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A Torino l’innovazione della Nato. L’impegno della Sala rossa

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato una mozione che impegna il sindaco e la giunta a sostenere e facilitare la candidatura del capoluogo piemontese quale nodo europeo di Diana, l’acceleratore per l’innovazione lanciato dall’Alleanza Atlantica con l’agenda Nato 2030

Torino prosegue nel suo percorso di candidatura per ospitare la sede europea della futura struttura del Defence innovation accelerator for the North Atlantic (Diana), la rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare le start up innovative facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari. Il Consiglio comunale del capoluogo piemontese ha, infatti, approvato una mozione che impegna il sindaco e la giunta a sostenere e facilitare la candidatura. La proposta è stata ufficializzata a gennaio dal segretario generale della Difesa, Luciano Portolano, all’assistant secretary general della Nato, David van Weel. La scelta della città è dovuta anche alla presenza sul suo territorio di un ecosistema aerospaziale e della Difesa particolarmente solido. Il centro dovrebbe essere inserito all’interno della futura Città dell’aerospazio, a fianco del Business incubation center dell’Agenzia spaziale europea (Esa).

Il programma Diana

Il progetto Diana è stato avviato al summit dei capi di Stato e di governo di Bruxelles del giugno 2021. L’obiettivo è garantire all’Alleanza Atlantica e ai Paesi membri il sostegno necessario a preservare la propria superiorità tecnologica. Propedeutica alla creazione della rete di Diana sarà l’identificazione di due uffici regionali, uno in Europa e uno in America settentrionale, che hanno l’obiettivo di sostenere le aziende votate all’innovazione nello sviluppo di tecnologie, in cooperazione tra settore privato e realtà militari nei rispettivi continenti. La nuova rete della Nato, infatti, intende inserirsi nei vari ecosistemi di innovazione già esistenti, limitandosi a sfruttare le sinergie che potrebbero crearsi in futuro a livello europeo. La logica segue sempre quella di evitare il più possibile duplicazioni e di permettere alla rete di Diana di rimanere agile e in grado di cogliere le opportunità. All’iniziativa si accompagna, inoltre, la creazione di un fondo di capitale di rischio, il Nato innovation fund (Nif), che sosterrà con finanziamenti mirati le start up e gli acceleratori di impresa.

L’acceleratore per l’aerospazio

Al di là dell’ufficio regionale europeo di Diana, Torino già ospiterà l’acceleratore per il settore aerospaziale, anche questo da costituire presso la Città dell’aerospazio (attualmente in fase di realizzazione) e negli spazi immediatamente disponibili presso le Officine Grandi Riparazioni. Compito del polo di Torino sarà quello di coordinare e gestire, attraverso bandi e fondi messi a disposizione dai Paesi alleati, la rete delle aziende e degli acceleratori di tecnologia italiani, per metterli a servizio delle necessità dell’Alleanza. Una volta identificate le realtà da incubare e inserire nella rete di Diana, ai centri di validazione dislocati in tutta Europa saranno affidati i test che dovranno assicurarsi l’effettivo funzionamento delle tecnologie sviluppate.

I centri di valutazione italiani

Due di questi test center saranno ospitati nel nostro Paese. A Capua è già operativo il Centro italiano di ricerche aerospaziali, partenariato pubblico-privato per la ricerca avanzata nel settore. In particolare, il Cira si occupa sia della ricerca teorica di base, che delle sperimentazioni in ambienti specifici delle tecnologie proposte. Questi progetti vengono svolti in sinergia con le imprese e le industrie private nazionali, con l’obiettivo di migliorarne la competitività con soluzioni tecnologiche all’avanguardia. A La Spezia, invece, è operativo il Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) della Marina militare, la cui missione è quella di gestire la sperimentazione e lo sviluppo dei programmi scientifici e tecnologici della Forza armata. Grazie alla sua esperienza nel settore della difesa navale, il polo della Marina diventerà il centro di validazione per i test sulle soluzioni all’avanguardia in campo navale. Nei suoi poligoni e laboratori, il Cssn è in grado di effettuare gli esperimenti dalle componenti balistiche, missilistiche e dei siluri, ai sistemi elettrici e radar, fino ai nuovi materiali per le costruzioni navali.



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