Il presidente russo si è scusato per l’uscita del suo ministro degli Esteri. A comunicarlo è l’ufficio del premier Bennett. Il Cremlino non gradisce ma neppure smentisce. In ballo c’è un possibile aumento del sostegno di Gerusalemme a Kiev
Il presidente russo Vladimir Putin si è scusato per le parole di Sergei Lavrov, il suo ministro degli Esteri, sulle origini ebraiche di Adolf Hitler. A riferirlo è l’ufficio del primo ministro israeliano Naftali Bennett dopo una telefonata tra i due. Il Cremlino probabilmente non gradisce, ma neppure smentisce.
A pochi minuti di distanza, il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid, l’esponente del governo che più aveva criticato Lavrov per quell’uscita, ha comunicato di aver sentito l’omologo ucraino Dmytro Kuleba in occasione dei 74 anni di indipendenza di Israele. “Israele è un vero amico dell’Ucraina, come espresso dal suo ampio aiuto umanitario all’Ucraina durante la guerra, e come sarà ulteriormente espresso nel sostegno dopo la fine della guerra”, ha spiegato Lapid. Kulba “ha sottolineato che apprezza molto l’assistenza umanitaria che Israele ha inviato, così come la disponibilità che Israele aiuti la ripresa economica”, ha riferito sempre il ministro degli Esteri israeliano.
Non c’è alcun riferimento agli aiuti militari, un’ipotesi che il governo israeliano ha preso in considerazione dopo l’autogol di Lavrov. Putin ha cercato di mettere una toppa per evitare che alle dure reazioni diplomatiche possa aggiungersi presto un aumento del coinvolgimento israeliano al fianco di Volodymyr Zelensky. Avrà successo? In cambio di un ruolo di mediatore per Israele?