Intervista all’ex comandante supremo delle forze Usa in Europa: l’Ucraina deve vincere, parlare di cessate-il-fuoco è un assist a Putin. Svezia e Finlandia due asset per la Nato, Mosca abbaia ma non può mordere. Appello a Draghi, Scholz e Macron
“Non parlate di cessate-il-fuoco. Se cessa il fuoco, la Russia vince”. Ben Hodges parla per esperienza. Generale in congedo, oggi al Cepa (Center for european policy analysis), è stato comandante supremo delle forze armate americane in Europa dal 2014 al 2018. L’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato sarà solo la prima delle sconfitte incassate da Vladimir Putin, dice a Formiche.net, l’Ucraina “vincerà sul campo”.
Si può davvero parlare di sconfitta per Putin?
Non c’è dubbio. Putin aveva due obiettivi: fermare l’espansione della Nato e reclamare l’Ucraina come parte della Russia. Ha mancato entrambi.
Che tempi immagina per l’adesione?
Stoltenberg è stato chiaro: ci sarà un percorso abbreviato. L’ideale sarebbe chiudere entro il summit Nato di Madrid a giugno. Un segnale importante anche se improbabile.
Come cambia la strategia dell’Alleanza con i nuovi arrivi?
Cambia anzitutto la geometria dei Baltici. Con Svezia e Finlandia sarà più facile ottenere il controllo dei mari nordici. E proiettare un ombrello di sicurezza verso l’Artico, una delle regioni più contese al mondo. Ma c’è di più.
Cosa?
Entrano nella Nato due liberaldemocrazie forti, in salute. Con parlamenti, società e istituzioni resilienti, assai meno vulnerabili alla disinformazione e alle influenze esterne delle nostre.
Sul piano militare qual è il guadagno?
Due eserciti capaci, addestrati. Svezia e Finlandia hanno una popolazione relativamente piccola ma anche una straordinaria capacità di mobilitare riserve moderne e ben equipaggiate. Per non parlare della difesa costiera con i caccia inglesi e gli F-35.
C’è un problema: la Turchia si oppone.
La Turchia alla fine approverà, non ho dubbi. Ma gli attriti in corso sono il frutto di un errore commesso da Nato e Stati Uniti. Non abbiamo una strategia per il Mar Nero, perché non lo consideriamo una regione strategica. Questo porta a fraintendimenti delle intenzioni di Ankara.
Erdogan cerca una trattativa.
È vero, sta trattando e probabilmente vuole aprire un dialogo con Washington sugli F-16. Ma è anche il presidente turco e usa questa opportunità per accendere i riflettori su organizzazioni terroristiche che l’Occidente ha spesso ignorato.
Putin minaccia rappresaglie. Può fare qualcosa per fermare l’adesione?
No, può solo continuare a lamentarsi e minacciare armi nucleari che non userà. Non è pazzo come qualcuno crede e non ha intenzione di trascinare l’intero Paese verso la sua distruzione.
La guerra procede e promette di durare a lungo. Come finirà?
In un solo modo: l’Ucraina vincerà. È importante dirlo ad alta voce come ha ben fatto il Segretario della Difesa Austin. Kiev deve riprendersi tutti i territori occupati, Donbas incluso.
Quanto tempo ci vuole?
Mesi, non finirà prima di quest’autunno. Questa guerra è un test di volontà e logistica e l’Ucraina sta vincendo su entrambi i fronti. Qui mi permetta un appello a Draghi, Scholz e gli altri leader europei.
Prego.
Parlare di “cessate-il-fuoco” come l’unica cosa che conta è sbagliato. Se l’Ucraina cessa il fuoco, la Russia vince e i territori occupati non torneranno più. L’Italia cederebbe mai il lago di Como? È una questione di tempo: le forze russe collasseranno. E lo faranno sul campo.