Due isole nel Mar Rosso, Tritan e Sanifar, potrebbero essere l’elemento d’innesco per una qualche forma di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. Il lavoro di mediazione nelle mani di Stati Uniti ed Egitto
L’amministrazione Biden sta mediando negoziati tra Arabia Saudita, Israele ed Egitto per il trasferimento di due isole strategiche nel Mar Rosso — Tritan e Sanifar — dalla sovranità egiziana a quella saudita. Se i dialoghi avranno successo, potrebbero essere un passo importante verso una qualche forma di normalizzazione delle relazioni tra Riad e Gerusalemme.
Dopo anni di divisioni, lo Stato ebraico e il mondo arabo si stanno avvicinando soprattutto grazie agli Accordi di Abramo, mediati dagli Stati Uniti per normalizzare i rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi — Emirati Arabi Uniti su tutti. L’Arabia Saudita per ora non ha possibilità di inserirsi all’interno di questo quadro diplomatico, anche per il peso che occupa nel mondo musulmano — ospitando i luoghi sacri dell’Islam ed essendo inquadrata come uno dei riferimenti nella questione israelo-palestinese.
Tuttavia Riad, spinto soprattutto da necessità pragmatiche, ha da tempo avviato relazioni — soprattutto nel campo della sicurezza — con Gerusalemme. Se è vero che gli Stati Uniti stanno facendo da catalizzatore a queste relazioni, è la necessità di contenere l’Iran — nemico comune del regno sunnita e dello Stato ebraico — una delle più importanti questioni comuni.
Qualora l’accordo in discussione dovesse venire raggiunto, sarebbe un risultato significativo nella politica mediorientale dell’amministrazione Biden, che sta proseguendo nel disimpegno strategico avviato da oltre un decennio e raccogliendo i frutti degli Accordi di Abramo mediati dal predecessore Donald Trump — strutturati anche nell’ottica di creare una sostanziale stabilità regionale, più facile da gestire con un controllo da remoto.
Fonti statunitensi e israeliane hanno detto a Barak Ravid di Axios che l’accordo non è completo e che delicati negoziati sono in corso. La Casa Bianca tuttavia sta spingendo per raggiungere un’intesa prima di un viaggio del presidente Joe Biden in Medio Oriente, programmato per fine di giugno, che potrebbe includere anche una sosta in Arabia Saudita e un primo incontro con l’erede al trono di Riad, Mohammed bin Salman.
Le isole Tiran e Sanafir controllano lo Stretto di Tiran, un passaggio talassocratico verso i porti di Aqaba in Giordania e Eilat in Israele. L’Arabia Saudita ha dato all’Egitto il controllo delle isole nel 1950, poi sono state smilitarizzate come parte del trattato di pace israelo-egiziano del 1979. Il parlamento egiziano nel giugno 2017, e poi la corte suprema del Paese nel marzo 2018, hanno approvato un accordo per trasferire la sovranità all’Arabia Saudita.
Ora il ritorno alla sovranità saudita che gli Stati Uniti vorrebbero mediare (e tutelare), potrebbe servire a costruire la fiducia tra le parti e creare un’apertura a relazioni più ampie tra Israele e Arabia Saudita.
Contemporaneamente l’eventuale intesa avrebbe peso sulle tensioni in corso tra l’amministrazione Biden e l’Arabia Saudita, dove i rapporti sono attualmente raffreddati; ma dove il ruolo degli Stati Uniti per Riad e in generale per il Golfo resta centrale, difficilmente sostituibile come tutore/fornitore di sicurezza.
Ruolo che Washington giocherebbe anche nella questione riguardante Tiran e Sanafir: sulla base del trattato israelo-egiziano la de-militarizzazione delle isole deve essere monitorata da una forza di osservatori multinazionali (guidati dagli Stati Uniti). Un aspetto che fornisce garanzia a Israele — che accede al Mar Rosso tramite quel tratto di mare occupato dalle due isole.
Gli elementi tecnici tuttavia a questo punto sono più che altro questioni di posizionamento, che gli americani potrebbero far superare. La questione è del tutto politica e potrebbe avere un carattere determinante nel futuro della regione, avvicinando due degli attori centrali del Medio Oriente e inserendosi in un flusso di distensione che sta caratterizzando tatticamente le dinamiche dell’area.