L’Italia partecipa da protagonista al programma Diana della Nato, l’acceleratore per l’innovazione lanciato dall’Alleanza Atlantica con l’agenda Nato 2030. A Torino, La Spezia e Capua il nostro Paese ospiterà i poli di riferimento e di test per le tecnologie sviluppate da start up e imprese all’avanguardia italiane, necessarie a preservare la superiorità tecnologica transatlantica
La Nato si prepara ad avviare la sua collaborazione con start up e centri di ricerca per le tecnologie all’avanguardia, e l’Italia è pronta a fare la sua parte. L’iniziativa fa parte del programma dell’Alleanza Atlantica, Defence innovation accelerator for the North Atlantic (Diana), la rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare le start up innovative facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari. In questa rete, il nostro Paese ospiterà a Torino l’acceleratore per il settore aerospaziale. A disposizione del nuovo centro, inoltre, verrà messo l’acceleratore Aerospace and advanced hardware e le capacità del Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) della Marina militare di La Spezia e del Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira) di Capua.
Il programma Diana
Il progetto Diana è stato avviato al summit dei capi di Stato e di governo di Bruxelles del giugno 2021. L’obiettivo è garantire all’Alleanza Atlantica e ai Paesi membri il sostegno necessario a preservare la propria superiorità tecnologica. Propedeutica alla creazione della rete di Diana sarà l’identificazione di due uffici regionali, uno in Europa e uno in America settentrionale, che dovranno fungere da hub per l’intera rete di Diana nei rispettivi continenti. La nuova rete della Nato, infatti, intende inserirsi nei vari ecosistemi di innovazione già esistenti, limitandosi a sfruttare le sinergie che potrebbero crearsi in futuro a livello europeo. La logica segue sempre quella di evitare il più possibile duplicazioni e di permettere alla rete di Diana di rimanere agile e in grado di cogliere le opportunità. All’iniziativa si accompagna, inoltre, la creazione di un fondo di capitale di rischio, il Nato innovation fund (Nif), che sosterrà con finanziamenti mirati le start up e gli acceleratori di impresa.
A Torino l’acceleratore per l’aerospazio
Il centro di Torino verrà strutturato presso la Città dell’aerospazio (attualmente in fase di realizzazione) e negli spazi immediatamente disponibili presso le Officine Grandi Riparazioni. Compito del nuovo polo per l’innovazione, sarà quello di coordinare e gestire, attraverso bandi e fondi messi a disposizione dai Paesi alleati, la rete delle aziende e degli acceleratori di tecnologia italiani, per farli avvicinare al settore della difesa e sicurezza e metterli a servizio delle necessità dell’Alleanza. Una volta identificate le realtà da incubare e inserire nella rete di Diana, ai centri di validazione saranno affidati i test che dovranno assicurarsi l’effettivo funzionamento delle tecnologie sviluppate. Questi test center saranno dislocati in tutta Europa, e la forza dei centri come quello di Torino sarà quello di mettere in contatto le varie realtà industriali innovative con i centri Nato più adatti allo specifico settore di interesse.
I test center italiani
Due di questi test center saranno ospitati nel nostro Paese. A Capua è già operativo il Centro italiano di ricerche aerospaziali, partenariato pubblico-privato per la ricerca avanzata nel settore. In particolare, il Cira si occupa sia della ricerca teorica di base, che delle sperimentazioni in ambienti specifici delle tecnologie proposte. Questi progetti vengono svolti in sinergia con le imprese e le industrie private nazionali, con l’obiettivo di migliorarne la competitività con soluzioni tecnologiche all’avanguardia. A La Spezia, invece, è operativo il Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) della Marina militare, la cui missione è quella di gestire la sperimentazione e lo sviluppo dei programmi scientifici e tecnologici della Forza armata. Grazie alla sua esperienza nel settore della difesa navale, il polo della Marina diventerà il centro di validazione per i test sulle soluzioni all’avanguardia in campo navale. Nei suoi poligoni e laboratori, il Cssn è in grado di effettuare gli esperimenti dalle componenti balistiche, missilistiche e dei siluri, ai sistemi elettrici e radar, fino ai nuovi materiali per le costruzioni navali.