Green City Network della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, hanno condotto un’indagine tra marzo e aprile di quest’anno, su un campione di 14 milioni di italiani residenti in grandi e piccole città, tra cui 10 aree metropolitane (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia). Ecco tutti i risultati presentati al Festival di Green&Blue
Con il Regolamento del 30 giugno 2021, vincolante per gli Stati membri, l’Unione Europea ha stabilito il raggiungimento della neutralità climatica al 2050 e l’impegno a ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 del 55% rispetto a quelle del 1990. L’Italia è impegnata a tradurre a livello nazionale questi obiettivi. Senza un forte coinvolgimento delle città non è possibile attuare questo impegnativo percorso verso la neutralità climatica. Nelle città, infatti, si concentra più della metà della popolazione mondiale, si generano oltre il 70% delle emissioni globali di gas serra e si consuma circa il 70% delle risorse e dell’energia.
Ma le città italiane stentano a imboccare la strada della neutralità climatica. Vi sono ritardi nell’utilizzo delle fonti rinnovabili, nel risparmio energetico, nei piani per l’adattamento ai cambiamenti climatici, nell’obiettivo della neutralità climatica al 2050. E soprattutto maggioranza delle città non è in grado di valutare, perché non li monitora, i risultati del taglio della CO2 dei piani e dei progetti messi in campo. Anche se nell’ultimo periodo qualche progresso possiamo registrarlo. L’85%, ad esempio aderisce al Patto dei Sindaci per l’energia e il clima; il 90% progetta di incrementare il verde urbano per assorbire la CO2; il 90% ha messo in cantiere interventi per la mobilità sostenibile.
È quanto emerge da un’indagine del Green City Network della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, condotta tra marzo e aprile di quest’anno, su un campione di 14 milioni di italiani residenti in grandi e piccole città, tra cui 10 aree metropolitane (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia). L’indagine, presentata ieri alla Conferenza Nazionale della Green City, nell’ambito del primo Festival per la Giornata Mondiale dell’Ambiente di Green&Blue, si è concentrata su sei temi: neutralità climatica, efficienza energetica, fonti rinnovabili, decarbonizzazione dei trasporti, gestione circolare dei rifiuti, assorbimenti di carbonio.
“Se non si coinvolgono realmente e in modo rilevante le città – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – non vi è alcuna possibilità di accelerare la transizione energetica verso la neutralità climatica e, in particolare, di triplicare gli impianti di rinnovabili da installare ogni anno, di realizzare il forte aumento delle rinnovabili, indispensabili per recuperare il nostro ritardo e raggiungere il target europeo al 2030”.
Per quanto riguarda la neutralità climatica, il 69% delle città oggetto dell’indagine ha redatto i piani per l’energia e il clima, ma la metà non ne ha monitorato i risultati. L’85% ha aderito al Patto dei Sindaci, ma sole il 39% ha aggiornato i target per il clima al 2030; quasi il 70% non ha un piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici e solo il 4% ha un obiettivo al 2050. Obiettivo verso la neutralità climatica vincolante con il regolamento europeo del 2021.
L’impegno delle città per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e per l’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica è abbastanza esteso: nel 73% delle città sono stati definiti programmi di riqualifica zio ne energetica e nell’80% vengono applicati e Criteri minimi ambientali per l’affidamento dei lavori di illuminazione. Se il 47% si è avvalso dei servizi del Gse per la riqualificazione degli edifici e dell’illuminazione, la metà non fa ancora il monitoraggio dei consumi energetici. Inoltre, a più di vent’anni dall’istituzione della figura dell’energy manager, il 67% ancora non lo ha nominato.
“Le città devono e possono essere protagoniste della transizione energetica del Paese – ha ribadito Andrea Ripa di Meana, amministratore unico del Gestore dei Servizi Energetici – Stiamo lavorando con ANCI per definire le linee guida per i Comuni che accelerino lo sviluppo di autoconsumo e comunità energetiche. Con Roma, Milano e Bologna siamo pronti a partire con u nn percorso di affiancamento sugli investimenti Pnrr legati alle scuole in collaborazione con il Miur”.
Circa la metà delle città oggetto dell’indagine ha adottato iniziative per promuovere la produzione di energia elettrica da solare fotovoltaico, ma il 76% non dispone di una stima dei propri consumi coperti da rinnovabili e il 93% non conosce quanti impianti sono in funzione. Così pure nell’85% delle città non è stato ancora realizzato un inventario delle superfici idonee ad ospitare impianti rinnovabili.
Piste ciclabili e colonnine di ricariche elettriche sono gli interventi più gettonati per quanto riguarda la mobilità sostenibile, ma solo il 42% ha in programma interventi per aumentare i mezzi di trasporto pubblico e solo il 41% ha adottato un Piano urbano per la mobilità sostenibile.
Va meglio per quanto riguarda la gestione circolare dei rifiuti. Il 73% dedica attenzione alla prevenzione della produzione di rifiuti; l’82% ha un tasso di raccolta differenziata superiore alla media nazionale, anche se la frazione organica raccolta è ancora poco utilizzata per produrre biometano.
Infine, poco più della metà delle città ha ben presente l’obiettivo europeo di azzerare il consumo di suolo, intervento necessario per aumentare gli assorbimenti di carbonio. Il 76% ha in corso progetti di rigenerazione urbana , oltre il 90% intende aumentare le alberature e le aree verdi urbane e oltre il 63% ha in programma lo sviluppo di orti urbani.
È il caso di ricordare che il Pnrr stanzia 330 miliardi di euro alla “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”. L’obiettivo è la piantumazione di 6 milioni 600 mila alberi entro il 2024 per 6 mila 600 ettari di foreste urbane, pari a 9 mila campi di calcio.