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Il Pentagono mette ordine nell’intelligenza artificiale. Il nuovo modello

Il Pentagono annuncia che a partire da giugno il Joint artificial intelligence center, il Defense digital service e l’ufficio delle Advancing analytics saranno tutti riuniti nel nuovo ufficio del Chief digital and artificial intelligence officer, creato per guidare i processi della Difesa a stelle e strisce nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali

Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti annuncia la riorganizzazione di tutte le sue componenti che si occupano dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali, che verranno ricomprese sotto l’autorità del Chief digital and artificial intelligence officer (Cdao). La carica, istituita a novembre scorso, ha come obiettivo quello di ottimizzare il valore e gli sforzi nello sviluppo tecnologico e nell’uso dei dati, dei software e dei sistemi IA della Difesa a stelle e strisce. A questo scopo, il Pentagono a previsto di riunire sotto il Cdao il Joint artificial intelligence center, finora il principale ufficio responsabile dell’adozione delle soluzioni IA in tutto il dipartimento, il Defense digital service, responsabile della fornitura di soluzioni tecnologiche a tutto il Pentagono, e l’ufficio per l’Advancing analytics.

L’unico vertice per l’IA del Pentagono

La fusione delle tre realtà alle dipendenze dell’unico Chief digital and artificial intelligence officer prevedrà in realtà il mantenimento di tutto il personale che attualmente compone gli uffici, in modo da mantenere inalterata l’esperienza e il know how maturato negli anni dai tre centri. La principale modifica dal punto di vista operativo sarà la rimozione delle barriere di sicurezza che separavano i sistemi impiegati dagli uffici, in modo da aumentare la sinergia tra i vari reparti, che saranno però coordinati da un unico vertice, il Cdao.

La sinergia con i privati

Attualmente, la carica di Cdao è tenuta da aprile da Craig Martell, un ex dirigente di Lyft, società americana che sviluppa, commercializza e gestisce applicazioni per i cellulari a servizio dei trasporti e della logistica, dallo sharing di veicoli alla consegna a domicilio. Martell, che non ha precedenti esperienze con il mondo della Difesa, ha il compito di potenziare i sistemi IA del dipartimento per consentire un processo decisionale più rapido e accurato, oltre a supportare gli sforzi del Pentagono per potenziare i sistemi di comando e controllo congiunto su tutti i domini. La scelta di reclutare un manager dall’industria è indicativa della volontà della Difesa americana di affidarsi all’esperienza e, soprattutto, alla velocità delle realtà private nell’adozione delle tecnologie all’avanguardia anche nel settore pubblico della Difesa, tradizionalmente più lento.

Le future evoluzioni

Secondo quanto emerso da un memorandum interno del dipartimento della Difesa ottenuto da Breaking Defense, tuttavia, le risistemazioni al Pentagono non finirebbero qui. Il vertice della Difesa Usa ha intenzione di redigere una proposta legislativa per inserire alle dipendenze del Cdao anche il Chief data officer, attualmente dipendente dal Chief information officer, e responsabile del potenziamento della cultura sull’utilizzo dei dati digitali all’interno del dipartimento.

Gli investimenti di Washington per la tecnologia

Sul tema del potenziamento dello sviluppo dell’intelligenza artificiale per la Difesa era intervenuta anche la vice segretaria della Difesa americana, Kathleen Hicks, alla Tech & National Security Conference organizzata dalla Harvard Business School insieme al MIT Sloan School of Management. Proprio sull’introduzione del Cdao, Hicks aveva sottolineato come la nuova posizione avrebbe assicurato al Pentagono “i giusti processi e l’organizzazione per sfruttare l’AI in profondità”. In generale, gli Stati Uniti hanno destinato quest’anno undici miliardi per l’implementazione di tecnologie all’avanguardia per proteggere i sistemi informativi del Pentagono e le infrastrutture critiche della Difesa americana, parte di un investimento complessivo da 130 miliardi nei programmi di ricerca e sviluppo tecnologici.



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