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Il Giappone morde la Russia. Congelati gli asset di Sberbank

Il Paese del Sol Levante mette sotto chiave asset e riserve della principale banca russa e proibisce alle aziende locali di scambiare denaro con Mosca. Una combinazione che rischia di aggravare ancora di più le condizioni del sistema finanziario dell’ex Urss, già privo di risorse estere in dollari per 600 miliardi

Il cerchio finanziario, per la Russia, continua a stringersi. Mosca ha, sparse per il mondo, riserve in dollari per circa 600 miliardi di dollari. Soldi con i quali Mosca dormirebbe sonni molto più tranquilli, sicura se non altro di riuscire a onorare il debito sovrano e le cedole ad esso legato. Peccato che tali fondi siano stati prontamente messi sotto chiave, nell’ambito delle sanzioni occidentali imposte a Mosca.

E così, al netto delle risorse di cui ancora dispone il Cremlino, fuori dai confini della Federazione è tutto congelato da settimane. Ora si aggiunge un altro tassello, che porta il nome del Giappone. Il governo nipponico ha infatti deciso di congelare tutti i beni e tutti gli asset della più grande istituzione finanziaria russa, Sberbank unitamente a quelli e della più grande banca privata dell’ex Urss, Alfa Bank. In questo modo, qualunque riserva dei due istituti russi detenuta presso il Paese del Sol Levante, è pressoché inaccessibile.

Non è finita. Tokyo proibirà a individui e aziende giapponesi di effettuare nuovi investimenti in Russia con una partecipazione pari o superiore al 10%. Anche i prestiti con un termine di rimborso superiore a un anno sono soggetti a divieto. E, ancora, le principali banche giapponesi, tra cui Mitsubishi Ufj, Sumitomo Mitsui e Mizuho, sospenderanno le transazioni in dollari sempre con la russa Sberbank. La stretta è di ampia portata e non potrà certo lasciare indifferente Mosca.

Secondo lo stesso ministero delle Finanze nipponico, nel 2021 il Giappone ha investito in Russia 61,2 miliardi di yen (470 milioni di dollari) e il divieto di investimento dovrebbe avere un effetto soprattutto sulle nuove imprese. La mossa del Sol Levante è con ogni probabilità figlia del coordinamento con l’Europa, rafforzata proprio in questi giorni dalla visita in terra nipponica dei vertici dell’Unione.

In visita a Tokyo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel hanno infatti incontrato il premier giapponese Fumio Kishida. “La Russia”, detto von der Leyen, “è oggi la minaccia più diretta all’ordine mondiale con la barbara guerra contro l’Ucraina, e il suo inquietante patto con la Cina”.

Michel ha rincarato: “La nostra cooperazione in Ucraina è fondamentale in Europa, ma è importante anche nel Pacifico e vogliamo anche approfondire la nostra consultazione su una Cina più assertiva. Riteniamo che la Cina debba alzarsi per difendere il sistema multilaterale di cui ha beneficiato nello sviluppo del suo paese. I responsabili dei crimini di guerra devono essere e saranno assicurati alla giustizia”.

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