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Cosa prevede la Strategia della Difesa italiana per il Mediterraneo

Presentata dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, la Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo, il documento che identifica la linea d’azione delle nostre Forze armate nel bacino del Mare nostrum, area “di prioritario interesse strategico nazionale” nel quale l’Italia deve avere “una funzione di primo piano”

Un’azione coordinata interforze e interagenzia nel Mediterraneo, la principale area d’interesse nazionale. È quanto previsto dalla nuova “Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo”, il documento nel quale vengono presentati, in una visione complessiva, gli elementi d’analisi e le linee d’azione che la Difesa italiana intende mettere in atto in questo quadrante strategico. L’obiettivo è massimizzare il contributo delle Forze armate in un’attività che coinvolge, con un approccio intergovernativo, tutte le sfere d’azione della politica nazionale. Per il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, “il Mediterraneo, e più ampiamente il Mediterraneo allagato, è di prioritario interesse strategico nazionale; le tensioni che lo riguardano innescano, infatti, processi che si riverberano sull’Europa, e in particolare sull’Italia”.

L’importanza del Mediterraneo

Secondo quanto descritto nel documento, dunque, di fronte alle complessità che caratterizzano il bacino del Mare nostrum, per poterne assicurare la stabilità è necessario mettere a sistema tutte le capacità interforze disponibili, bilanciando una presenza persistente con la rapidità d’intervento, in modo da prevenire crisi e scongiurare eventuali escalation. “Il Mediterraneo è il punto di congiunzione di tre continenti nonché la rotta più rapida, sicura ed economica tra Indo-Pacifico e Atlantico: una via di transito che, da sola, ospita circa il 20% del traffico marittimo mondiale”, ha specificato Guerini, aggiungendo come non sorprenda “che catalizzi l’interesse di attori con ambizioni globali e obiettivi connessi al controllo delle materie prime e alla disponibilità di vie commerciali, o impegnati ad aumentare la propria influenza in questo quadrante, anche attraverso la presenza militare”. Di fronte a questa rinnovata competizione, dunque, sarà necessario, secondo il ministro, “prestare la massima attenzione e vigilare, anche nell’interesse della pace, oltre che della tutela degli interessi nazionali; la nostra sicurezza è legata a doppio filo alla stabilità di questo mare e a quella delle aree limitrofe”.

Il ruolo dell’Italia

Il documento si sofferma altresì sul ruolo che l’Italia può giocare in questo contesto, in funzione della sua geografia, dei suoi legami diplomatici e delle sue capacità militari, che secondo la Difesa possono rappresentare un valore aggiunto nell’ambito delle alleanze di riferimento del nostro Paese, a partire dalla Nato e dall’Unione europea, dove l’Italia è da tempo impegnata a promuovere un approccio che dia attenzione anche al confine meridionale del Vecchio continente. Per questo, secondo Guerini, l’Italia, “in virtù della sua consuetudine con i Paesi del versante Sud e dell’attrattività del suo modello sociale, oltre che di una struttura economico-giuridica particolarmente idonea, deve avere in questo quadro d’azione una funzione di primo piano”.

Gli impatti della guerra in Ucraina

Anche l’invasione dell’Ucraina, che ha spostato l’attenzione strategica dei Paesi europei sul fianco orientale del continente, ha tuttavia contribuito a conferire una rinnovata centralità al Mediterraneo: “L’aggressione russa all’Ucraina evidenzia la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, e inoltre minaccia di avere ripercussioni sul commercio mondiale delle derrate alimentari, con conseguenze particolarmente negative sulle realtà economicamente più fragili, a partire dall’Africa”. Uno scenario con potenziali ricadute umanitarie estremamente severe “che la Comunità internazionale deve prepararsi a gestire e che possono avere impatti sulla nostra sicurezza”.

Le tre direttive della Difesa

La “Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo” è anche una delle tre direttive di recente emanazione da parte del ministero della Difesa che fissano le priorità per il prossimo triennio. Tutti e tre i documenti sono legati dal comune denominatore della sicurezza e stabilità del Mare nostrum, quale principale area d’interesse nazionale. Le altre due direttive sono l’Atto di indirizzo per l’avvio del ciclo integrato di programmazione e la Direttiva per la politica militare nazionale. La prima mette in moto il processo di pianificazione strategica e finanziaria della Difesa, finalizzata alla predisposizione del budget per il 2023 e del bilancio 2024-2025 del ministero, sviluppati in funzione delle priorità strategico politiche del Paese. La seconda, oltre a definire il posizionamento dell’Italia nello scenario internazionale, riserva ampio spazio allo sviluppo delle capacità industriali del Paese, essenziali per assicurare l’autonomia strategica dell’Italia.



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