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Stare al governo non fa perdere consensi. I ballottaggi letti da Fedeli (Pd)

L’ex ministra dell’Istruzione: “Siamo il primo partito e anche il perno che ha trainato le vittorie sui territori grazie a coerenza, chiarezza e modo con cui stiamo al governo. M5S? Un errore l’eventuale appoggio esterno a Draghi”

Non è vero che stare al governo fa perdere consensi, dice a Formiche.net l’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, perché è stato proprio grazie a “coerenza, chiarezza e modo in cui stiamo al governo che il Pd si è fatto traino per le amministrative”. La senatrice dem, che ragiona di campo largo, riforme e agenda sociale, mette inoltre l’accento sull’eventuale appoggio esterno del M5s, bollandolo come un errore politico.

Ballottaggi: ha vinto il centrosinistra o ha perso il centrodestra?

Ha vinto il centrosinistra. Io penso che bisogna cominciare a guardare a chi vince e quindi a chi acquisisce maggiore rappresentanza, in questo caso nei comuni, rispetto alle votazioni precedenti. Perché ancora questo dubbio? Lo considero un controsenso. Ha vinto il centrosinistra, ha vinto il Pd e la sua capacità di essere credibile nelle proposte. Ma, se mi posso permettere, ha anche vinto un modo di fare politica molto determinato e con un protagonismo molto forte dei territori che andavano al voto.

Sta dicendo che il Pd ha messo a frutto in maniera propositiva l’esperienza di governo?

Sì. Penso ad esempio che una delle ragioni per le quali il Partito Democratico è arrivato primo, oltre che essere, diciamo, il perno che ha trainato le vittorie sui territori, sia stata la coerenza, la chiarezza e il modo con cui sta al governo. Lo considero un elemento importante se raffrontato al biennio pandemico, ai cambiamenti dei cittadini, alle nuove relazioni fra le persone dentro un contesto così difficile, senza dimenticare l’invasione russa dell’Ucraina. Per cui la nostra capacità di stare nell’agenda Draghi e nelle scelte di governo, secondo me è stata decisiva.

Vista la performance del M5s, il campo largo come obiettivo è sempre valido o sarà rivisto?

Intanto bisognerebbe saper analizzare realtà per realtà e valutare dove il campo largo è stato premiato. In alcuni territori è stata più forte la capacità di contenuti e la scelta del candidato che ha aggregato forze civiche: quindi io credo che bisogna saper guardare con grande oggettività le diverse realtà.

Verona cosa ha rappresentato?

Verona premia intanto la qualità del candidato, il suo modo di essersi rapportato alla città, ai contenuti e alle prospettive, mettendo al centro la proposta più che le alleanze. Stesso dicasi a Piacenza, ma cito anche Cuneo, dove una senatrice che conosco ha lavorato bene affinché nelle urne venissero premiate la qualità delle persone oltre alla proposta di merito. Il fatto che i territori hanno preso in mano, chiamiamola così, la capacità di proposta, di aggregazione, di alleanze, ma partendo dal programma e dal nome scelto, lo considero un elemento significativo.

Enrico Letta indica un’agenda sociale per evitare il rischio gillet-gialli anche in Italia: da dove partire e con quali risorse?

Partire dalle risorse che ci sono del Pnrr e farlo velocemente; in secondo luogo dare valore alla creazione di occupazione e abbassare le tasse sul lavoro per poter aumentare il salario. Penso che questa agenda sociale di cui parla il segretario del Partito Democratico sia importante proprio anche nella sua qualità e visione, cioè puntare sul lavoro, un lavoro di qualità, un lavoro retribuito.

E sull’aumento dell’occupazione?

Guardi, dico la parola aumento dell’occupazione femminile e giovanile, che poi sono le politiche che il Partito Democratico ha proposto negli ultimi mesi. Non è un caso che la norma di condizionalità per accedere ai progetti del Pnrr, cioè quella di avere almeno il 30% di aumento dell’occupazione femminile e giovanile, sia stata una proposta targata Pd. Nello stesso tempo l’agenda sociale deve anche rivedere e riqualificare il welfare. Questo è l’altro grande terreno, come l’importanza decisiva dell’investimento sull’istruzione, la formazione e l’educazione permanente.

Grillo ha detto che valuterà con Conte l’ipotesi di appoggio esterno al governo: che ne pensa?

Sarebbe un errore politico. Oggi si deve dare stabilità all’agenda che abbiamo condiviso e che va appunto a favore delle famiglie, delle imprese, di chi è maggiormente in difficoltà. Oggi il tema non è l’appoggio esterno, ma mettere prioritariamente al centro, anche per la prossima legge di bilancio, le risposte che servono a imprese e occupazione. E poi ci sono due questioni molto importanti che andrebbero affrontate sul tema dei diritti. Lo ius culturae e la legge sul fine vita: due segnali importanti per aumentare i diritti delle persone.

@FDepalo

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