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Descalzi e Draghi premiati dall’Atlantic Council

Il top manager italiano riceverà un premio all’Atlantic Council e a consegnarlo sarà il suo omologo degli Emirati, i quali non hanno ancora del tutto appianato le relazioni con l’Italia. Mentre la segretaria Yellen premierà il presidente del Consiglio Draghi

Quando domani, 11 maggio, il Ceo di Eni, Claudio Descalzi, riceverà all’Atlantic Council di Washington il premio per la Business Leadership nell’ambito della cerimonia dei “Distinguished Leadership Awards” assegnati del think tank statunitense, a consegnarglielo sarà Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’Industria emiratino e direttore generale della Adnoc — la società petrolifera degli Emirati Arabi Uniti.

Non è banale, frutto certamente di una stima professionale di cui Descalzi gode ad Abu Dhabi, di un rapporto operativo che dura da tempo tra Eni e Adnoc, di relazioni personali. Ma c’è anche da sottolineare che quanto accade significa che nel terreno neutro statunitense Italia e Emirati distendono una fase complessa dei legami che va avanti da qualche mese.

La consegna del premio a Descalzi da parte di Al Jaber è un passo in questa direzione, probabilmente facilitato dal valore di Eni e del manager italiano (e dagli Usa). L’azienda di San Donato Milanese è molto attiva nel Paese del Golfo: per esempio a fine dicembre 2021 ha firmato un contratto con cui ottiene la concessione per l’acquisizione di una quota del 70 per cento del Blocco esplorativo 3, situato nell’offshore nord-occidentale dell’Emirato di Abu Dhabi.

Questo genere di relazioni è parte della politica estera italiana, come dimostra anche l’attività che l’Eni ha svolto nell’accompagnare il governo nei viaggi africani che hanno permesso a Roma di avviare lo sganciamento dalla dipendenza energetica da Mosca. Allo stesso modo, il ruolo dei singoli individui ha un peso, come racconta un altro premio assegnato dallo stesso think tank a Mario Draghi.

Anche in quel caso è interessante osservare chi consegnerà il “Distinguished International Leadership Award” al presidente del Consiglio italiano, ossia Janet Yellen. La segretaria al Tesoro ha un rapporto personale con Draghi al punto che era stata lei a fornire la referenza per l’inserimento dell’italiano (per la terza volta) nella lista dei Top100 di Time lo scorso anno, quando lo definiva una guida “attraverso la pandemia con mano abile, sostenendo una rapida campagna di vaccinazione e misure di soccorso per aiutare le imprese e i lavoratori italiani”.

Insieme, da banchieri centrali, sostennero la necessità di continuare con gli stimoli espansionistici e avvertirono contro i rischi della deregulation in campo finanziario. “Mario e la Bce hanno contribuito a stabilizzare l’economia europea”, scriveva lo scorso anno Yellen, raccontando che “all’epoca ero alla Federal Reserve (erano gli anni che seguivano il “Whatever it takes”, ndr) e mi sentivo particolarmente grata di avere un partner come Mario al di là dell’Atlantico, qualcuno con una profonda esperienza e un contegno costante. Ora gli Stati Uniti sono grati di avere Mario come partner ancora una volta”.

Tutto avviene nel contesto di uno dei più importanti (e atlantisti, come già dal nome) think tank washingtonians e mentre viene premiato il Popolo ucraino — premio consegnato dalla Speaker Nancy Pelosi e dal generale James Jones all’ambasciatrice di Kiev negli Usa — e la cantante Ucraina Jamala (rappresentante di tutti gli artisti ucraini colpiti dalla guerra di Putin).



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