Meeting Sherman-Sannino: la risposta euroatlantica alla guerra si ritrova anche nel rafforzamento delle politiche di allargamento dell’Ue. Primo step provare a sedare le controversie storiche tra i possibili nuovi membri
Non è stato ovviamente pubblicizzato come gli altri in corso in questi giorni a Kiev, ma il viaggio a Tirana di Oliver Varhelyi, commissario per l’allargamento dell’UE, ha un preciso peso specifico. Bruxelles intende proseguire nel tentativo di armonizzare il costone balcanico che parla e pensa in maniera occidentale: e il triumvirato rappresentato da Albania, Bulgaria e Macedonia del Nord rappresenta un interlocutore su cui investire e lavorare. Per cui, è la vulgata cara sia alla Commissione Europea che alla Casa Bianca, passa anche dal rafforzamento delle politiche di allargamento a est dell’Ue la risposta politica del blocco euroatlantico all’invasione dell’Ucraina.
Nodi
Varhelyi ha lanciato un monito preciso: attenzione, ritardare ulteriormente l’avvio dei negoziati di adesione all’UE con i governi di Tirana e Skopje ne sta compromettendo la sicurezza e la fiducia.
Sofia, dopo l’adesione all’Ue del 2007, ha fermato i colloqui perché la Macedonia del Nord non avrebbe rispettato parti di un accordo di amicizia del 2017 tra i due paesi vicini. Ovvero riconoscere nella sua costituzione una minoranza etnica bulgara; al contempo però contesta l’esistenza di una minoranza macedone in Bulgaria. La Bulgaria chiede modifiche alla costituzione macedone, ma Skopje sostiene di aver già fatto molte concessioni. I nodi, quindi, sono al momento di carattere storico e identitario, su cui soffia non poco l’influenza esterna che si materializza con il sostegno alle fazioni ultra nazionalistiche che non gradiscono una qualche forma di pacificazione.
Macedonia del nord
Secondo il ministro degli Esteri Bujar Osmani “in futuro ci sarà sempre meno forza, energia e coraggio per qualsiasi politico per affrontare questo argomento con coraggio, per questo temo che tra un mese o due questo si trasformi in un conflitto congelato che durerà per anni, con tutte le conseguenze che deriveranno dalle nostre relazioni, dalla nostra politica interna e dalle opportunità per la regione”.
Del tema hanno discusso qualche giorno fa il vicesegretario di Stato americano Wendy Sherman e il segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna Stefano Sannino: l’obiettivo è ancora una volta il partenariato strategico Usa-Ue. Oltre ai temi legati all’Ucraina, alla Russia e al rapporto Ue-Cina, i due si sono soffermati sul futuro del costone balcanico mettendo l’accento sulla sua integrazione anche al fine di garantire una maggiore stabilità europea.
Hanno espresso il loro sostegno all’apertura formale dei negoziati di adesione all’Ue con la Macedonia del Nord e l’Albania e al dialogo su Pristina di Belgrado facilitato dall’Ue. Hanno riconosciuto l’importanza della stabilizzazione e della sicurezza fornite dalla missione Althea dell’Eufor in Bosnia-Erzegovina e del coordinamento nella lotta alla corruzione e nella promozione di elezioni libere ed eque.
Cronoprogramma
Albania e Macedonia del Nord da due anni hanno ottenuto la possibilità di avviare i negoziati di adesione, ma il fatto che non sia scritta nero su bianco una data certa rappresenta un problema oggettivo, anche in considerazione dei veti. Secondo il premier albanese Edi Rama il suo paese è in grado di avviare i colloqui di adesione all’UE: “Aspetteremo fino a giugno prima di cambiare rotta e non aspettare la Bulgaria all’infinito”.
Ecco il punto. Al momento Albania, Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia mostrano fasi diverse nel processo di adesione e questo risulta un freno a mano tirato, che potrebbe essere però sbloccato da una maggiore sintonia in questo senso tra Washington e Bruxelles anche alla luce di una considerazione di carattere energetico: tra due mesi sarà operativa la bretella del Tap che condurrà il gas dalla Grecia alla Bulgaria, primo step di una nuova forma di diversificazione rispetto al gas russo.
@FDepalo