Enel lascia la Russia. Con un comunicato il gruppo guidato da Francesco Starace ha annunciato che abbandonerà i suoi asset. Cederà l’intera quota del 56,43% in Psjc Enel Russia per un corrispettivo di 137 milioni. I dettagli
Detto fatto: Enel lascia la Russia. Con un comunicato l’azienda guidata da Francesco Starace ha annunciato che abbandonerà i suoi asset in russia. Questo giovedì Enel ha firmato oggi gli accordi relativi alla cessione dell’intera partecipazione detenuta nel capitale sociale di Pjsc Enel Russia. Nello specifico, la società ha sottoscritto due accordi, “, rispettivamente, con Pjsc Lukoil e il Closed Combined Mutual Investment Fund ‘Gazprombank-Frezia’ per la cessione dell’intera partecipazione detenuta in Enel Russia, pari al 56,43% del capitale sociale di quest’ultima, per un corrispettivo totale pari a circa 137 milioni di euro che sarà corrisposto al closing”. Enel, aggiunge la nota, “cederà tutti i suoi asset di generazione elettrica in Russia, che includono circa 5,6 GW di capacità convenzionale e circa 300 MW di capacità eolica in diverse fasi di sviluppo, garantendo continuità ai propri dipendenti e clienti”.
Da mesi il colosso dell’energia italiana aveva annunciato l’abbandono della controllata Enel Russia a causa dell’invasione russa in Ucraina. L’operazione, fa sapere in una nota, “genererà un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto consolidato del Gruppo Enel per circa 550 milioni di euro e un impatto negativo sull’utile netto di Gruppo reported di circa 1,3 miliardi di euro, principalmente dovuto al rilascio della riserva di conversione cambi, per circa 1,1 miliardi di euro al 31 maggio 2022”. Anche se l’effetto contabile, precisa, “non avrà alcun impatto sui risultati economici ordinari”.
Già a marzo, in un’intervista a Bloomberg tv, l’Ad del gruppo aveva dichiarato che “con rammarico” Enel avrebbe abbandonato il mercato russo. Alla vigilia dell’ultima assemblea dei soci, rispondendo alle domande degli azionisti, Starace ha confermato l’intenzione di abbandonare gli asset russi. Una presenza, quella di Enel in Russia, che negli anni è andata diminuendo anche grazie alla cessione della centrale di Reftinskaya nel 2019.
La decisione presa, spiega oggi l’azienda, “è in linea con l’obiettivo strategico del Gruppo di concentrare le proprie attività principalmente nei Paesi in cui una posizione integrata lungo la catena del valore può guidare la crescita e migliorare la creazione di valore facendo leva sulle opportunità offerte dalla transizione energetica”.
Perché sia perfezionata, si legge nella nota, è necessario che si verifichino alcune “condizioni sospensive”, tra cui “il rilascio dell’autorizzazione da parte della Commissione governativa russa per il monitoraggio degli investimenti esteri e del Servizio federale antimonopoli russo”. Liberandosi degli asset russi, Enel si accoda a un numero crescente di gruppi energetici occidentali, tra cui BP, Shell, Exxon ed Eni, che avevano già annunciato di voler interrompere le loro attività legate al Paese di Vladimir Putin.