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Tim, Labriola spinge sulla trasformazione

Che cosa ha detto il ceo del gruppo, Pietro Labriola, ai manager dell’ex monopolista in un incontro dopo la presentazione dei risultati del primo trimestre

Cambiare pelle, un passo alla volta e nell’attesa che l’operazione rete unica vada definitivamente in porto. E dunque, trasformare Tim secondo le linee guida disegnate dal nuovo piano, che sarà presentato il 7 luglio, ma anche facendo leva sul miglioramento della qualità del servizio al cliente, su una nuova immagine che parli anche alle generazioni più giovani e su un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità.

Sono questi i messaggi che il ceo del gruppo, Pietro Labriola, ha voluto rimarcare ai manager del gruppo telefonico in un incontro dopo la presentazione dei risultati del primo trimestre. Proprio i conti al 31 marzo (chiusi con ricavi pari a 3,6 miliardi), che secondo Labriola mostrano “una rigorosa attenzione ai numeri, necessaria per dare credibilità a quello che facciamo” e per ottenere la fiducia fondamentale “per creare un ecosistema favorevole al piano”, sono “il punto di partenza per disegnare la nuova Tim”.

La trimestrale, sempre secondo il manager succeduto alla guida dell’ex monopolista a Luigi Gubitosi, mostra dei “segnali positivi” come quelli in arrivo dal Brasile e da alcuni trend in miglioramento, ma “non esprime ancora” il valore del gruppo, che potrà “emergere pienamente dal piano che prevede la focalizzazione su 4 business distinti”: il network, la consumer con small&medium business, l’enterprise e il Brasile.

Su questo fronte Labriola e la sua squadra stanno lavorando per “definire perimetri, mercati e obiettivi” dei quattro pilastri su cui sarà basata la trasformazione dell’azienda, ma anche su alcuni progetti fondamentali per sostenerla, come una nuova immagine, una grande attenzione ai costi da razionalizzare, evitando la duplicazione di attività, e i nuovi target Esg. “Abbiamo iniziato la trasformazione di Tim, dobbiamo andare avanti con fiducia perché i risultati arriveranno nel tempo e cominceremo a vederli già nei prossimi mesi”, ha chiarito Labriola.

Lo stesso numero uno dell’ex Telecom, commentando i risultati nel primo trimestre, ha affrontato il tema delle rete unica, da realizzare con la messa a sistema degli asset di rete con quelli di Open Fiber. “Sono ottimista sul fatto che si possa chiudere anche abbastanza rapidamente, diciamo in qualche giorno”. Il ceo ha cercato di rassicurare, spiegando che “sta andando tutto come immaginavamo. C’è stato qualche ritardo ma non è legato a nessun tipo di attrito”. Nel contesto dell’accordo al tavolo c’è anche il fondo Kkr, socio di minoranza con il 37,5% di Fibercop, azienda in cui lo scorso anno è confluita la rete secondaria di Tim. “È tutto nelle dinamiche più classiche in un contesto quale quello esistente”.

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