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Conte il russo, Di Maio l’atlantista. Cosa dice la stampa a Mosca

La rassegna stampa russa ha le idee chiare sulla crisi grillina: Di Maio esce perché sta con l’Ucraina, Conte l’opposto. Avvisate gli spin doctor a Cinque Stelle: sui giornali tra Mosca e Kiev l’ex premier è diventato il leader filorusso

Qualcuno avvisi Rocco Casalino: Giuseppe Conte ha un problema di spin russo. All’indomani della scissione di Luigi Di Maio e della cinquantina di parlamentari che hanno detto addio al Movimento Cinque Stelle per formare un nuovo gruppo, Italia per il futuro, la rassegna stampa russofona non è un bel colpo d’occhio per l’ex premier.

Ovunque, dai giornali vicini al Cremlino alla stampa filo-ucraina, il divorzio pentastellato è raccontato in un solo modo: una crisi di politica estera. Da una parte il Movimento contiano, barricadero e contrario all’invio di armi all’Ucraina. Dall’altra Di Maio l’atlantista e il suo gran rifiuto per difendere, parole sue dall’hotel Sina Bernini Bristol, “l’appartenenza all’area euroatlantica”.

Che la giornata d’aula di martedì racconti una storia un po’ diversa – i Cinque Stelle hanno votato la risoluzione chiesta da Mario Draghi senza colpo ferire – è solo un dettaglio. Tass, la più grande agenzia stampa del governo russo: “Il ministro degli Esteri si attiene alla linea del governo guidato da Draghi sulla crisi in Ucraina che prevede, tra l’altro, l’invio di armi al Paese”. Il Movimento di Conte, invece, “ha insistito per fermare le spedizioni”.

Ria, l’altra agenzia preferita dal Cremlino, titola così: “Il ministro degli Esteri italiano lascia il Movimento Cinque Stelle per divergenze sull’Ucraina”. I litigi sul limite dei due mandati, le antipatie personali finiscono sullo sfondo, impercettibili. All’origine dell’implosione grillina, si legge in bella vista sul sito, “ci sono stati notevoli disaccordi tra Di Maio e alcuni leader dei Cinque Stelle sulla crisi ucraina, quando tutti hanno dovuto scegliere da che parte della storia stare”. L’agenzia non manca di ricordare come Conte abbia “proposto una risoluzione speciale” per impegnare l’Italia “a non continuare a fornire armi a Kiev, in quanto ciò potrebbe seriamente mettere a rischio la de-escalation nel conflitto”.

Che dire della stampa di opposizione, o quel che ne è rimasto? Stessa orchestra: Meduza ad esempio spiega che Di Maio ha detto addio al Movimento “per la sua riluttanza a sostenere l’invio di armi all’Ucraina”. Si accoda Novaya Gazeta, il giornale russo costretto all’esilio dove hanno scritto il Nobel Dmitry Muratov e la giornalista dissidente assassinata Anna Politokvskaja: se il titolare della Farnesina ha sbattuto la porta è perché ritiene che “Conte abbia minato gli sforzi del governo per sostenere l’Ucraina”.

È un continuo, anche sui quotidiani ucraini, che rilanciano la narrazione di uno scisma grillino dovuto a due posizioni opposte, inconciliabili sulla guerra russa. Di Maio ha salutato Conte e il Movimento perché “non sostenevano l’Ucraina”, apre oggi la Pravda, versione Kiev. Cioè l’esatto contrario di quanto giurato dal presidente della Camera Roberto Fico, quando ha sferrato l’attacco che ha fatto traboccare il vaso, “sosteniamo l’Ucraina in tutti i modi e siamo nel Patto atlantico”. Che sia vero o meno, a Mosca e Kiev non ne sono convinti.

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