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L’Ue punta sul gas egiziano per liberarsi dalla dipendenza russa

Egitto e Unione europea hanno deciso di rafforzare la cooperazione nel settore del gas naturale. Colloqui anche in vista della conferenza COP27 che sarà ospitata dall’Egitto alla fine di quest’anno

L’Europa sta andando verso lo stop all’importazione del gas dalla Russia per fermare l’offensiva di Vladimir Putin in Ucraina. Per farlo ha bisogno di nuove fonti di approvvigionamento di gas. Oltre all’Algeria, dove si reca oggi il premier italiano, Mario Draghi, un altro interlocutore privilegiato della sponda sud del Mediterraneo è l’Egitto.

È per questo che il Cairo e l’Unione Europea hanno deciso di rafforzare la cooperazione nel settore del gas naturale. Il ministero degli Esteri egiziano ha diffuso una dichiarazione congiunta a seguito della conclusione dei colloqui al Cairo tra il ministro degli Affari esteri, attuale presidente della Conferenza Onu sul clima COP27, Sameh Shoukry, e il vicepresidente della Commissione dell’Unione europea sui cambiamenti climatici, Franz Timmermans, che è attualmente in visita nella capitale egiziana accompagnato da una delegazione di alti funzionari e negoziatori dell’Ue.

Alla luce della necessità europea di trovare un’alternativa al gas russo, nel mezzo della crisi energetica globale seguita all’intervento militare di Mosca in corso dal 24 febbraio, “le due parti hanno concordato di lavorare insieme per incoraggiare la mobilitazione di risorse per il finanziamento del clima per i paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi africani, anche per quanto riguarda l’accelerazione dell’adempimento dell’impegno di 100 miliardi di dollari”.

La conferenza COP27 sarà ospitata dall’Egitto alla fine di quest’anno, mentre la sua produzione di gas naturale e petrolio è migliorata, grazie a diverse scoperte registrate negli ultimi dieci anni. Inoltre il 29 marzo scorso il ministro degli Esteri tedesco, Annalina Birbock, ha dichiarato che il suo Paese avrebbe posto fine alla sua dipendenza completamente dal petrolio e dal gas russi.

Egitto e Ue hanno anche convenuto di rafforzare la cooperazione nel campo della fornitura di gas naturale liquefatto e idrogeno verde e di sviluppare il partenariato mediterraneo per l’idrogeno verde, che include il commercio di idrogeno tra Europa, Africa e Golfo.

Inoltre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sentito il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, per discutere della “cooperazione in materia di sicurezza alimentare, energia e clima nel contesto della guerra russa in Ucraina”. secondo quanto riferisce la stessa leader tedesca su Twitter definendo “buona” la telefonata intercorsa.

Inoltre in questo periodo le relazioni politiche tra l’Egitto e uno dei Paesi dell’Unione europea come la Spagna sono ai massimi livelli, come testimoniata dalla visita del presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, lo scorso dicembre al Cairo.

Eppure secondo la stampa araba, sarà la compagnia italiana Eni a giocare un ruolo chiave nel rafforzamento dell’approvvigionamento di gas egiziano per l’Europa. Secondo l’analisi del media emiratino emergente “al-Ain“, “è l’Eni la parola chiave per usare il gas egiziano e porre fine ai timori europei in tema di approvvigionamento in caso di stop del gas russo”. Il giornale elettronico che porta il nome dell’omonima città emiratina ricorda infatti come la compagnia italiana stia intensificando i lavori sui “progetti di condensazione del gas” in Egitto, Congo, Angola, Indonesia, Nigeria e Mozambico e prevede che la sua produzione di Gnl supererà i 15 milioni di tonnellate annue.

Ciò avviene “sfruttando le alleanze esistenti con i paesi produttori”, compreso il Cairo, dove la società italiana lavorerà per fornire fonti alternative di gas all’Europa. L’Eni è stata particolarmente attiva di recente in Egitto, dove ha ottenuto concessioni per l’esplorazione del gas nell’ambito della gara governativa per l’anno 2021 e il gruppo italiano ha stanziato almeno un miliardo di dollari per la produzione di petrolio nel Golfo di Suez e nel Delta del Nilo.

Anche il ministro del Petrolio egiziano, Tarek El Molla, ha confermato di recente, alla stampa locale, la possibilità di esportare più gas naturale liquefatto a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e sullo sfondo della guerra russo-ucraina. L’Egitto esporta gas naturale a piena capacità, che ammonta a circa 1,6 miliardi di piedi cubi al giorno, da due stazioni di liquefazione del gas. Il ministro ha aggiunto che la produzione egiziana di gas naturale è stabile e attualmente oscilla tra i 6,5 ei 7 miliardi di piedi cubi al giorno

Le esportazioni di gas egiziano in Europa hanno superato i due milioni di tonnellate nel 2021, rispetto alle sole 270.000 dell’anno precedente. Israele ha poi iniziato ad esportare gas in Egitto attraverso l’Arab Gas Pipeline, grazie al quale si prevede che l’Egitto riceverà 2,5-3 miliardi di metri cubi di gas quest’anno. In precedenza, Israele inviava gas solo attraverso il gasdotto del Mediterraneo orientale che corre tra Ashkelon ed El Arish, che ha una capacità annua di 7 miliardi di metri cubi.

Sul lungo termine, l’Egitto sarà in grado di aumentare in modo significativo le sue esportazioni verso l’Europa attraverso il suo gasdotto pianificato con la Grecia, anche se è improbabile che possa essere operativo a breve. Il progetto è ancora nelle sue fasi iniziali, con i due paesi che hanno tenuto colloqui preliminari alla fine dello scorso anno.

L’Egitto ha comunque raggiunto un record nelle esportazioni di Gnl, ponendosi in cima nella classifica dei paesi arabi che hanno ottenuto la maggiore crescita del volume delle esportazioni di gas naturale durante il terzo trimestre del 2021, con l’esportazione di circa un milione di tonnellate. Si tratta di un aumento di circa il 900% rispetto al terzo trimestre 2020. Il Cairo è riuscito a riavviare l’impianto di liquefazione del gas a Damietta e a riprendere l’esportazione di gas naturale liquefatto da esso dopo una pausa di 8 anni.


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