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Rinnovato il contratto chimico-farmaceutico. Ora tocca al governo

Aumento di 204 euro a regime sui minimi contrattuali. In vigore dal primo luglio di quest’anno al 30 giugno del 2025. Intesa tra Federchimica e Farmindustria coi sindacati di settore. Pirani: “Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora mi aspetto che il governo faccia la sua riducendo il costo del lavoro”

“Un’intesa contrattuale, basata su un aumento medio sui minimi contrattuali di 204 euro a regime nel corso dei prossimi tre anni, innovativa e strategica per valori e contenuti. Altri accordi di questa valenza caratterizzeranno nei giorni a venire dei nuovi rinnovi contrattuali di diversi settori industriali di nostra competenza. Con questo epilogo positivo abbiamo aumentato in maniera strutturale il potere d’acquisto delle retribuzioni di tutti gli addetti del settore chimico e farmaceutico. Non c’e’ altra strada che quella di aumentare i salari attraverso una sana contrattazione tra le parti che ricevono cosi’ un’equa soddisfazione reciproca, con effetti benefici sia dal punto divista produttivo che da quello del lavoro. Siamo orgogliosi e soddisfatti del risultato conseguito. I lavoratori apprezzeranno assai”. Così Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, rispetto all’accordo tra i sindacati di settore e Federchimica e Farmindustria siglato nel tardo pomeriggio di ieri per il rinnovo del Ccnl del settore specifico. Il nuovo contratto avrà una vigenza triennale dal primo luglio 2022 al 30 giugno 2025 ed interesserà una platea di circa 210mila lavoratori in oltre 3mila aziende.

La parte economica

Per la parte economica, il contratto riconosce ai lavoratori, per l’intera vigenza contrattuale, un aumento del trattamento economico minimo di 204 euro, comprensivo di 32 euro di EDR (Elemento distinto della retribuzione) già erogato dalle imprese che sarà trasferito nei minimi. L’aumento sui minimi (livello D1) nel triennio sarà diviso in 5 “tranche”, e precisamente: 50 euro dal 1° luglio 2022 ,30 euro dal 1° gennaio 2023, 36 euro dal 1° luglio 2023, 68 euro dal 1° luglio 2024 e 20 euro dal primo giugno 2025. Il montante complessivo nel triennio sarà pari a 4.750 euro. Resta inoltre confermato il modello di verifica degli scostamenti inflattivi, con il ruolo dell’Edr quale ammortizzatore. Viene valorizzata l’aliquota mensile Fonchim delle imprese nell’Eps (Elemento puntuale settoriale) per il successivo rinnovo.

La parte normativa

Per quanto riguarda la parte normativa, gli interventi si sono focalizzati sull’ulteriore miglioramento della qualità delle relazioni industriali. In particolare, sono stati condivisi i seguenti impegni: nuove sezioni dell’Osservatorio nazionale dedicate alla trasformazione digitale, all’inclusione sociale e alla parità di genere; realizzazione di un meccanismo di raccolta delle competenze specifiche, certificate, che possa favorire l’incontro tra domanda e offerta delle esigenze di settore; incontri periodici e sezioni tematiche dell’Osservatorio farmaceutico; definizione di un meccanismo di adesione dei lavoratori al welfare contrattuale; favorire la conoscenza della corretta applicazione delle scelte contrattuali, la diffusione della cultura di relazioni industriali e dello sviluppo sostenibile, attraverso iniziative formative; prevedere un nuovo riconoscimento per la contrattazione aziendale coerente alle scelte contrattuali. Inoltre, la “Giornata nazionale sicurezza salute ambiente” (Ssa) diventerà “Giornata nazionale salute, sicurezza e sviluppo sostenibile”. Sono state previste modifiche su: regime di reperibilità, maggiorazioni, intese temporanee modificative, investimenti sulla formazione al secondo livello e una ricognizione di tutte le disposizioni contrattuali in tema di inclusione e parità di genere. Per quanto riguarda il delicato tema della malattia, il trattamento economico ricomincerà ex novo dopo il quattordicesimo giorno di ricovero ospedaliero rispetto agli attuali 21. Sulla Formazione è previsto l’aumento a 2,5 giornate su progetti formativi collettivi. Rilevante la novità in tema di politiche attive del lavoro con la certificazione delle competenze in seno alla bilateralità, in modo da creare un vero e proprio ambito di incontro tra domanda e offerta per le esigenze del settore. La parte più innovativa del Ccnl è rappresentata dall’introduzione di un nuovo capitolo, sperimentale per la vigenza contrattuale, nel quale sono contemplate linee guida utili ad agevolare e accompagnare il cambiamento nelle imprese per gestire gli impatti della trasformazione digitale sul lavoro, sulle relazioni industriali e su sicurezza, salute e ambiente.

Le reazioni delle imprese

L’accordo per il rinnovo del contratto per gli addetti dei settori dell’industria chimica-farmaceutica, è stato firmato “ancora una volta in anticipo sulla scadenza del contratto, a dimostrazione di relazioni industriali collaborative, partecipative e moderne che contribuiscono a rendere il settore sempre più competitivo”. Lo ha sottolineato Federchimica, che ha siglato il Ccnl, insieme a Farmindustria, coi sindacati di settore. Al centro del rinnovo “un adeguamento economico e alcune disposizioni normative con l’obiettivo di garantire maggiore produttività, flessibilità e competenze”. “Questo accordo, raggiunto in una fase così critica nello scenario nazionale e internazionale, assume un significato di particolare rilevanza”, ha affermato il presidente Federchimica, Paolo Lamberti. “In un clima di grande incertezza, forti della nostra cultura di relazioni industriali ispirata ai principi della partecipazione e della responsabilità sociale, abbiamo assicurato una prospettiva per il futuro delle imprese e dei lavoratori. In questo modo, e ancora una volta, la chimica, a monte di tutte le filiere produttive, potrà confermarsi motore economico per il Sistema Paese”. “Il rinnovo del Ccnl in tempi record è un risultato particolarmente importante in un momento così complesso per la pressione sui costi e la necessità di difendere i livelli di competitività delle imprese del farmaco”, ha sottolineato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. “Un accordo che dimostra ancora una volta la capacità dell’industria farmaceutica di lavorare concretamente per trovare soluzioni positive per il Paese. Le buone relazioni industriali del nostro settore sono esemplari, sia a livello nazionale sia nelle aziende. La collaborazione e il dialogo continuo sono uno stimolo a migliorare le competenze e la qualità dei nostri collaboratori, che sono riconosciuti come eccellenza nel panorama europeo”.

Paolo Pirani questa mattina a Verità&Affari

“Questa mattina il quotidiano economico Verità&Affari, diretto da Franco Bechis, ha pubblicato un’intervista a Paolo Pirani riguardante il contratto nazionale rinnovato ieri sera. “Siamo riusciti a portare a casa un risultato importante in così poco tempo – ha dichiarato il leader della Uiltec – perché tra le parti sociali del settore esiste un sistema di osservazione, aggiornamento e discussione continua sulle tematiche che vengono evidenziate dall’attualità. Penso allo smart working, ma anche alla formazione e al cambiamento tecnologico. Sono mesi che ne parliamo e quindi alla fine chiudere un contratto diventa anche più semplice”. Poi, un riferimento alle specificità contrattuali come “la creazione di una piattaforma on line che potrà essere consultata da tutti i lavoratori del settore per scoprire le potenzialità del Welfare che poi dovranno essere declinate a livello aziendale. Penso alla previdenza integrativa, ai fondi del settore alle loro performance, ma anche ai costi e alla convenienza di questi strumenti… Più in generale i lavoratori avranno ha portata di click tutte le potenzialità di welfare – dal sostegno alla famiglia all’organizzazione del lavoro – offerte loro dal contratto. Mi sembra un grande passo in avanti”. Infine, un riferimento al salario minimo: “Per noi il salario minimo deve corrispondere ai minimi che fissiamo per contratto e in tutti gli accordi questo minimo è ben superiore alle cifre che sento circolare da settimane. C’è semmai un problema di lavori poveri che deriva soprattutto dall’estendersi del precariato. Ecco quello va contrastato e limitato, ma mi sembra che sia tutt’altra questione rispetto al salario minimo di cui si sta parlando. Io dico che noi abbiamo fatto la nostra parte, ora mi aspetto che il governo faccia la sua riducendo il costo del lavoro”.

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