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300mila unità, il più grande potenziamento Nato dalla Guerra Fredda

Oltre 300mila militari a disposizione delle Forze di risposta rapida e l’elevazione dei Battlegroup a livello di brigate. Nella conferenza stampa quasi alla vigilia del vertice Nato di Madrid, il segretario generale Stoltenberg presenta il piano di potenziamento militare dell’Alleanza

La più grande revisione della deterrenza e difesa collettiva della Nato dai tempi della Guerra fredda. Così il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha definito le previsioni di potenziamento dei sistemi di difesa avanzati che verranno discussi al vertice Nato di Madrid. Per il segretario generale, il summit “avrà un carattere trasformativo”, durante il quale verrà adottato il nuovo Concetto strategico dell’Alleanza “per una nuova realtà di sicurezza; un cambiamento fondamentale nella deterrenza e nella difesa della Nato”.

L’Alleanza rafforza i confini

Tra i temi che verranno affrontati, infatti, ci sarà un potenziamento complessivo e profondo dell’architettura di difesa e deterrenza dell’Alleanza, a cominciare dalla sua presenza sul fianco orientale dello spazio euro-atlantico. I dati più rilevanti forniti da Stoltenberg sono sicuramente sui numeri delle unità coinvolte in questo rafforzamento, a partire dai Battlegroup, che nelle intenzioni dell’Alleanza raggiungeranno la consistenza di brigate (dall’attuale più vicina a quella di un battaglione, un notevole incremento di personale e anche peso tattico e strategico). Inoltre, ha continuato Stoltenberg, “trasformeremo la Forza di reazione della Nato e aumenteremo il numero delle nostre forze ad alta prontezza a ben oltre 300mila unità”, un rafforzamento di quasi dieci volte rispetto alle attuali 40mila.

Il supporto logistico

A supporto di questa nuova struttura rafforzata, inoltre, la Nato intende potenziare anche le proprie strutture logistiche e di supporto che consentano di sostenere il nuovo assetto operativo. Verrà per questo aumentato l’equipaggiamento pre-posizionato e le scorte di forniture militari in posizioni avanzate, così come capacità operative avanzate, dalla difesa aerea ai sistemi di comando e controllo. Inoltre, verranno anche aggiornati i piani di difesa del Vecchio continente, con forse militari pre-assegnate alla difesa di specifici Paesi alleati. “Queste truppe – ha spiegato Stoltenberg – si eserciteranno insieme alle forze di difesa nazionali e prenderanno confidenza con il terreno, le strutture e le nostre nuove scorte pre-posizionate in modo da poter rispondere rapidamente a qualsiasi emergenza”.

Servono investimenti

Mettere in atto questa ristrutturazione, naturalmente, richiede investimenti. “Dobbiamo spendere di più, spendendo insieme”, ha infatti sottolineato Stoltenberg. “Oggi abbiamo pubblicato i nuovi dati sulla spesa per la Difesa”, ha continuato il segretario generale, riferendosi al documento Defence expenditure of Nato countries 2014-2021. I dati contenuti nel testo sono, in questo senso, incoraggianti, con il 2022 che sarà l’ottavo anno consecutivo durante il quale gli alleati hanno aumentato le proprie spese. “Entro la fine dell’anno, avranno investito oltre 350 miliardi di dollari in più da quando abbiamo concordato il nostro impegno di investimento nella difesa nel 2014”, ha spiegato Stoltenberg. Secondo quanto emerge dal documento, tra l’altro, nove Paesi hanno raggiunto o superato l’obiettivo del 2% del Pil da destinare alla difesa, diciannove Stati hanno implementato piani per raggiungere il target entro il 2024, e altri cinque si sono impegnati concretamente a raggiungerlo in seguito. “Il 2% è sempre più considerato un punto di partenza, non un tetto – ha commentato Stoltenberg, che ha ricordato come al summit – concorderemo anche di investire di più insieme a beneficio della nostra sicurezza”.

La minaccia arriva da Mosca

La ristrutturazione della deterrenza e della difesa dell’Alleanza parte da un assunto geopolitico chiaro: “Il nuovo Concetto ci guiderà in un’epoca di competizione strategica, e mi aspetto che chiarisca che gli alleati considerano la Russia come la minaccia più significativa e diretta alla nostra sicurezza”. L’aggressione all’Ucraina, infatti, è riconosciuta come la principale causa alla base di questa necessità di cambiamento dell’Alleanza. Secondo Stoltenberg, inoltre, il vertice affronterà per la prima volta il tema della Cina e delle sfide di Pechino “alla nostra sicurezza, ai nostri interessi e ai nostri valori”.

I partner della Nato

Elemento di novità e di assoluto rilievo è la presenza al vertice anche dei partner della Nato esterni alla regione euro-atlantica, con Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud che presenzieranno per la prima volta al vertice Nato, così come la Mauritania e la Tunisia per quanto riguarda il quadrante Mediterraneo. Il vertice servirà anche a proseguire lungo la strada del negoziato per l’adesione di Finlandia e Svezia, e a margine del summit verrà tenuto un incontro tra i capi di governo di Helsinki e Stoccolma e il presidente turco Erdogan.



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