Fratelli d’Italia è il secondo partito preferito dagli ex elettori Dc, subito dopo il Pd. La rivelazione in un sondaggio di Ipsos e Fondazione De Gasperi. Ai centristi piace FdI, e in giro ci sono quasi 6 milioni di elettori attivi che votarono la Balena Bianca. Memo per le politiche
“Sono Giorgia, sono una madre e sono (demo)cristiana”. Rivelazione in un sondaggio Ipsos: insieme al Pd di Enrico Letta, Fratelli d’Italia è il partito preferito dagli ex elettori Dc. Il 13,4% degli elettori che in passato hanno avuto simpatia per lo scudo crociato oggi voterebbe Fdi, a fronte del 13,8% che sceglierebbe il Pd.
È uno spaccato inedito, quello aperto dalla rilevazione Ipsos insieme alla Fondazione De Gasperi. A trent’anni dall’ “ultima volta della Dc”, cioè dal 1992, anno della sortita finale alle urne della Balena bianca, già fiaccata nei consensi dalle indagini di Tangentopoli, il fattore Dc resta determinante nella politica italiana. In alcuni partiti più di altri.
I numeri, anzitutto. Secondo la ricerca Ipsos, condotta dal direttore scientifico Enzo Risso, gli ex elettori Dc ancora in circolazione poco più di 5,6 milioni, il 12% dell’elettorato. Un bacino non indifferente, così distribuito: il 34% vota centrodestra, il 18.3% il centrosinistra, il 7% i Cinque Stelle, il 4,8% “altri partiti”. Fra gli indecisi e gli astenuti si divide il restante 35,9% degli elettori, deluso e disilluso dalla politica attuale.
Nella coalizione di centrodestra, oggi claudicante dopo gli scontri all’ombra del Quirinale, il più democristiano, in proporzione, è Noi con l’Italia, con il 60,3% degli elettori fieri di un passato Dc. Segue Forza Italia con il 23,3% e poi Fdi con il 12,6%. Indietro la Lega: solo il 9,5% dei leghisti alle urne in passato ha votato Dc, un po’ meno degli elettori grillini (9,8%).
Va detto che l’intero sondaggio si basa su un campione di elettori non proprio giovanissimi: devono aver votato prima del 1992. Ma il termometro democristiano di Ipsos offre comunque una lente interessante per leggere le manovre dei partiti alla luce dei trascorsi dei loro elettori.
Manca ormai meno di un anno alle prossime politiche e molto meno prima che si riapra il tema della leadership nelle coalizioni. Meloni, che a gennaio ha consumato lo strappo con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini proprio sulla rielezione al Quirinale di un Dc doc, Sergio Mattarella, rivendica il timone del centrodestra. I sondaggi continuano a soffiare nelle vele di Fdi, ormai primo partito italiano in pianta stabile, con un testa a testa insieme al Pd.
Non hanno scalfito i consensi neanche le posizioni di filoatlantismo e dura condanna dell’invasione russa in Ucraina, anzi. Lo stesso non si può dire, a parti inverse, della Lega, che nell’ultima rilevazione Ipsos sconta una flessione di consensi (17,5%) insieme a un altro partito rimasto ambiguo sulla guerra russa, il Movimento Cinque Stelle (14,5%).
Di guerra, democrazia e dintorni Letta e Meloni si troveranno a parlare questo mercoledì, in un insolito duetto sulla politica internazionale ospitato dalla Fondazione Farefuturo presieduta dal senatore di Fdi e presidente del Copasir Adolfo Urso. Adesso si scopre che i leader e i rispettivi partiti, oltre all’atlantismo, condividono un dna democristiano. Chissà che non riservi sorprese in futuro..