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Hub energetico nel Mediterraneo. L’incontro Draghi-Bennett

“Israele potrebbe essere interessata a coinvolgere l’Italia come chiave per gli accordi Ue per comunitarizzare il mercato del gas”, spiega Dentice (Ce.SI). Presente anche la ministra Elharrar

C’è sintonia tra Mario Draghi e Naftali Bennett. In conferenza stampa a Gerusalemme, il presidente del Consiglio ha ringraziato il “caro amico” primo ministro oltre al presidente Isaac Herzog (incontrato ieri) per “la calorosa accoglienza” in Israele. “Amico mio”, ha ripetuto più volte anche Bennett rivolgendosi a Draghi, rievocando il famoso “whatever it takes” di quando era alla guida della Banca centrale europea ed evidenziando che entrambi guidano “governi insoliti che non si erano mai visti” nei due Paesi.

Una sintonia tra i due leader che riflette quella tra i due Paesi: “Israele rappresenta per l’Italia un Paese amico, un partner fondamentale”, ha dichiarato Draghi sottolineando che “i nostri rapporti sono stretti e si sono rafforzati ulteriormente negli ultimi anni in ambito sanitario, economico, commerciale”. “Ci scambiavamo consigli via WhatsApp”, ha raccontato Bennett sul continuo scambio di informazioni tra i due governi per migliorare le strategie di vaccinazione e di contenimento dei contagi.

L’auspicio di entrambe le parti è il rafforzamento della cooperazione, soprattutto nei settori più innovativi, come la robotica, la mobilità sostenibile, l’aerospazio e la tecnologia applicata all’agricoltura. Ma si può e deve partire dal fronte energetico. “Lavoriamo insieme nell’utilizzo delle risorse di gas del Mediterraneo orientale e per lo sviluppo di energia rinnovabile”, ha spiegato Draghi evidenziando la volontà di “ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e accelerare la transizione energetica verso gli obiettivi climatici che ci siamo dati”. Sul tavolo tre soluzioni per portare gas israeliano in Italia, come raccontato su Formiche.net: una, la più veloce, prevede di utilizzare il flusso di gas che da Israele giunge fino in Egitto tramite il “gasdotto della pace” per poi essere reso liquido, spedito in Italia via nave e dunque rigassificato; una seconda sfrutta lo snodo della Turchia per arrivare nel nostro Paese attraverso il Tap; una terza prevede la realizzazione del gasdotto EastMed ma richiede almeno quattro anni.

Al bilaterale si è unita, dopo l’iniziale faccia a faccia, anche Karine Elharrar, ministra delle Infrastrutture nazionali, energia e risorse idriche, che nelle scorse settimana aveva incontrato Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, in visita in Israele.

L’urgenza di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico nasce dall’invasione russa dell’Ucraina, altro tema al centro del confronto tra Draghi e Bennett. “L’Italia sostiene e continuerà a sostenere in maniera convinta l’Ucraina, il suo desiderio di far parte dell’Unione europea”, ha dichiarato il presidente del Consiglio ringraziando il governo israeliano “per il suo sforzo di mediazione in questa crisi” e ribadendo l’impegno di quello italiano a “lavorare perché si giunga quanto prima a un cessate il fuoco e a negoziati di pace nei termini che l’Ucraina riterrà accettabili”. I due hanno anche discusso del “rischio di catastrofe alimentare”, come l’ha definita Draghi, “dovuta al blocco dei porti del Mar Nero. Dobbiamo operare con la massima urgenza dei corridoi sicuri per il trasporto del grano. Abbiamo pochissimo tempo, perché tra poche settimane il nuovo raccolto sarà pronto e potrebbe essere impossibile conservarlo”, ha spiegato il presidente del Consiglio.

L’obiettivo è tentare una mediazione nella seconda metà di luglio, quando la situazione sul campo potrebbe permetterlo. Di questo si parlerà durante i summit G7 e Nato di fine giugno e durante l’incontro ad Ankara tra Draghi e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a inizio luglio. Pochi giorni prima del viaggio a Kiev con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, Draghi “potrebbe aver cercato in Israele oggi, come in Turchia tra tre settimane, di coordinare gli impegni per la de-escalation”, spiega Giuseppe Dentice, responsabile del Desk Medio Oriente e Nord Africa del Ce.SI – Centro Studi Internazionali, a Formiche.net. “Israele non può esporsi eccessivamente sulla Russia ma può essere uno dei Paesi impegnati in una mediazione anche dietro le quinte”, continua.

Guardando invece al Mediterraneo allargato e all’attenzione posta durante il bilaterale all’Egitto, Dentice osserva: “Israele potrebbe essere interessata a coinvolgere l’Italia come chiave per gli accordi energetici che l’Unione europea deve discutere con Israele e Egitto creando una sorta di cartello sub-regionale che coinvolga anche Cipro e Grecia per comunitarizzare il mercato gas”. Si tratta di un tema al centro della visita in Israele, da lunedì a mercoledì, di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che poi sarà in Egitto e Giordania.

In conferenza stampa Draghi ha spiegato che “gli incontri di questi giorni ci hanno permesso di esaminare insieme la situazione della regione e sostenere il processo di normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi”. “Abbiamo affrontato la situazione in Libano e in Siria, la cui stabilità impatta sull’intera area, e abbiamo esaminato la possibilità di un rilancio del processo di pace con la Palestina”, ha dichiarato ancora. Poi è partito in direzione Ramallah per un colloquio con il premier palestinese Mohammad Shtayyeh e per la firma di cinque intese bilaterali tra Italia e Palestina.

Durante la missione di due giorni in Israele, Draghi ha visitato il Tempio Italiano, incontrando i rappresentanti della comunità italiana, e il Museo dell’Olocausto, ribadendo la “massima determinazione” dell’Italia a contrastare l’antisemitismo e “a difendere i valori fondanti della nostra Repubblica e dell’Unione europea, pace, fratellanza, tolleranza”. Inoltre, ha avuto un faccia a faccia con Yair Lapid, ministro degli Esteri, figura molto in sintonia con l’amministrazione statunitense guidata da Joe Biden e che, se saranno rispettati gli accordi di rotazione nella coalizione di governo (il quale però non può dormire sonni sereni alla Knesset), sarà premier nell’estate del 2023. Inoltre, durante l’incontro con il presidente Herzog sono passati a portare i saluti anche Benny Gantz, ministro della Difesa, e Aviv Kochavi, capo di stato maggiore delle forze armate. Lapid, Gantz e Bennett sono i leader dei tre principali partiti della coalizione di governo: rispettivamente Yesh Atid, Blu e bianco e Yamina.

In questa fase la maggioranza a sostegno del governo Bennett-Lapid è sotto i 61 seggi necessari al Knesset. Il rischio di una crisi è quotidiano. E sembra una delle ragioni per cui la Casa Bianca ha temporeggiando per annunciare il viaggio del presidente statunitense Joe Biden in Medio Oriente che prevede una tappa in Israele prima di quella in Arabia Saudita. Mostrare sintonia e vicinanza a Draghi, probabilmente il leader europeo oggi più ascoltato e vicino agli Stati Uniti, è anche un messaggio interno da parte della politica israeliana.

Draghi e Bennett si sono salutati con l’impegno di approfondire i rapporti tra i due governi. Si lavora a un summit bilaterale tra esecutivi a ottobre da organizzare a Gerusalemme e a una visita di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, in Israele in estate dopo che la missione prevista in primavera è stata rinviata.


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