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Ok dal Copasir per le armi a Kiev. L’audizione di Guerini

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è stato ascoltato dal Copasir sul terzo decreto per gli aiuti militari a Kiev, ricevendo il suo “via libera”. Come le precedenti, la lista di materiali da inviare all’Ucraina è stata secretata, una forma di tutela della sicurezza nazionale. Mentre si attende l’informativa del Premier sulla guerra prevista per giovedì, il voto sul dl Ucraina slitta: manca il numero legale

Anche il terzo decreto interministeriale che autorizza la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina ottiene il “via libera” da parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), che oggi ha audito sul tema il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Il Comitato, dunque, ha riscontrato “l’aderenza del decreto alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”. A riportarlo è lo stesso presidente del Copasir, Adolfo Urso, che ha anche registrato come il ministro abbia aggiornato il Comitato sulla situazione sul campo nel conflitto. Come per i precedenti decreti, inoltre, si è deciso di concerto con il ministero della Difesa, di secretare la lista dei dispositivi da inviare a Kiev.

Tutelare la sicurezza nazionale

Sulla decisione di non rendere pubblico il contenuto del documento è intervenuto Urso, che a SkyTg 24 ha sottolineato: “È opportuno che resti segreto, per motivi di sicurezza nazionale, come deciso anche dagli altri Paesi nostri alleati”. Inoltre, ricorda ancora il presidente del Copasir, il ministro Guerini “è stato finora tempestivo ed esauriente” nelle sue informative al Comitato. Istituito per gestire l’intero arco della sicurezza nazionale, il Copasir è composto da cinque senatori e cinque deputati scelti per metà dalla maggioranza e metà dell’opposizione, con il presidente che deve obbligatoriamente provenire da quest’ultima. Secondo Urso, dunque, sono ampiamente assicurate “le giuste garanzie democratiche per il controllo sull’operato del governo in questa materia così particolare”. Sul resto, “il premier Mario Draghi riferirà giovedì al Parlamento con la sua informativa”.

Malumori 5 Stelle

Urso è anche intervenuto sulle polemiche che si sono sollevate sull’invio di armi e su una percepita scarsa informazione su temi così delicati. Il senatore ha infatti ricordato come il Parlamento “ha approvato praticamente all’unanimità un provvedimento che autorizza il Governo alla cessione degli armamenti per l’intero 2022”. In particolare, l’attenzione è rivolta al Movimento 5 Stelle, il cui leader Giuseppe Conte sta alzando sempre più l’asticella del dibattito politico. Proprio oggi, tra l’altro, l’adesione alla linea del capo politico è stata ribadita dai membri M5S del Copasir: “È necessario che le forze politiche possano esprimere un chiaro indirizzo politico nei confronti dell’esecutivo sul tema delle armi e delle soluzioni per arrivare a un cessate il fuoco”. Tuttavia – dopo il voto unanime ricordato da Urso – imprimere una retromarcia agli impegni presi anche a livello internazionale sarebbe una decisione inspiegabile da parte dell’Italia.

Intanto il voto slitta

Nel frattempo, però, slitta il voto alla Camera sulle pregiudiziali di costituzionalità al decreto Ucraina presentate da Fdi. Per ben tre volte infatti è mancato il numero legale dei parlamentari per procedere con la seduta, con la Lega che registra il maggior numero di assenti. L’aula dunque è stata riconvocata, con alcune preoccupazioni sui temi, dal momento che il decreto scade il 20 maggio. Sul documento, comunque, il governo dovrebbe aver già deciso di mettere la fiducia, che dovrebbe scattare subito dopo il voto sulla pregiudiziale. “Siamo perfettamente nei tempi – ha commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà – entrò giovedì approveremo il decreto, non abbiamo alcuna preoccupazione”.

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