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Ariane 5 porterà due nuovi satelliti nello spazio

Il razzo Ariane 5 è quasi pronto al lancio. Stanotte, partendo dalla base europea di Kourou, il vettore di Arianespace porterà in orbita geostazionaria due satelliti destinati alle telecomunicazioni nel continente asiatico. Si tratta del satellite indiano Gsat-24 e della sonda malese Measat-3d, pronti a migliorare la copertura a banda larga nella regione

Dovrebbe partire questa notte il razzo europeo Ariane 5, nel suo primo lancio dell’anno dopo che a dicembre aveva messo in orbita James Webb, il telescopio spaziale realizzato per indagare le origini delle stelle e delle galassie lontane. Il lancio partirà dalla base spaziale europea di Kourou, in Guyana Francese, tra le 23 e la mezzanotte italiana. Sarà diretto alla volta dell’orbita geostazionaria portando a bordo due satelliti per le telecomunicazioni, l’indiano Gsat-24 e il malese Measat-3d, destinati a migliorare la copertura a banda larga nella regione dell’Indo-Pacifico.

Il lancio

Il lancio dovrebbe concludersi in quaranta minuti, terminando nel momento in cui i due satelliti, a pochi attimi di differenza l’uno dall’altro, verranno rilasciati in un’orbita di trasferimento geostazionaria, a circa duemila chilometri di altezza, per poi proseguire verso l’orbita finale, a circa 36mila chilometri di altezza. Sarà la compagnia francese Arianespace, guidata dal ceo Stéphane Israël a effettuare il lancio per conto di due diversi clienti: l’operatore satellitare di comunicazioni malese Measat e la NewSpace India limited (Nsil), impresa del settore pubblico del governo indiano nonché braccio commerciale dell’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (Isro). La possibilità di trasportare due carichi utili rappresenta un vantaggio dal momento che permette alle due aziende coinvolte di dividere i costi. Per il lancio verrà utilizzato il vettore Ariane 5 “Eca” e non prevede il recupero del primo stadio che si schianterà invece nell’Oceano Atlantico dopo il distacco. Quello di stanotte sarà il 66esimo tentativo di lancio orbitale effettuato quest’anno, e corrisponderà alla seconda missione di Arianespace effettuata in questa prima metà dell’anno, nonché alla 113esima missione di un Ariane 5.

Due nuovi satelliti nello spazio

Per un totale di circa undici tonnellate di peso complessivo, i due satelliti pronti al lancio hanno dimensioni e utilizzi diversi. Measat-3d è una sonda realizzata in Europa da Airbus defence and space per la malese Measat e fornirà trasmissioni video fino a 8K alla regione pacifico-asiatica, aggiungendosi al Measat-3b già in orbita. In particolare, sarà in grado di fornire alla Malesia servizi a banda larga in aree dove prima la connettività dei sistemi era molto scarsa, fornendo video in alta definizione. La sua vita operativa si stima sarà di una ventina d’anni. Il Gsat-24, invece, è un satellite di circa quattro tonnellate progettato per fornire, una volta in orbita, servizi televisivi e per le telecomunicazioni in banda Ku e in alta qualità a tutta l’India. Il satellite rappresenta la prima missione satellitare di comunicazione di Nsil ad essere “demand driven”, il che significa che il satellite aumenterà le proprie funzionalità man mano che un maggior numero di clienti ne richiederà l’utilizzo.

Ariane 5

L’Ariane 5 è il più grande lanciatore della famiglia europea. Viene lanciato circa sette volte l’anno, con alti livelli di affidabilità: dal 1996, infatti, ha registrato il 95,4% di missioni coronate da successo. Il vettore ha rappresentato un’evoluzione significativa rispetto alle versioni precedenti, grazie a una potenza maggiore e all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Ora è stata implementata La nuova configurazione operativa Eca, Evolved cryogenic, modello A, è stata sviluppata da Arianespace per l’Agenzia spaziale europea (Esa), e può lanciare fino a tre satelliti molto grandi, utilizzando un adattatore noto come Système de lancement double ariane (Sylda). L’adattatore dispiega uno dopo l’altro i vari sistemi ospitati, in una sorta di “colonna” di satelliti che dal più alto, prosegue fino alla messa in orbita dell’ultimo payload.

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