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Svezia e Finlandia, l’autogol di Putin. Parla Volker

Intervista a Volker, ex inviato speciale Usa in Ucraina e ambasciatore alla Nato. Svezia e Finlandia nell’Alleanza entro ottobre, Putin il peggior nemico di se stesso (e non potrà fermarle). Cina? Resta a guardare, ma aiuterà Mosca con le sanzioni

Non se, ma quando. Finlandia e Svezia entreranno nella Nato “entro settembre”. Non esita un attimo Kurt Volker, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato e inviato speciale in Ucraina dell’amministrazione Trump, un passato alla Cia. Sulla strada che separa i due Paesi nordeuropei dall’ingresso nell’alleanza militare si può frapporre solo un’altra guerra di aggressione russa. Che Vladimir Putin oggi “non può permettersi”.

Quindi i giochi sono fatti?

Questione di mesi. Entrambi i Paesi ne hanno discusso per vent’anni, da quando sono entrati in Ue. Fino a dicembre scorso perfino i polacchi erano contro. Tutto è cambiato dalla notte al giorno e il merito va dato solo a Putin.

Quale sarà la tabella di marcia?

Probabilmente i finlandesi inoltreranno la loro richiesta nella prima settimana di maggio, gli svedesi potrebbero metterci un paio di settimane in più. Maggio è il mese, su questo ho pochi dubbi. Ai governi Nato va dato il tempo di avviare le procedure, disporre istruzioni e riunirsi nel summit di giugno a Madrid.

Poi?

Una volta terminata la fase dell’ “invito”, nelle prime due settimane di giugno, si aprirà quella della ratifica. Svezia e Finlandia dovranno firmare i documenti legali e il protocollo, dunque sarà il turno delle procedure interne. Nel 1997 Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria hanno impiegato due anni, oggi andranno più spediti. Per fine settembre, inizio ottobre Helsinki e Stoccolma avranno ratificato.

Mosca minaccia rappresaglie.

I russi faranno rumore, protesteranno, difficile che vadano oltre. Putin non può permettersi una guerra su due fronti. E tantomeno, lo sta dimostrando durante l’invasione dell’Ucraina, intende trascinare la Nato in un conflitto.

Perché questi Paesi sono così importanti per la Nato?

Sono democrazie europee rodate, membri dell’Ue. Hanno forze militari capaci, immediatamente dispiegabili, che già prendono parte a operazioni della Nato. Per l’Alleanza un grande acquisto, per loro una garanzia di sicurezza dall’aggressione di un Paese che confina per centinaia di chilometri e viola di continuo il loro spazio aereo e marittimo. Insomma, un affare per entrambi.

Il baricentro della Nato si sposta a Nord. Per l’Italia può diventare un problema?

Capisco il punto ma non penso che i timori siano fondati. I Paesi del Sud sono sempre preoccupati che la Nato usi tutte le sue risorse contro la minaccia russa. Ma l’entrata di Svezia e Finlandia non cambierà la bussola strategica.

Per Putin una sconfitta pesante.

È così. Ha commesso diversi errori di giudizio. Ha pensato che le forze russe sarebbero facilmente penetrate in Ucraina, che Kiev sarebbe collassata in una settimana, che l’Occidente sarebbe rimasto a guardare.

E invece lei che bilancio fa?

Semplice: Putin sta perdendo sul piano militare. Sta perdendo rovinosamente su quello economico. E qualsiasi prospettiva di una Russia in Europa è ormai polverizzata. Putin e la Russia sono paria e questa è una realtà che durerà a lungo.

La Cina reagirà all’allargamento?

La Cina non si cura dell’espansione della Nato. E crede a ragione che una Nato proiettata in Asia non sia oggi una prospettiva credibile. Teme di più un ordine economico globale a guida occidentale. Per questo aiuterà la Russia a sfuggire alle sanzioni e a contrastare questo dominio, in un modo o nell’altro.

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