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Spiragli di dialogo tra Russia e Ucraina? C’è il rebus dei vincitori e vinti

Macron e Putin chiedono a Putin di avviare un dialogo diretto con Zelensky. Lui risponde: “Non siamo ansiosi di parlargli ma dobbiamo affrontare la realtà”. Gli Usa mostrano fiducia ma quali sono gli obiettivi delle parti?

Il presidente russo Vladimir Putin in una telefonata a tre con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha confermato la volontà della Russia a rinnovare il dialogo con il governo di Kiev, in particolare sull’esportazione del grano ucraino. A quanto si legge in un comunicato del Cremlino, la crisi alimentare può rappresentare l’occasione per la ripresa del dialogo tra le due parti che però rimangono lontane sulla questione delle mine: Kiev teme una nuova offensiva di Mosca su Odessa.

IL PRESSING DI MACRON E SCHOLZ

Nella telefonata, avvenuta su iniziativa di Macron e Scholz, i due leader occidentali hanno “insistito sul fatto che qualsiasi soluzione alla guerra deve essere negoziata fra Mosca e Kiev, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Lo ha reso noto l’Eliseo, precisando che Macron e Scholz “hanno ribadito l’esigenza di un cessate il fuoco e hanno “fatto appello a Putin affinché accetti un dialogo diretto con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nei tempi più rapidi”.

PUTIN CONTRO LE ARMI A KIEV

Putin, secondo quanto riferisce il Cremlino, parlando con Macron e Scholz, ha avvertito che continuare ad armare l’Ucraina “è pericoloso”, mettendo in guardia dai rischi di “un’ulteriore destabilizzazione, di un ulteriore peggioramento della situazione e di un aggravamento della crisi umanitaria”. Niente di nuovo: è la solita tattica del Cremlino per provare a dividere l’Occidente utilizzando varie armi del suo arsenale, dalla crisi alimentare con il pericolo migranti all’energia, in grado di spaventare l’Europa che non vuole una lunga guerra alle sue porte.

LA POSIZIONE DI ZELENSKY

L’Ucraina non è ansiosa di parlare con la Russia di Putin, ma deve affrontare la realtà e sarà necessario per porre fine alla guerra. È quanto ha dichiarato ieri Zelensky durante un discorso a un think tank indonesiano. “Ci sono cose da discutere con il leader russo. Non sto dicendo che il nostro popolo è ansioso di parlare con lui, ma dobbiamo affrontare la realtà. Cosa vogliamo da questo incontro? Rivogliamo le nostre vite. Rivogliamo la vita di un Paese sovrano all’interno del proprio territorio, ma la Russia non sembra essere pronta per seri colloqui”. Parole che possono suonare come una disponibilità al dialogo ma Kiev non appare disposta ad arretrare sui territori chiedendo il ritiro delle truppe russe.

GLI EQUILIBRI AMERICANI

La retorica statunitense è di fiducia. Ma oltre, non c’è chiarezza sul futuro. Ci sono pochi dettagli su come sarebbe una sconfitta strategica per la Russia o su quale tipo di accordo territoriale gli Stati Uniti potrebbero incoraggiare gli ucraini ad accettare. Secondo una recente bozza del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, visionata dal Financial Times, Washington “vuole un’Ucraina democratica, sovrana e indipendente” e intende assicurarsi che lo sforzo della Russia di dominare l’Ucraina “finisca in un fallimento strategico”.

“Siamo concentrati sul dare all’Ucraina una mano il più forte possibile sul campo di battaglia per assicurarle la massima leva possibile al tavolo dei negoziati”, si legge nei documenti. Secondo alcuni analisti, spiega il quotidiano, l’amministrazione Biden potrebbe mantenere deliberatamente vaghi alcuni elementi dei suoi obiettivi di guerra. Serve un po’ di flessibilità, e dunque pochi dettagli, per definire un fallimento russo. Le prossime settimane, con gli sviluppi sul campo, le nuove sanzioni europee e i tentativi di sbloccare sul situazione del grano, potrebbero aiutare a definire un po’ di più i contorni delle richieste delle parti. 

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