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Putin, l’Ucraina e la parata flop. Parla Edward Luttwak

Lo stratega americano: in Ucraina il disastro strategico russo, lo studieranno per generazioni. Il piano di Putin è fallito, alla parata del 9 maggio nulla da festeggiare. Spera di uscirne con i referendum in Donbas. Nucleare? Non c’è competizione, perdono tutti

Una festa mutilata. Alla parata del 9 maggio per le strade di Mosca Vladimir Putin “avrà poco da festeggiare”. Parola di Edward Luttwak: lo stratega americano, un passato al Pentagono e alla Casa Bianca, è convinto che per lo zar esista solo una via d’uscita dalla guerra in Ucraina.

Lunedì andrà in scena l’annuale parata per ricordare la vittoria sovietica sui nazisti. Putin può rivendicare una vittoria in Ucraina?

Sicuramente no. L’esercito russo ha combattuto male e il suo piano di guerra è fallito fin dall’inizio. Puntava a un colpo di mano su Kiev, dava per scontata la fuga di Zelensky, la dissoluzione del governo ucraino e l’ammutinamento dei suoi militari.

Le cose sono andate diversamente.

Un disastro. Hanno provato a prendere la capitale con una forza di meno di trecento paracadutisti, peraltro trasportati in elicottero. Poi hanno tentato la presa dell’aeroporto di Gostomel, alle porte di Kiev, anche questa fallita. E tutto questo grazie a un assunto drammaticamente sbagliato.

Quale?

Pensare che i militari ucraini fossero l’equivalente degli afgani o dei siriani e non dei patrioti europei. I russi hanno costruito la campagna sull’ipotesi del miglior risultato possibile, uno scenario ideale. Errore che si paga sempre.

Putin ha una via d’uscita?

Sì, e so personalmente che ne è al corrente. Accettare di indire due referendum nelle regioni contestate di Donetsk e Luhansk. Firmare il cessate-il-fuoco a patto che, una volta firmato, Europa e Stati Uniti tolgano tutte le sanzioni per far sì che sia rispettato.

C’è un problema: l’Ucraina non accetterà di cedere territori occupati.

Dovrà trovare un compromesso. Il referendum deve essere organizzato con tutte le regole del gioco. Che partecipi chiunque abbia la residenza e possa dimostrarlo in modo univoco.

Lei ha scritto importanti volumi di strategia militare. Cosa dovrebbero imparare le prossime generazioni di strateghi russi dalla guerra in Ucraina?

Avrebbero dovuto già imparare le lezioni della loro storia. I russi hanno attaccato la Finlandia nel 1939 con un’enorme sproporzione di forze. Loro avevano circa 1500 carri armati, la Finlandia una quindicina in un museo militare. Hanno perso 100mila soldati.

Quindi?

Quindi la lezione è semplice: quando i russi iniziano una guerra, falliscono. Quando si difendono, vincono: subiscono perdite, ma poi si ritirano e resistono fino a sfiancare il nemico.

C’è un jolly di cui ci stiamo dimenticando: le armi nucleari. La Russia può competere con l’arsenale occidentale?

Con il nucleare non esiste competizione: basta una bomba e finisce tutto. Le armi nucleari tattiche sono fantasie degli anni ’60, per questo sia gli Stati Uniti sia la Russia negli anni hanno ritirato unilateralmente migliaia di testate, siluri e missili. Con il nucleare perdono tutti.

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