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L’Ucraina può vincere, se equipaggiata. Washington detta la linea a Ramstein

Si sono riuniti alla base militare americana di Ramstein, in Germania, i rappresentanti di oltre quaranta Paesi, convocati dal capo del Pentagono, Lloyd Austin, per pianificare l’aumento del sostegno militare a Kiev. Dal vertice arriva, intanto, l’offerta tedesca di inviare ulteriori mezzi corazzati per fronteggiare la nuova offensiva russa

Contro la Russia, l’Ucraina può vincere, se le verrà fornito il giusto equipaggiamento. Ad affermarlo è stato il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, aprendo i lavori del vertice internazionale organizzato dagli Stati Uniti presso la propria base militare di Ramstein, in Germania. Washington ha infatti riunito i rappresentanti di circa quaranta Paesi, tra cui l’Italia, rappresentata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, accompagnato dal capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, per discutere delle misure da adottare per rafforzare le difese dell’Ucraina in vista dell’offensiva russa nel sud del Paese. Kiev ha richiesto artiglieria pesante e blindati nel tentativo di respingere le forze russe nelle vaste pianure meridionali e orientali del Paese, ma l’attrezzatura di fabbricazione russa che le forze ucraine sono state addestrate a usare sta diventando scarsa. “L’urgenza è nota a tutti – ha detto Austin – e noi possiamo fare di più”.

La minaccia è anche contro l’Europa

Per Austin, inoltre, la minaccia russa non è rivolta alla sola Ucraina, ma “è una sfida per gli uomini liberi di tutto il mondo”. Nel corso del suo intervento, il capo del Pentagono ha rimarcato ancora una volta la posizione tenuta da Washington fin dall’inizio dell’invasione: “La Russia porta avanti questa guerra per le ambizioni di un uomo, l’invasione è malvagia, ingiusta e non ha alcuna giustificazione giuridica”. Per questo, sostenere Kiev è un imperativo morale e strategico, perché “ne va anche della sicurezza dell’Europa”.

Armi all’Ucraina

Il messaggio che arriva da Kiev, poi, è forte e chiaro: “Abbiamo bisogno di armi per resistere e difendere i valori dell’umanità”, come ha affermato la deputata ucraina Lesia Vasylenko nel corso del vertice nella base tedesca. Al momento, gli Stati Uniti forniscono la maggior parte degli aiuti militari internazionali all’Ucraina, un supporto che adesso intendono aumentare. Per il capo del Pentagono, la resistenza è stata straordinaria e “la battaglia di Kiev entrerà nei libri di storia”, ma la situazione sul campo sta cambiando, e l’offensiva nel sud e nel Donbass sarà una nuova sfida per le forze armate del Paese. Come affermato da Austin: “Dobbiamo capire di cosa ha bisogno l’Ucraina per combattere, il tipo di supporto, il tipo di artiglieria e munizioni che saranno efficaci in questa fase della lotta”. L’obiettivo, ora, non è più resistere, ma vincere la guerra. “L’Ucraina crede di poterlo fare, e ci crediamo anche noi”.

Il sostegno italiano

Anche l’Italia è pronta a fare la sua parte, come ribadito dal ministro della Difesa Guerini. “La nostra volontà di continuare a sostenere le Forze armate di Kiev è quanto ho già di recente ribadito al Ministro della Difesa ucraino, Reznikov”, sentito per telefono la settimana scorsa. “Da questo punto di vista ci sarà un nuovo invio da parte italiana di equipaggiamenti militari, indispensabili per continuare il supporto alla resistenza ucraina”, ha proseguito Guerini riferendosi al secondo decreto interministeriale attualmente in via di finalizzazione, della stessa natura della precedente tranche di aiuti, forniti sulla base delle richieste da parte ucraina e in rispetto alle risoluzioni del Parlamento italiano. Il ministro ha anche sottolineato l’importanza della riunione a Ramstein, in un formato “estremamente utile per coordinare al meglio le azioni in corso”.

Corazzati dalla Germania

La riunione è stata anche l’occasione per la Germania di annunciare la sua intenzione di rifornire Kiev dei mezzi corazzati Gepard, dotati di cannoni antiaerei che possono essere utilizzati anche contro obiettivi terrestri, prodotti dalla tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Kmw). A dichiararlo è stata la stessa ministra della Difesa tedesca Christine Lambrecht, presente al vertice, che ha anche ribadito la collaborazione di Berlino ai piani degli alleati dell’Europa orientale di inviare a Kiev materiale dell’era sovietica, più familiare ai militari ucraini. La Germania, infatti, intende rifornire con sistemi d’arma di propria fabbricazione i Paesi est-europei che garantiranno i propri arsenali (di epoca sovietica) a Kiev.

L’offerta di Rheinmetall

Contemporaneamente all’annuncio della ministra Lambrecht, il quotidiano tedesco Handelsblatt ha riportato l’offerta avanzata dall’azienda tedesca Rheinmetall di fornire all’Ucraina 88 carri armati Leopard 1A5 e centro mezzi da combattimento della fanteria Marder, più una ventina di carri Leopard 2. La proposta dovrà ora superare il vaglio del ministro dell’Economia, Robert Habeck, prima di poter ricevere il “via libera” finale del cancelliere Olaf Scholz. Nella decisione sarebbero potenzialmente coinvolte anche Italia e Svizzera, dove si trovano rispettivamente ora i Leopard 1A5 e i Leopard 2 indicati da Rheinmetall.

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