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Macron vuole un’industria della Difesa europea indipendente. Ed è pronto a…

Rafforzare l’industria della Difesa con l’obiettivo di raggiungere una base di sovranità e di indipendenza europea (e francese). Questo il tema centrale del discorso del Presidente francese, Emmanuel Macron, intervenuto al salone Eurosatory su difesa e sicurezza. Con la proposta di requisire le capacità delle imprese civili per ottenere forniture militari, una misura normalmente usata solo in stato di guerra

L’Unione europea è entrata in una economia di guerra. A dirlo è stato il presidente francese Emmanuel Macron, intervenendo all’esposizione Eurosatory, la fiera internazionale biennale per la difesa e la sicurezza multidimensionale aperta a Villepinte, a nord di Parigi. Secondo il presidente, di fronte alla crisi causata dalla guerra in Ucraina, l’Unione europea deve organizzarsi avendo in mente un obiettivo temporale di lungo periodo. “Un’economia in cui dovremo andare più veloci, pensare diversamente sui ritmi, per poter ricostituire più velocemente ciò che è essenziale per le nostre forze armate”.

Rafforzare l’industria continentale

Per Macron, l’obiettivo da raggiungere è quello di un rafforzamento complessivo dell’industria della Difesa dell’Unione europea, attraverso l’introduzione di misure che favoriscano le aziende dell’Ue. “Dobbiamo avere una base industriale e tecnologica per la difesa europea più forte e più ambiziosa”, ha detto Macron, ribadendo come sia “giunto il momento di mettere in atto una preferenza europea, per costruire, quando necessario e possibile, meccanismi razionali per l’acquisizione di capacità comuni”. In particolare, dovrebbero venire semplificate le regole delle gare d’appalto pubbliche tra gli Stati dell’Ue per i contratti dell’industria della difesa, in modo da consentire una maggiore cooperazione transnazionale.

L’indipendenza europea (e francese)

L’inquilino dell’Eliseo ha ribadito la sua posizione per un’industria della difesa autonoma rispetto ad altri mercati, “Non torniamo a ripetere gli errori del passato, spendere molto per comprare altrove non è una buona idea – ha rimarcato – altrimenti costruiremo le dipendenze di domani”. Secondo quanto affermato da Macron, c’è bisogno di costruire una base di sovranità e di indipendenza europea (e francese), aperta alle partnership internazionali evitando tuttavia di dover dipendere da altri “come altre volte abbiamo fatto, massicciamente e metodicamente”.

I ritardi dei programmi comuni

Le parole del presidente, però, arrivano in un momento durante il quale si registrano diversi rallentamenti nei programmi di collaborazione europei in materia di armamento. I progetti sul caccia di sesta generazione, il franco-tedesco Fcas e l’anglo-italo-svedese Tempest, faticano a decollare, e non si segnano progressi verso quella convergenza auspicata da più parti. In campo terrestre, ci sono delle difficoltà anche per il programma sul carro armato europeo Main ground combat system (Mgcs), anche questo a guida di Parigi e Berlino, con la Polonia che, per esempio, ad aprile ha acquistato 250 carri americani Abrams M1A2, vista la percepita urgenza di dover fronteggiare i T-14 Armata russi.

Parigi aumenta gli investimenti

Sul piano nazionale, dunque, il presidente Macron ha annunciato di aver previsto una possibile modifica alla propria legislazione per consentire allo Stato di requisire le capacità delle imprese del settore civile per le proprie forniture militari, cosa normalmente consentita solo in stato di guerra. Il capo dello Stato transalpino avrebbe poi richiesto al proprio ministro della Difesa di “adeguare i mezzi alle minacce e al contesto geopolitico”, in riferimento alla guerra in Ucraina, impegnandosi contestualmente ad aumentare ulteriormente gli investimenti militari di Parigi.



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