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Sveglia Occidente, la Cina ha messo le mani sul triangolo del litio

Argentina, Cile e Bolivia hanno in pancia il 56% delle risorse mondiali per realizzare le batterie delle auto elettriche: abbastanza perché altri big player impediscano che si crei un monopolio di Pechino

Non vi sono solo la crisi del grano o le mire su Taiwan in cima all’agenda del governo cinese, ma anche (o soprattutto) un tema particolarmente sensibile proprio perché ultraconnesso alle citate crisi: il cosiddetto triangolo del litio, rappresentato da Argentina, Cile e Bolivia, è da tempo entrato nel cono di interesse di Xi Jinping e Joe Biden ne ha parlato approfonditamente la scorsa settimana con tutti i leader sudamericani. Un dialogo che potrebbe essere tardivo: se la prospettiva è quella di una scommessa mondiale sulle auto elettriche, e quindi sulle batterie prodotte dalla Cina grazie al litio, occorrerà implementare anche le Gigafactory in Europa per non finire nuovamente ostaggio di terzi, così come accaduto con il gas.

Quadro

Il presidente americano Joe Biden ha confermato, dopo la visita in Israele, quella in Arabia Saudita il 15 e il 16 luglio: non solo colloqui bilaterali, ma anche un meeting con il Consiglio di cooperazione del Golfo. Lì il dibattito su petrolio e auto elettriche è geopoliticamente molto rilevante visto che la prospettiva di auto alimentate a batteria toglierebbe forza negoziale ed economica a MBS e anche a chi, come la Russia, fa dell’esportazione di gas e petrolio un pezzo vitale della propria economia. In questo pertugio si inserisce l’accelerazione cinese che punta tutto sul triangolo del litio che detiene il 56% delle risorse mondiali: un settore che tra il 2018 e il 2020 ha visto gli investimenti diretti esteri netti della Cina nell’estrazione mineraria pari a quasi 16 miliardi di dollari.

Accelerazione cinese

I prezzi del litio, secondo Bloomberg, hanno visto nel solo ultimo anno un aumento del 480%. A Nanchino esiste una delle maggiori fabbriche della Xinwangda Electric Vehicle Battery Co. Ltd, che produce batterie al litio per auto elettriche e altri usi. Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da una politica ultrainvasiva della Cina nell’estrazione e nella lavorazione dei cosiddetti “minerali critici” in America Latina: il riferimento è a litio e nichel, senza dimenticare i “sempre verdi” e utili rame e ferro. L’America Latina si candida quindi, dopo l’Africa, a diventare il mercato emergente per soddisfare la crescente domanda di auto elettriche. La Cina ha già il più grande mercato di veicoli elettrici al mondo, producendone l’80% e ha progressivamente tessuto relazioni molto fitte con il versante del Latino America dove opera uno dei colossi di Pechino del settore, la BYD.

In Perù vi sono villaggi come Chancay dove le frequenti esplosioni per le nuove infrastrutture scuotono le abitazioni come terremoti. Le case restano lesionate e la gente ha paura. Lì sta per vedere la luce un megaporto costruito dalla Cina: servirà a trasportare quel litio in Oriente. La decisione cinese di proteggere le catene di approvvigionamento ha coinvolto prima l’Africa e ora anche il Sudamerica, proprio sotto il naso del maggior competitor di Pechino: gli Usa.

Triangolo del litio

Il cosiddetto triangolo del litio si trova tra Argentina, Cile e Bolivia: assicurarsi quelle terre equivale ad una vera e propria opa sul monopolio mondiale del mercato delle batterie per le auto elettriche.

A giorni in Bolivia la società statale Yacimientos de Litio Bolivianos (YLB) terminerà i test pilota propedeutuci alla produzione di 40.000 tonnellate all’anno di litio fino alla fine del 2024: i territori interessati come Uyuni, Potosí e Oruro vedono l’interesse di soggetti privati cinesi come Xinjiang TBEA Group, Fusion Enertech (Cina), CATL BURNP & CMOC, CITIC GUAON/CRIG; americani come Lilac Solutions e russi come Uranium One Group. Un rapporto di quattro a uno. In Argentina le province coinvolte sono Jujuy, Salta e Catamarca, tutte situate nel nord-ovest del Paese.

Anche altrove che si guarda al modello-cinese della Via della Seta ma applicato al litio, per invitare le aziende di Pechino. È il caso del Brasile o di Panama, che bussano alle porte di Xi per la modernizzazione delle proprie infrastrutture, anche al fine di diversificare le singole economie, ma con il rischio di consegnare nelle mani cinesi il monopolio di un settore strategico per la mobilità mondiale.

@FDepalo


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