Il momento è propizio per le forze politiche e sociali affinché trovino la forza di organizzarsi e di porsi in alternativa concreta a questo agglomerato di interessi che ben rappresenta tutti gli equivoci e le irresponsabilità emerse vistosamente nel Paese. Il commento di Raffaele Bonanni
Le decisioni e i risultati da conseguire nei prossimi mesi, segneranno fortemente sviluppi o fallimenti futuri dell’Italia e dell’Europa. Molte soluzioni dipenderanno anche da noi, importanti come siamo nella attuale dinamica geopolitica, nella vicenda del compimento dell’Unione europea, nella conquista della autonomia energetica, del ripristino della efficienza dei fattori di sviluppo e superamento del debito, nella sicurezza in Europa in stretta coerenza con le strategie Nato.
Sebbene nell’ultimo anno, grazie alla provvidenziale presenza nel governo di Mario Draghi, abbiamo potuto rivederci nuovamente rispettati dalle cancellerie più importanti del mondo come non accadeva più dalla prima Repubblica, e mentre una parte parte dei leader politici della maggioranza, visibilmente, remano contro su ogni questione di importanza vitale, colpendo ora uno, ora l’altro, i fianchi del Cireneo Draghi, per fiaccarlo e screditarlo.
Insomma sta emergendo ogni nodo irrisolto nella politica italiana dell’ultimo quarto di secolo, non ultimo quello delle alleanze internazionali. Ad esempio l’attenzione di parte considerevole dei partiti sul Pnrr è molto scarsa e lo dimostra il sostanziale disinteresse sul tema, preferendo occuparsi d’altro nello sventolio perenne dei temi bandierina dei singoli schieramenti, per ottenere bonus ed assistenza. La questione nodale dell’abnorme debito pubblico non è neanche considerata, salvo poi arrivare ad arringhe di basso conio.
Assistiamo attoniti al rifiuto di tasse per coprire buchi finanziari provocati dagli stessi che si agitano e che appena un attimo prima erano impegnati ad alzare polveroni nazionali per le più svariate e sconclusionate operazioni corporative. Sull’energia sta emergendo drammaticamente ogni malafede e ignoranza, e tuttavia si continua a sottovalutare l’esigenza della conquista dell’autonomia nazionale e le implicazioni riguardanti la sua importanza strategica per la sicurezza e per la competitività economica.
Ma tra i vari e imbarazzanti posizionamenti, spicca l’anomalia italiana che vede parti della stampa, della politica, del sociale, veicolare insidiose teorie di oggettivo appoggio alla offensiva di disinformazione russa, riguardanti il comportamento da avere con gli alleati atlantici ed europei sulla vicenda della guerra in Ucraina. Dunque un clima di rischio grave per la sicurezza ed economia nazionale, un colpo pesante per la reputazione italiana, assist probabilmente attesi dai russi; punti che dovranno essere subito chiariti agli italiani.
Se questo polveroso e costoso rodeo politico da lungo tempo in corso, non si interrompe, e neanche in momenti così drammatici ed alla vigilia delle elezioni per rinnovamento del Parlamento, dovrà pure accadere qualcosa di nuovo se in Italia esiste ancora una realtà in grado di capire in che mondo viviamo.
Penso che sia giunto il momento per realtà culturali e politiche, fedeli alla liberaldemocrazia, al posizionamento internazionale, ed all’ideale del compimento pieno dell’architettura federale europea, affinché trovino la forza di organizzarsi e di porsi in alternativa concreta a questo agglomerato che ben rappresenta tutti gli equivoci e le irresponsabilità ormai emerse vistosamente nel Paese.
Sostanzialmente la politica tutta è attraversata anche dal contrario: da forze e personalità dedite all’interesse generale, fedeli alla Repubblica, provvista di senso della misura e preoccupata dal degrado a cui assistiamo. Nelle organizzazioni politiche resistono ancora realtà virtuose, ed è dunque un bene che si apra un processo politico finalizzato alla costruzione di un vasto Rassemblement per la salvezza della Repubblica finalizzato a governare il Pnnr, a custodire i fondamentali elementi della economia e del sociale, della costruzione europea, della sicurezza attraverso il serrare le fila con gli alleati atlantici.
Separare l’olio dall’acqua come succede nella natura, è diventato essenziale per ridare ossigeno al desiderio di conquista di un destino diverso da quello a cui sembra essere destinati. Dovrà essere l’annuncio di una nuova stagione di responsabilità che possa aprire la fase che aspettiamo ormai da troppo tempo, che sappia preparare l’Italia dei doveri che preparano grandi diritti sociali e civili, sostenere l’ingegno italico per ritrovare le vie della crescita economica, ridare forza alla partecipazione responsabile dei cittadini alla vita comunitaria, per un ritornare al senso della politica e della democrazia.