orientale ucraino, dove il Cremlino intende spingere l’invasione — rallentata invece attorno a Kiev. Gli ioni della società sono specializzati in operazioni ibride e sono stati impiegati in vari angoli del mondo.

Ancora dal testo: “Secondo l’analista del Washington Institute Anna Borshchevskaya, l’utilizzo delle PMCs è, sotto la Presidenza Putin, cresciuto in modo esponenziale rispetto ai tempi di Yeltsin. Sin dal conflitto ibrido in Ucraina del 2014 le PMCs russe, ed in particolar modo la Wagner, hanno agito, nonostante la loro natura privatistica, come moltiplicatore di forza del Cremlino, estendendo la portata geopolitica e gli interessi di Mosca attraverso traffico di armi, consulenti politici, addestramento di personale militare e forze di sicurezza locali”.

Nel testo — che tocca vari argomenti, dalla guerra ibrida all’infowar, dalle ragioni dei conflitti e le asimmetrie moderne — si analizzano tra le varie cose anche le motivazioni per cui la Russia sta usando sempre più spesso lo schieramento della Wagner nei fronti in cui è impegnata.

“Uno dei tanti motivi per cui la Russia utilizza tali gruppi — scrive Bressan — è quello di minare la capacità dei suoi avversari di prendere decisioni chiare e rapide. In un’intervista per The Inquiry sulla BCC, il Docente di Scienze Politiche della Columbia University, Kimberly Marten, ha evidenziato come le PMCs siano una componente della guerra dell’informazione (infowar), in cui l’obiettivo di Putin è confondere i suoi avversari e inibirli dal reagire a fronte della difficoltà ad inquadrarli”.

“Il crescente disordine del sistema internazionale causato dalla fine del confronto bipolare, dal successivo tentativo di imporre un ordine liberale a guida statunitense e dalla crisi di quest’ultimo, ha visto da un lato il consolidarsi di situazioni conflittuali di lungo corso e dall’altro il contemporaneo insorgere di nuove con- trapposizioni, caratterizzate da forme di lotta non convenzionale. Il confronto tradizionale tra potenze, infatti, non è mai venuto meno se non per un brevissimo periodo al termine della Guerra Fredda. Esso si ripresenta oggi in tutta la sua importanza, ancorché in forma evolutiva, dalle porte dell’Europa alle coste del Pacifico”, scrivono gli autori nell’introduzione del libro, che è stato recentemente presentato alla Camera con la presenza della Capogruppo di Forza Italia nella Commissione Difesa, Maria Tripodi.

(In foto: monumento ai mercenari russi a Bangui, Repubblica Centrafricana)

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