Skip to main content

Le imprese motore dell’innovazione. Il sondaggio Euromedia

Chi e come innova di più in Italia. I risultati dell’indagine Innovazione e sviluppo condotta da Euromedia Research per conto della divisione Private Market di Azimut

Innovazione vuol dire credere nell’economia reale, cioè nelle imprese italiane di qualità, anche se non quotate. Ma vuol dire anche investire nelle infrastrutture e nella mobilità, vuol dire cogliere le opportunità finanziarie offerte dalla transizione in atto. Sono queste alcune delle indicazioni che emergono dall’indagine Innovazione e sviluppo condotta da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, per conto della divisione private Market di Azimut- Area 5.

Nel dettaglio, il sondaggio ha documentato che la fiducia maggiore viene riposta nelle imprese: il 36,4% degli intervistati sostiene infatti che la spinta all’innovazione nel Paese sarà sostenuta dall’industria italiana. Il mondo accademico e la ricerca scientifica seguono a distanza, secondo il 14,5% delle opinioni espresse. Ancora più indietro, come motore dell’innovazione, sono percepite le istituzioni e il settore pubblico nel suo complesso (solo il 13,8% degli intervistati li considera un possibile volano dell’innovazione).

Allargando lo sguardo, infrastrutture (18,3%) e mobilità (17,4%) sono i due settori che vengono indicati come più vocati all’innovazione. Mentre l’economia e la finanza vengono al terzo posto (con l’11,9% delle indicazioni), ma è quello che segnala una maggiore propensione agli investimenti propri, personali (il 22,6% dichiara di voler investire direttamente nell’innovazione economica e finanziaria). Più nello specifico, il 41,1% degli intervistati dichiara di essere disposto a investire nell’economia reale (cioè in aziende non quotate in Borsa), proprio per favorire e sostenere l’innovazione del sistema Paese. Una propensione che raddoppia (all’83%) nel segmento di intervistati che dichiarano una condizione socio-economica alta o medio alta.

Insomma, emerge un discreto ottimismo nella fascia più abbiente del campione intervistato. La sicurezza economica, si sa, aiuta a guardare al futuro con maggiore positività e con maggiore curiosità, che diventa un approccio da sostenitore dell’innovazione. Sull’area salute, infine, permane un senso di incertezza: solo il 9,3% degli intervistati scommette su una grande innovazione nel mondo della sanità e a fronte di una preoccupazione crescente circa i temi della salute e della sanità, si consolida uno scetticismo di fondo sulla reale capacità di innovazione in questo segmento.

×

Iscriviti alla newsletter